Content Management Systems

Se gestite un sito che richiede un aggiornamento costante, molto probabilmente non create tutte le pagine come documenti Html separati o, se lo fate, rimanete in ufficio fino a tardi.

E’ molto più facile che vi stiate affindando ad un sistema per la gestione dei contenuti, dall’inglese Content Management System.

I Cms sono arrivati sul mercato all’improvviso con il boom di Internet a prezzi spaventosi, ma hanno presto subito un realistico equilibrio oltre che una maturazione sotto molti punti di vista.

Il manuale che presentiamo è proprio una guida a questo mondo, rivolta a chi si avvicina ai Cms per la prima volta, o a chi ha adottato soluzioni dalle quali vuole oggi migrare.

Non è una guida tecnica. Vengono analizzate molte tra le piattaforme disponibili per realizzare un Cms, ma non si entra quasi mai nel dettaglio del codice. Per questo la lettura è indicata soprattutto ai project o ai content manager.

Per prima cosa gli autori definiscono una metodologia per l’adozione di un Cms:

  • Asset Management: capire cosa si vuole ottenere e come (analizzare il processo e i contenuti a disposizione e organizzarli per inserirli in un Cms)
  • Transformation: come organizzare e presentare il contenuto inserito nel Cms (template)
  • Publishing: diversi permessi a diverse figure, come riutilizzare il contenuto per più media

Il Cms lo volete acquistare o costruire in casa, magari per venderlo?

I due approcci sono molto diversi, e ad ognuno è dedicato un capitolo. Nel caso lo vogliate compare imparerete come scrivere un Bdfl, cosa dovete pretendere e come capire quello di cui avete realmente bisogno, oltre al tipo di licenza che adotterete.

Se invece lo volete costruire in casa, dovete definire il ciclo di vita per la realizzazione del progetto, scegliendo il team giusto.

Avete anche una strada intermedia, ed è quella del mondo Open Source, che viene però presentato un po’ troppo velocemente.

Se avete comperato un Cms, non crediate di installare un pacchetto e di essere pronti a partire. Secondo gli autori il 50% del costo viene a ricadere sull’implementazione, la fase di definizione del sito, di realizzazione dei template, della navigazione e delle funzionalità di ricerca.

Il manuale è sicuramente interessante anche se forse è un’introduzione un po’ troppo leggera al mondo dei Cms, che sono strumenti molte volte di elevata complessità. Sarebbe stato opportuno presentare un capitolo che analizzasse un caso reale (per quanto ogni Cms cerchi di distinguersi dai concorrenti e si posizioni in fasce di mercato ogni giorno diverse).

Poiché la scelta è stata di non spingersi troppo nel tecnico, il capitolo meno riuscito è quello relativo alla costruzione di un Cms. Liquidare il ciclo di vita di un software strategico come un Cms in così poche pagine è limitativo e poco realistico. Le svariate risorse di approfondimento presentate possono però aiutare.

Pro

  • Una buona panoramica ai Cms per chi non conosce l’argomento
  • Fa capire come la fase di implementazione sia tutt’altro che esigua

Contro

  • La parte teorica e gli esempi pratici sono troppo slegati: sarebbe stato necessario includere un caso di studio, anche semplificato
  • La parte relativa alla costruzione di un Cms è troppo superficiale
  • Peccato non aver approfondito il tema dei Cms Open Source

Informazioni

Content Management Systems ¤ di Dave Addey, James Ellis, Phil Suh, David Thiemecke ¤ lingua inglese ¤ pagine 200 ¤ prezzo 29.99 dollari ¤ edito da glasshaus

Sito del manuale [nuova finestra] (scheda, errata)

Content Management

  • Perché non s’intitola “Web Content Management“, come il sito a cui fa riferimento?
  • Perché non ci sono i link per i siti di riferimento, magari con un piccolo sommario, come prevede Alessandro Lucchini (il curatore del libro)?
  • Perché l’obiettivo è andare oltre a Jakob Nielsen, superare l’era guru, e poi nessun intervento riesce a dire qualcosa di più di quello che già si è detto?

