Il marketing degli Rss

Ho avuto modo di leggere “Unleash the Marketing & Publishing Power of RSS” di Rok Hrastnik. E’ un ebook che è possibile acquistare e scaricare, a un prezzo abbastanza impegnativo (circa 50 dollari).

Tra i pregi del testo va segnalato lo sforzo di coniugare i vantaggi dell’email con quelli dei feed Rss: non sono infatti in alternativa, ma è anzi possibile fare in modo che siano uno di traino all’altro.

I capitoli più interessanti sono però senza dubbio quelli che analizzano le diverse tipologie di flussi Rss che è possibile proporre sul sito, nonché le differenze tra le diverse tipologie di audience. In questa parte c’è tanto da imparare: rss generali, a segmento, personalizzati e molto altro.

Purtroppo alla professionalità di questa parte ne segue una molto monotona e pericolosa, in cui l’autore dà la parola a qualche esperto che cerca di convincervi su come farvi includere efficacemente dai motori di ricerca.

Alcuni suggerimenti sono anche validi, ma cominciare a dire che per essere indicizzati da Google dovete fare dei ping solo tra le cinque e mezza e le sei meno un quarto del pomeriggio è probabilmente eccessivo (anche se funzionasse).

Si tratta quindi di un testo molto valido per capire le opportunità previste dagli Rss e soprattutto per capire come poterli proporre nel vostro sito, scegliendo la modalità più adatta rispetto ai vostri contenuti e obiettivi, e soprattutto rispetto al vostro pubblico.

Information Architecture – Blueprints for the Web

Cominciano a comparire in libreria un certo numero di interessanti manuali rivolti al mondo dell’Information Architecture.

Questo testo, scritto da Christina Wodtke (una delle menti dietro a Boxes and Arrows), è un testo di introduzione alla materia, con diversi esempi concreti e un tono amabile, ma non per questo poco professionale.

Rispetto alla nuova versione del libro polare di Rosenfeld e Morville, “Blueprints for the Web” è quindi consigliato a chi ancora non conosce questa disciplina, o vuole capire se gli può essere utile nel lavoro di web designer.

L’inizio non è per la verità dei più teneri, e la Wodtke cerca subito di spazzare via alcuni preconcetti e falsi miti della professione, tenendo le distanze soprattutto da chi si professa guru (fin troppo esplicita l’allusione a Jakob Nielsen).

Uno dei temi centrali è il processo di sviluppo centrato sull’utente. Imparerete come mettervi nei panni dei lettori, creare scenari di utilizzo, ma anche come realizzare interviste e test sui prototipi, per provare prima che sia troppo tardi l’efficacia del vostro sito.

Altri capitoli classici (per un libro di Information Architecture) sono quelli relativi alla navigazione del sito e all’organizzazione e catalogazione delle informazioni. Ci è piaciuto molto l’esempio basato su The Mirror Project per illustrare cosa sono e a cosa servono i metadata. Ci siamo però resi conto che i nomi dei capitoli, sicuramente originali, non facilitano certo la rilettura mirata del manuale.

Molto ricca la rassegna delle tecniche che avete a disposizione per scarabocchiare (Drawing for Thinking) la progettazione dell’architettura. Si parla di Sitepath Diagramming, di Topic Mapping, Storyboard, Web Diagrams e Functional Specifications. Per quanto riguarda la documentazione (Drawing for Documenting), imparerete a realizzare Sitemap e Wireframe, anche adottando il vocabolario visuale di Jesse James Garrett.

Interessante ed istruttivo anche il caso studio di Digital Web Magazine. Christina è stata contattata per migliorarne l’architettura e svela passo passo il lavoro che l’ha vista coinvolta. Ci sarebbe addirittura piaciuto che avesse approfondito un po’ di più questo caso studio.

In breve

Il testo è un manuale introduttivo, snello, che non annoia e cerca di tenere viva l’attenzione del lettore con esempi sempre stimolanti e un buon caso studio. Volendo usare un gioco di parole, è l’Information Architecture del libro che ci ha lasciato un po’ perplessi: i titoli dei capitoli sono un po’ troppo criptici (soprattutto se cercate velocemente una spiegazione), e alcuni argomenti non sono ben collegati tra loro.

Informazioni

Information Architecture – Blueprints for the Web ¤ di Christina Wodtke ¤ pagine 350 ¤ prezzo 29.99 dollari ¤ edito da New Riders

The Design of Sites

The Design of Sites è un libro che comprende 90 problemi e relative soluzioni (chiamati pattern) con i quali il progettista di un sito web si imbatte durante il proprio lavoro.

Il concetto di pattern non è nuovo, ma arriva dal mondo della programmazione e ancor prima da quello dell’architettura (a coniare il termine pattern è stato infatti l’architetto Christopher Alexander, nel libro dal titolo “A Pattern Language: Towns, Buildings, Construction” del 1977).

