Versione di sito alternativa e accessibile

Chi si occupa di accessibilità e la deve applicare a un sito prima o poi arriva a chiedersi se può valere la pena crearne una o più versioni alternative, per soddisfare esigenze diverse.

In linea generale la risposta è no, perché impiegando opportunamente le tecnologie web (markup sensato e fogli di stile tra tutti) è possibile creare un sito graficamente attraente a accessibile.

Se però consideriamo l’accessibilità nella sua accezione più ampia e corretta (non solo disabili con problemi fisici e psichici, ma anche dispositivi e ambienti di fruizione diversi), ci scontriamo con categorie che hanno delle esigenze a volte in contrasto.

Un browser della vecchia generazione, ad esempio, non è in grado di interpretare la pagina allo stesso modo delle ultime versioni. Certo, è possibile adattare il codice perché il risultato sia almeno mediocre, ma così facendo non stiamo trattando l’utente di quel browser come una persona di seconda classe?

Va anche considerato che non sempre il problema è di presentazione, ma a volte anche di organizzazione e trasformazione.

Basti pensare alla paginazione degli articoli, che rende sicuramente la pagina ordinata per i più, ma costringe chi sta utilizzando uno screen reader a dover caricare più pagine prima di rendersi conto della struttura del contenuto, quando magari sarebbe bastato saltare tra le diverse intestazioni presenti in un’unica pagina. Anche la versione di stampa dovrebbe essere composta di un’unica pagina.

Pensiamo poi alla fruizione di contenuto in un telefonino. Il foglio di stile magari consentirebbe anche di visualizzarlo, ma un articolo di 100 righe su un piccolo display non è la soluzione ideale. In questo caso andrebbe presentato solo il sommario ed eventualmente il contenuto suddiviso in parti molto piccole, con la possibilità di passare agevolmente da una pagina alla successiva.

Stesso discorso con i moduli da compilare. Su un telefonino è forse più semplice utilizzare dei combobox per i campi giorno, mese, anno di nascita, ma forse per chi utilizza una tastiera è più veloce scrivere direttamente il dato piuttosto che selezionarlo da una lista.

Per queste esigenze (e per molte altre) non è sufficiente applicare uno stile di presentazione diverso, è necessario costruire una versione ad hoc della pagina. Il che però non vuol per forza dire moltiplicare il lavoro per il numero di versioni da creare, a meno che non si tratti di un sito statico.

Nel caso il sito sia completamente statico è infatti impensabile costruirne versioni alternative, perché troppo oneroso. Esiste però una situazione in cui chiedersi se realizzare versioni alternative potrebbe essere una buona idea:

  • se il sito è dinamico (cioè se il contenuto della pagina viene costruito utilizzando uno o più template predefiniti)
  • se il sito è di discrete dimensioni
  • se il sito ospita principalmente contenuti in forma di testo e multimedia

Situazione questa solo a prima vista rara, i quanto vi cadono praticamente tutti i siti della pubblica amministrazione.

In questo caso vale la pena verificare se il sistema di gestione dei contenuti (CMS) ha la possibilità di associare al contenuto una serie di regole che stabiliscano come deve essere trasformato per i diversi fruitori. Si tratta molte volte di semplici regole che associano un template ad uno o più documenti.

Sarà poi l’utente del sito a scegliere quale configurazione meglio si adatta alle sue esigenze o a quelle del dispositivo che sta utilizzando, oppure sarà direttamente il codice del sito ad adattare il proprio aspetto riconoscendo il richiedente.

Quanto detto ha ancora più senso se inquadrato nella visione del web chiamata Web 2.0, ovvero del web come piattaforma. Lo strato di presentazione avrà sempre meno importanza o – meglio – sarà sempre meno importante che lo stesso sito sia in grado di soddisfare le aspettative di tutti gli utenti. Sarà invece sempre più probabile che i siti realizzino interfacce specifiche con l’informazione di altri, integrando più fonti.

In questo senso l’utente di uno screen reader potrebbe accedere ad una versione del sito specificatamente pensata per la sua periferica di utilizzo, versione che potrebbe essere ospitata dallo stesso sito, oppure da tutt’altra parte.

Content Management Systems

Se gestite un sito che richiede un aggiornamento costante, molto probabilmente non create tutte le pagine come documenti Html separati o, se lo fate, rimanete in ufficio fino a tardi.

E’ molto più facile che vi stiate affindando ad un sistema per la gestione dei contenuti, dall’inglese Content Management System.

I Cms sono arrivati sul mercato all’improvviso con il boom di Internet a prezzi spaventosi, ma hanno presto subito un realistico equilibrio oltre che una maturazione sotto molti punti di vista.

Il manuale che presentiamo è proprio una guida a questo mondo, rivolta a chi si avvicina ai Cms per la prima volta, o a chi ha adottato soluzioni dalle quali vuole oggi migrare.

