L’importanza del campo “azienda”

Di maschere per inserimento dati, o form, parlo sempre in abbondanza. Ne parlo perché è un argomento di cui va capita l’importanza, ne parlo anche perché sono un utente/cliente di numerosi siti di e-commerce, aziende di promozione turistica, editori.

Ogni form ha esigenze diverse dagli altri, ma se lo scopo è quello di inviare al visitatore del materiale acquistato, ma anche una semplice brochure, cercate di prevedere sempre un campo “azienda”.

Spesso visito siti che non prevedono la possibilità di specificare un riferimento aziendale. So che se inserissi semplicemente il mio nome e l’indirizzo dell’azienda il postino o il corriere non riuscirebbero mai a trovarmi. La soluzione per il visitatore è allora quella di sporcare il campo cognome con qualcosa del tipo “Cognome c/o Azienda”, ma così facendo viene compromesso il patrimonio di informazioni che lascia.

Certo, memorizzare il campo azienda è il primo passo, ma se questa informazione non è poi passata a chi si preoccupa della consegna, si è comunque fatta poca strada. E’ quello che succede per esempio con La Fonera: ho visto il corriere percorrere l’intero stabile in cerca del mio collega che l’ha ordinata perché nel documento di viaggio non compariva in alcun modo l’azienda per cui lavora.

Il web 0.2 tra noi

Parliamo così tanto di web 2.0 che a volte sembra che tutto internet funzioni così. Per risvegliarci e tornare alla realtà è però sufficiente collegarsi, con le proprie credenziali, al sito dell’INPGI, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani.

E’ quello che ho fatto l’altra sera, intorno alle 21.30. Le mie intenzioni erano quelle di dichiarare il reddito per il 2006, operazione che da quest’anno è possibile svolgere anche online. Per posta ordinaria mi sono infatti arrivate due lettere, la prima contenente il codice, la seconda la password.

E infatti mi sono collegato senza problemi, ricevendo però questa risposta:

inpgi

Insomma, anche il server web ha il diritto di fare orario da ufficio.

L’usabilità degli URL

Il sistema di protezione dallo spam di WordPress si chiama Akismet.

Un nome un po’ infelice, difficile da ricordare e, per un italiano almeno, anche da scrivere.

Se ne devono essere accorti anche quelli di WordPress, perché il sito è raggiungibile sia che scriviate Akismet.com sia, come è successo a me, Askimet.com. Ma anche Askismet.com porta da qualche parte, ovvero in casa di uno dei creatori di WordPress.

Una bella idea, applicata da pochi che usano nomi di Url altrettanto – o più – complessi.