Di ritorno da Le Web ’08

Porto a casa alcuni grandi e molti piccoli spunti e idee da Parigi, e non parlo solo degli interventi sul palco. Anzi, se mi limitassi a considerare quelli, sarebbe stato sicuramente più proficuo e meno dispendioso rimanere a casa e assistere all’evento via streaming.

È l’aria che si respira attorno a questo tipo di incontri a essere di forte ispirazione, aria forse dalla temperatura un po’ troppo fredda nel grande ambiente dispersivo di quest’anno e che un tempo era – guarda caso – una camera mortuaria.

Poiché della conferenza e degli interventi ho parlato già molto, mi limito qui a riportare alcune sfumature.

Mi sono presentato la mattina presto tutti e due i giorni e così ho avuto la possibilità, da bravo scolaro, di essere in prima fila insieme a compagni di banco di tutto rispetto: Doc Searls, Michael Arrington e Steve Gillmor.

I miei compagni di banco, Doc Searls e Steve Gillmor

I miei compagni di banco, Steve Gillmor e Doc Searls

Da Michael Arrington ho imparato che anche le polemiche è meglio studiarle e concordarle prima di salire sul palco. Chi lo ha visto durante l’intervista a Marissa Mayer di Google (video e trascrizione) potrebbe essere rimasto di stucco. Senza mezzi termini ha liquidato l’organizzatore Loïc Le Meur lamentandosi del buffet (“Will there be enough food for everyone today?”) e della connessione (“Who has an internet connection here?” 30. “Well, that is about three times more than yesterday”). E in effetti Arrington anche a me ha chiesto a cadenza di circa due minuti se la mia connessione funzionasse o meno. Per carità, doveva aggiornare TechCrunch, mica Fucinaweb.

Era però tutto preparato, perché una ventina di minuti prima, a pochi centimetri da me, organizzatore e Arrington si sono accordati su cosa dire e perfino sulla battuta relativa alla costosa giacca di velluto di Le Meur comprata probabilmente grazie a quanto risparmiato per cibo e connettività.

Da Steve Gillmor ho imparato (anzi, ho avuto conferma) che un intervento in un blog fatto come dio comanda non si scrive in dieci minuti. Ho assistito alla genesi e stesura di Google To Take Chrome Out Of Beta, un pezzo che non supera la cartella (1800 battute). Eppure per scriverlo ha impiegato poco meno di tre ore. Potrei aver letto male (non volevo essere così spudorato da fissarlo e mi limitavo ad alcune sbirciatine), ma il pezzo è addirittura partito per essere un’altra cosa, Google To Release Chrome for Mac. Dal palco devono poi essere arrivate altre notizie ed ecco che Gillmor, in piena concentrazione, ha cominciato a modellare, scrivere, spostare, cucire, eliminare, fino a raggiungere il risultato voluto. Ho anche notato che nel compiere ricerche apriva due finestre allineate in verticale, una con Google e l’altra con Yahoo!. Terminato il pezzo ha preso il suo Macbook Air e si è diretto verso l’ingresso del palco, dove forse ha trovato qualche Googlista che gli ha confermato le informazioni. Infine, non prima di aver mostrato il pezzo a Arrington che nel frattempo ha terminato l’intervista, ha mandato il risultato online.

La vignetta di Hugh MacLeod

La vignetta di Hugh MacLeod

Da Doc Searls ho imparato che il vero sistemista Unix (Searls è tra l’altro senior editor per il Linux Journal) riesce a usare anche un Mac in modalità quasi esclusivamente a carattere. A parte Leopard e un browser, non l’ho visto usare altre applicazioni grafiche, neppure il client di posta (e questo gli ha permesso di superare più facilmente i problemi di connessione).

Ho imparato questo e mille altre cose a Le Web ’08 e ho incontrato molte persone nuove dall’Italia, dalla Francia, dalla Germania, dalla Svezia e dalla Slovenia.

E, prima di uscire, sono passato allo stand Microsoft a salutare Hugh MacLeod, di cui non ho potuto seguire l’intervento, e che è stato così gentile da lasciarmi comunque un ricordo, disegnandomelo sul pass.

Aggiornamento del 15 Dicembre 2008

Volpon osserva lo sketch tra Arrington e Le Meur

Volpon osserva lo sketch tra Arrington e Le Meur (foto di Doc Searls)

In questa foto scattata da Doc Searls ci sono io in primo piano mentre osservo la scena tra Arrington, Gillmor e Le Meur. Arrington si è appena finito di lamentare con Le Muer a proposito della connettività e lo avverte che di questo parlerà una volta salito sul palco.
Tra un paio di minuti Arrington e Gillmor prenderanno di mira la giacca di velluto di Le Meur, altro sketch ripreso successivamente durante l’intervista a Marissa Mayer.
Nessuna polemica tra i due quindi, ed è difficile credere a una rottura del rapporto di amicizia anche dopo le (a prima vista) dure parole espresse in Joie De Vivre: The Europeans Are Out To Lunch e Should Michael Arrington Be Invited Back At LeWeb Next Year?.

Le Web ’08 e Fucinaweb in inglese

Come ormai da tradizione la prossima settimana sarò a Parigi per Le Web ’08 (precedentemente noto come Le Web 3), uno degli eventi principe dedicati all’imprenditoria web in Europa.