Non è una guida tecnica. Vengono analizzate molte tra le piattaforme disponibili per realizzare un Cms, ma non si entra quasi mai nel dettaglio del codice. Per questo la lettura è indicata soprattutto ai project o ai content manager.

Per prima cosa gli autori definiscono una metodologia per l’adozione di un Cms:

  • Asset Management: capire cosa si vuole ottenere e come (analizzare il processo e i contenuti a disposizione e organizzarli per inserirli in un Cms)
  • Transformation: come organizzare e presentare il contenuto inserito nel Cms (template)
  • Publishing: diversi permessi a diverse figure, come riutilizzare il contenuto per più media

Il Cms lo volete acquistare o costruire in casa, magari per venderlo?

I due approcci sono molto diversi, e ad ognuno è dedicato un capitolo. Nel caso lo vogliate compare imparerete come scrivere un Bdfl, cosa dovete pretendere e come capire quello di cui avete realmente bisogno, oltre al tipo di licenza che adotterete.

Se invece lo volete costruire in casa, dovete definire il ciclo di vita per la realizzazione del progetto, scegliendo il team giusto.

Avete anche una strada intermedia, ed è quella del mondo Open Source, che viene però presentato un po’ troppo velocemente.

Se avete comperato un Cms, non crediate di installare un pacchetto e di essere pronti a partire. Secondo gli autori il 50% del costo viene a ricadere sull’implementazione, la fase di definizione del sito, di realizzazione dei template, della navigazione e delle funzionalità di ricerca.

Il manuale è sicuramente interessante anche se forse è un’introduzione un po’ troppo leggera al mondo dei Cms, che sono strumenti molte volte di elevata complessità. Sarebbe stato opportuno presentare un capitolo che analizzasse un caso reale (per quanto ogni Cms cerchi di distinguersi dai concorrenti e si posizioni in fasce di mercato ogni giorno diverse).

Poiché la scelta è stata di non spingersi troppo nel tecnico, il capitolo meno riuscito è quello relativo alla costruzione di un Cms. Liquidare il ciclo di vita di un software strategico come un Cms in così poche pagine è limitativo e poco realistico. Le svariate risorse di approfondimento presentate possono però aiutare.

Pro

  • Una buona panoramica ai Cms per chi non conosce l’argomento
  • Fa capire come la fase di implementazione sia tutt’altro che esigua

Contro

  • La parte teorica e gli esempi pratici sono troppo slegati: sarebbe stato necessario includere un caso di studio, anche semplificato
  • La parte relativa alla costruzione di un Cms è troppo superficiale
  • Peccato non aver approfondito il tema dei Cms Open Source

Informazioni

Content Management Systems ¤ di Dave Addey, James Ellis, Phil Suh, David Thiemecke ¤ lingua inglese ¤ pagine 200 ¤ prezzo 29.99 dollari ¤ edito da glasshaus

Sito del manuale [nuova finestra] (scheda, errata)

Web Word Wizardry

Rachel McAlpine ha scritto una schietta, ma valida guida al mondo della scrittura per il web, il cosiddetto “web writing“.

Rispetto ai tradizionali manuali sull’argomento, il testo si differenzia perché non tratta solo di stile di scrittura, ma si occupa anche di indicizzazione nei motori di ricerca, di scrittura per Intranet e di newsletter.

Tra gli argomenti presentati:

  • Regole per una proficua scrittura online
  • Scrivere ezine e newsletter
  • Web Writing e Intranet
  • I contenuti e l’iscrizione ai motori di ricerca

Un capitolo, davvero interessante, è dedicato all’uso della lingua inglese per la costruzione di un sito internazionale: termini e frasi da evitare e stile di scrittura per non essere fraintesti.

L’autrice dedica molta energia al mondo dei motori di ricerca, insegnandovi come realizzare una lista di parole chiave e sottolineando come il “buon” contenuto sia l’unica tattica che premia, cioè vi può far comparire in testa ai risultati del motore.

Un’appendice raccoglie tutte le linee guida disseminate nel testo ed è utile per una consultazione veloce.

Rachel è anche autrice di una newsletter, WebPageContent [nuova finestra], che approfondisce i temi della comunicazione nel web.

Pro

  • un capitolo è dedicato all’inglese e allo stile che rende un sito internazionale
  • profonda analisi di come il contenuto può “aiutare” i motori di ricerca nell’indicizzare le pagine

Informazioni

Web Word Wizardry – A Guide to Writing for the Web and Intranet ¤ lingua inglese ¤ di Rachel Mc Alpine ¤ pagine 260 ¤ prezzo 11.95 dollari ¤ edito da Ten Speed Press ¤ pubblicato nel 2001