Il proposito è di andare oltre la fase di studio del web content, per vedere nella pratica quali sono i problemi e come vengono affrontati.

Bene, allora dateci più esempi pratici, più case history, più dettagli, dati e informazioni. Qualcosa del genere si può trovare negli interventi degli esperti del settore, ma spesso hanno poco spazio a disposizione e la trattazione è superficiale.

Nella prefazione si legge che l’intento del libro è che diventi uno strumento di riflessione per la nuova generazione di content manager. Può effettivamente essere uno strumento da cui partire, poiché la panoramica sul web content è ampia, non sempre riesce a scendere nei particolari, ma certo non si può prescindere da questi concetti.

Comprendiamo i dubbi di Giovanni Porzio, l’avvocato del diavolo di questo testo, ma vogliamo essere ottimisti.

  • E’ pur vero che chi scrive i contenuti dei siti italiani il più delle volte non conosce nemmeno gli elementi basilari di una comunicazione usabile
  • E’ ancor più vero che sono poche le aziende in Italia disposte ad assumere una persona per la gestione editoriale del proprio sito, mentre le web agency, eccetto le più grandi, arrancano con il personale al minimo, i programmatori
  • È vero che dietro il free-lance ci sono migliaia di ore di lavoro non pagate e che spesso le collaborazioni sono il fanalino di coda, seppure rilevanti numericamente, dell’editoria online.

Ma vogliamo essere ottimisti e crediamo che finché ci saranno corsi e master come quello di Ateneo Multimediale e pubblicazioni come Content Management, si potrà diffondere la consapevolezza della comunicazione in Internet.

In conclusione, è dalla formazione e dalle sue emanazioni che si crea la cultura della comunicazione online e di Internet non possiamo farne a meno e dobbiamo imparare a gestirlo: cominciamo da Content Management (un consiglio rivolto a tutti gli addetti, non solo i web content manager).

Informazioni

Content Management – Progettare, produrre e gestire i contenuti per il Web ¤ a cura di Alessandro Lucchini ¤ pagine 416 ¤ prezzo 23.00 euro ¤ edito da Apogeo

Web Word Wizardry

Rachel McAlpine ha scritto una schietta, ma valida guida al mondo della scrittura per il web, il cosiddetto “web writing“.

Rispetto ai tradizionali manuali sull’argomento, il testo si differenzia perché non tratta solo di stile di scrittura, ma si occupa anche di indicizzazione nei motori di ricerca, di scrittura per Intranet e di newsletter.

Tra gli argomenti presentati:

  • Regole per una proficua scrittura online
  • Scrivere ezine e newsletter
  • Web Writing e Intranet
  • I contenuti e l’iscrizione ai motori di ricerca

Un capitolo, davvero interessante, è dedicato all’uso della lingua inglese per la costruzione di un sito internazionale: termini e frasi da evitare e stile di scrittura per non essere fraintesti.

L’autrice dedica molta energia al mondo dei motori di ricerca, insegnandovi come realizzare una lista di parole chiave e sottolineando come il “buon” contenuto sia l’unica tattica che premia, cioè vi può far comparire in testa ai risultati del motore.

Un’appendice raccoglie tutte le linee guida disseminate nel testo ed è utile per una consultazione veloce.

Rachel è anche autrice di una newsletter, WebPageContent [nuova finestra], che approfondisce i temi della comunicazione nel web.

Pro

  • un capitolo è dedicato all’inglese e allo stile che rende un sito internazionale
  • profonda analisi di come il contenuto può “aiutare” i motori di ricerca nell’indicizzare le pagine

Informazioni

Web Word Wizardry – A Guide to Writing for the Web and Intranet ¤ lingua inglese ¤ di Rachel Mc Alpine ¤ pagine 260 ¤ prezzo 11.95 dollari ¤ edito da Ten Speed Press ¤ pubblicato nel 2001