Creare tassonomie efficaci

Theresa Regli ha scritto per l’AIIM E-Doc Magazine un interessante articolo in cui indica alcuni suggerimenti per creare delle tassonomie efficaci per i contenuti.

Una tassonomia è lo schema e l’insieme di gerarchie che descrive un certo tipo di informazione. Questo intervento di Fucinaweb, per fare un esempio, è un contenuto che appartiene alla categoria Content Management e Information Architecture ed è anche descritto da alcuni tag supplementari in fondo all’articolo.

L’introduzione di una tassonomia per i contenuti deve essere motivata a chi poi la andrà a utilizzare tutti i giorni, evidenziando il modo migliore di impiegarla. Il rischio è altrimenti quello di introdurre una caratteristica di soggettività durante l’uso della classificazione, con persone diverse che applicano criteri diversi allo stesso contenuto (io stesso ho potuto verificare questa problematica in un progetto che prevedeva la catalogazione di migliaia di articoli tratti da riviste).

Secondo la Regli, e condivido, agli utilizzatori di questi metodi di catalogazione dovrebbe essere fornito un modo per verificare subito, con le stesse ricerche che impiegherà chi poi deve ricercare i contenuti, la bontà e i limiti della catalogazione. Avere un riscontro istantaneo del proprio operato è importante per raggiungere fin da subito un buon livello di qualità in questo tipo di operazioni solo a prima vista ripetitive.

I concetti di tassonomia e catalogazione per il web sono affrontati con un ottimo livello di dettaglio in Information Architecture for the World Wide Web, che ho recensito qui su Fucinaweb.

Un lustro di Fucinaweb

Fucinaweb nasceva l’1 Febbraio 2002 allo scopo di promuovere la progettazione di un sito web a 360 gradi, considerando i diversi elementi (sviluppo, information architecture, usabilità, accessibilità, web design) come realtà tra loro in comunicazione e non a compartimenti stagni.

Con la messa online del sito sono stati pubblicati una serie di corsi tematici, uno riguardante Asp.net e un altro focalizzato sul web design, seguiti poco dopo da un corso di accessibilità web.

Questi cinque anni sono un modo per fare un consuntivo su quello che è stato fatto e scritto. Sono stati in particolare pubblicati fino ad oggi circa 250 tra articoli, recensioni e segnalazioni, di cui i 5 più visitati “di tutti i tempi” sono:

Ma se dovessi scegliere il mio preferito, non avrei dubbi, e suggerirei di leggere il (prolisso) “Gli standard web sono inutili (da soli)“, un articolo rivolto a chi considera gli standard web fini solo a sé stessi, senza considerare le complessità di un progetto web nel suo insieme. Un articolo a suo tempo criticato da molti, a mio parere senza troppe motivazioni convincenti.

Fucinaweb non è nato come weblog. Mi ricordo che all’inizio era gestito completamente “a mano”: la pubblicazione di un articolo prevedeva l’inserimento di tutto il codice Html, la compilazione di tutti i link in cui quell’articolo veniva citato, e la copia di tutto via Ftp, sempre manualmente. Dopo qualche esperimento con WordPress sul mio sito personale ho poi deciso di procedere alla migrazione di tutta Fucinaweb a questa piattaforma, scelta che rifarei subito. Nel procedere con la migrazione ho cercato quanto più possibile di mantenere funzionanti i link della precedente versione, processo che ho documentato nell’intervento “Sito nuovo, Url vecchi“, per evitare che il traffico proveniente dai motori di ricerca venisse subito penalizzato.

Da qualche mese ho registrato il dominio fucinaweb.it, che a suo tempo non era disponibile. Questo banale particolare mi ha sempre infastidito, soprattutto perché il sito che rispondeva a quel dominio, realizzato da una sconosciuta web agency, tutto era fuorché accessibile, usabile, standard…una presa in giro.

Mi fermo qui, ma per chi volesse saperne di più vi consiglio di leggere l’intervista che il bravo Mirko di Blographik mi ha rivolto in questi giorni e che affronta anche altri temi a me cari, come il project management e il difficile rapporto con il cliente e l’usabilità.
Questi i primi cinque anni di questo sito: suggerimenti su come affrontare i prossimi cinque?

Per un (bravo) blogger gli sponsor non sono tutto

Chris Anderson di The Long Tails punta a un intervento di Guy Kawasaki, un “factotum” del web, che a fronte di 2 milioni di page view all’anno e di 21.000 iscritti ai feed Rss ha guadagnato con la pubblicità del suo weblog poco più di 3000 dollari.

Non molto effettivamente (in proporzione il click rate su Fucinaweb è decisamente migliore, se si considera che è perfino nella poco diffusa lingua italiana). Anderson nota quindi come non sia facile anche per chi gode di ottima credibilità riuscira a sopravvivere con il proprio sito: “meglio non abbandonare “il proprio posto di lavoro”.

Ma perché guardare solo all’aspetto economico diretto? Sono convinto che Kawaski, grazie alla professionalità dimostrata negli interventi del suo weblog, sia riuscito a costruire un network di contatti e amicizie che gli permettono di lavorare e collaborare più di quanto facesse prima.

Numerosi sono anche gli esempi (mi viene in mente per esempio Cliff Atkinson ma ce ne sono decine) di autori che hanno cominciato a dimostrare di cosa erano capaci nel loro weblog e sono stati contattati per poi scrivere un libro apprezzato (nel caso di Atkinson per Microsoft Press).

Se riesco a collaborare con riviste e siti che parlano degli stessi temi di Fucinaweb è proprio grazie a questo sito che è online ormai da 5 anni. Fin da quando l’ho messo online (e allora non era un weblog) ero sicuro che non ne avrei ricavato un fonte di sostentamento, ma che mi avrebbe dato, se ci sapevo fare, un po’ di visibilità.

Non fermiamoci come sempre ai primi dati numerici, alle classifiche, ai conti. La vita economica di un weblog è (per fortuna) ben più complessa.