Se ne parla tutto sommato ancora poco in rete, ma c’è già chi è pronto a discuterne in qualche convegno, definendola la nuova piaga dopo lo spam.
Con malicious tagging si intende l’inserimento di tag o di parole chiave a scopi autopromozionali nei diversi servizi di social networking, quale del.icio.us, flickr o anche nei weblog (e quindi su technorati).
Se ci fermassimo qui, però, non si parlerebbe di malicious tagging. Anch’io quando pubblico un intervento o un contenuto lo aggiungo a del.icio.us, ma lo completo usando quelli che reputo i tag migliori.
Per chi utilizza il malicious tagging, invece, nella maggior parte dei casi il contenuto non ha nulla a che vedere con le parole chiave usate per descriverlo.
Normalmente servizi come del.icio.us, in cui la “qualità” di una parola chiave è data dal numero di utenti che la usano per descrivere un dato contenuto, limitano i danno di questo tipo di comportamento.
Il rischio principale, come sempre, è quello che vengano utilizzati software automatizzati per replicare più volte questi comportamenti.
Il 2007 ci dirà se dobbiamo preoccuparci di questo fenomeno o se i suoi effetti saranno o meno trascurabili.