Conto di pubblicare i principali interventi che si svolgeranno nei due giorni della manifestazione come è successo l’anno scorso e soprattutto nel 2006. Non li scriverò però in Fucinaweb o, meglio, non li scriverò per la versione italiana di Fucinaweb.

Da pochi giorni sto approntando una versione di Fucinaweb in inglese, accessibile fin da adesso all’indirizzo https://fucinaweb.com/en/.

Su questo sito ho intenzione di pubblicare gli interventi che a volte mi capita di scrivere in inglese. Non si tratta di una traduzione dei contenuti di Fucinaweb, anche se qualche articolo introduttivo che ho scritto a proposito del web project management farà la sua comparsa, ma di contenuti in lingua inglese che nella maggioranza dei casi non avranno il corrispettivo in italiano.

Il motivo per cui ho cominciato a scrivere in inglese non ha a che fare con il masochismo, visto che non posso dire di conoscere questa lingua a menadito (troverete di sicuro un sacco di errori più o meno gravi). Mi sono però accorto che, soprattutto alle conferenze, dedico troppo tempo alla traduzione in italiano dei diversi interventi e alla successiva revisione, sottraendo tempo prezioso a un’attività fondamentale per questo tipo di eventi, cioè la relazione con gli altri partecipanti. Preferisco a questo punto consolidare gli appunti alla conclusione della presentazione e mandare subito tutto online.

Già al recente Web 2.0 Expo di Berlino gli interventi che ho pubblicato in Fucinaweb erano in inglese. Non mi piace però mischiare le carte e quindi le lingue nello stesso sito. Non è detto che un lettore di Fucinaweb si trovi a suo agio con l’inglese (e quindi sia interessato a questo tipo di contenuti) e vorrei inoltre che eventuali lettori non italiani possano commentare o discutere di fronte a un’interfaccia nella stessa lingua degli interventi. Mi capita anche di ricevere richieste per la versione inglese da parte degli autori di alcuni libri che ho recensito e che gradirebbo capire quale sia stato il mio giudizio. Per questo ho intenzione di scrivere alcune recensioni direttamente in lingua inglese.

La versione inglese di Fucinaweb è ospitata da una diversa istanza di WordPress installata in una cartella dedicata. Esistono in realtà plugin per la gestione multilingua di WordPress, tra cui l’eccellente Gengo (grazie a Paolo per la segnalazione). Alla fine non ho seguito questa strada perché si tratta di soluzioni alquanto invasive e che al minimo aggiornamento di WordPress o di altri plugin rischiano di non funzionare più correttamente.

Se leggiucchiate l’inglese vi suggerisco di iscrivervi al feed di Fucinaweb in inglese. Riceverete l’elenco di tutti i miei interventi dalle conferenze e anche diversi contenuti originali (alcuni già online, tra cui la recensione dell’ottimo Web Form Design di Luke Wroblewski).

Se invece l’inglese non vi va a genio, o semplicemente preferite non aggiungere un altro sito alla lista dei feed, al mio ritorno dalle conferenze scriverò probabilmente un breve riassunto in italiano con i passaggi più significativi.

Future of web apps, il giorno dopo

Giornata di rientro dopo la pausa londinese. La sensazione che mi porto a casa da questa conferenza, il Future of Web Apps, conferma le mie aspettative.

I diversi relatori di questa due giorni non sono riusciti, come era del resto facile immaginare, a predire il futuro delle applicazioni web. Ma non sono neppure riusciti a proporre strategie che aiutino a realizzare applicazioni di successo basandosi sulla propria esperienza.

Il motivo è che chi parlava dal palco delle proprie soluzioni, lo ha fatto perché a suo tempo ha avuto (non dico “semplicemente”) la fortuna di trovarsi al posto giusto, nel momento giusto, con idee buone o discrete. Per questo i loro servizi sono passati di bocca in bocca, piuttosto che per aver adottato strategie vincenti.

Ha forse ragione Dick Costolo di Feedburner, che si rifiuta di parlare di strategie e analisi di mercato, in quanto troppo fallaci per essere prese in considerazione in un contesto come il web 2.0.

Sono anche colpito dal fatto che il 90% delle presentazioni vertesse su soluzioni di social networking. Il web 2.0 – per carità – si muove in quella direzione, ma siamo sicuri che non ci sia proprio null’altro a cui guardare con interesse?

Mi rimane, infine, una curiosità che non riuscirò però tanto facilmente a soddisfare. Mi piacerebbe prendere i diversi relatori, quelli di Facebook, di Digg, di Feedburner, e fargli – letteralmente – “i conti in tasca”. Vorrei proprio capire di che cifre stiamo parlando, perché anche qui secondo me ci attenderebbero delle sorprese.

Una conferenza da evitare, quindi? Non proprio. Di suggerimenti, anche se non di vere e proprie strategie, ne sono volati diversi in questi giorni: creare prodotti di qualità (piuttosto aspettare invece di uscire con versioni fallaci), circondarsi da collaboratori di valore, iterare spesso. E poi diciamocelo: sapere che il futuro della applicazioni web è ancora da scrivere è, in un certo senso, consolante.

Vi lascio con quelli che secondo me sono gli estratti più significativi dei diversi interventi di cui ho approfonditamente scritto (e di cui riporto, tra parentesi, il link)

Aggiornamento (16 Ottobre 2007) – Se non vi bastano gli interventi che ho pubblicato su Fucinaweb dal FOWA, anche su Read/Write Web è presente qualche nota presa in diretta dalle varie presentazioni.