I pattern proposti in The Design of Sites non sono né regole scritte nella pietra, né la parola finale e definitiva per le problematiche di progettazione web. Gli autori hanno invece analizzato l’evoluzione del web design riscontrando come i progettisti abbiano realizzato nel corso degli anni soluzioni che sono presto diventate degli standard de facto (come la barra di navigazione in alto e a sinistra, il logo in alto a sinistra, ecc.).

Il libro è così una raccolta di queste soluzioni, suddivise in categorie (tipologia di sito, navigazione, home page, contenuto, credibilità, e-commerce, layout di pagina, ecc.). Ad ogni pattern sono affiancate diverse immagini descrittive, una presentazione del problema e una dettagliata spiegazione della o delle soluzioni possibili. Ogni pattern non è isolato dagli altri, ma frequenti riferimenti lo pongono in relazione con quelli correlati.

Questo manuale non è sicuramente la soluzione a tutti i mali: il vostro progetto non sarà migliore impiegando ciecamente quello che gli autori presentano nel testo. Diciamo piuttosto che è un comodissimo riferimento per evitare di inventare ogni volta “l’acqua calda”: prima di cominciare lo sviluppo del sito date un’occhiata ai pattern che si avvicinano alla vostra realtà, così da valutare se ce ne sono di applicabili, e quali influenze possono avere per il vostro lavoro. Ottima, davvero ottima, la lista di risorse di approfondimento e ragionate presentata in appendice al testo e riproposta sul sito web del manuale.

Contattati da Fucinaweb, gli autori hanno accettato di rispondere a qualche domanda sul futuro dei pattern nel web design.

  1. Il titolo del vostro libro è “The Design of Sites” e a prima vista sembra solo un altro testo che insegna come realizzare siti web. In che senso è diverso e come avete deciso di organizzarlo? A che pubblico si rivolge? [Risposta 1]
  2. Cosa sono i pattern e in che modo è possibile applicarli alla realtà web? Potete darci un esempio tratto dal libro? [Risposta 2]
  3. Non è troppo presto per analizzare i siti web o organizzare una lista di buone abitudini come pattern? [Risposta 3]
  4. Il libro e i pattern sono basati sullo “User Centered Design“. Ma cos’è precisamente e come si collega al campo della “User Experience“? [Risposta 4]
  5. Non pensate che sarebbe stato utile per i lettori disporre di una versione elettronica del testo, così da permettergli di organizzare i pattern secondo le proprie esigenze? [Risposta 5]

Il titolo del vostro libro è “The Design of Sites” e a prima vista sembra solo un altro testo che insegna come realizzare siti web. In che senso è diverso e come avete deciso di organizzarlo? A che pubblico si rivolge?

Gli scaffali sono pieni di libri che descrivono come NON realizzare i siti e che elencano i più diffusi errori di usabilità. Molti di questi sono estremamente divertenti da leggere, ma in realtà non aiutano a costruire dei buoni siti.

Il nostro libro si concentra invece sulle regole, i processi e i modelli (principles, processes, patterns) che consentono di realizare siti web efficaci. Per regole si intendono i concetti di alto livello che guidano l’intero processo di progettazione. Un esempio è capire le necessità e le capacità degli utenti prima di realizzare qualsiasi cosa. Un altro è imparare le basi delle disabilità visive legate ai colori, così da evitare combinazioni di colore che possono creare difficoltà alle persone interessate da queste problematiche.

Per processo intendiamo invece il modo con cui le regole sono messe in pratica. Questa categoria include i passi principali e le pietre miliari nella costruzione di un sito e si preoccupa anche di come valutare un sito e come condurre un test di usabilità.

La parte principale del libro è però dedicata ai web design pattern (modelli per la progettazione web) . Abbiamo pensato e organizzato 90 pattern in diverse aree: navigazione, home page, gestione dei contenuti, layout di pagina.

Cosa sono i pattern e in che modo è possibile applicarli alla realtà web? Potete darci un esempio tratto dal libro?

I design pattern rappresentano un modo per comunicare tipici problemi che affrontiamo nella progettazione di un sito, insieme alla soluzioni per risolverli. Posti di fronte ad una pagina web, ad esempio, non sempre è chiaro quali immagini possono essere cliccate. Per risolvere questo problema i web designer realizzano queste immagini in modo da farle sembrare dei bottoni che è possibile cliccare. Un altro esempio: quando ci troviamo in un sito spesso non è facile capire come possiamo muoverci al suo interno. In questo caso i designer costruiscono barre di navigazione che sono disposte coerentemente in alto e a sinistra delle pagine del sito.

Lo scopo di un design pattern è catturare l’essenza di un problema insieme alla sua soluzione, descrivere quali sono gli obiettivi e i limiti, e far capire cosa funziona e cosa non funziona. Invece che reinventare continuamente la ruota, il pattern fornisce un modello e diversi esempi da utilizzare.

Sul nostro sito abbiamo caricato un pattern di esempio che descrive il Process Funnel [Pdf, 260 Kbyte] (lett. “processo di incanalamento”). In questo tipo di processo l’utente segue una serie di passi ben definiti per compiere un’operazione, come ad esempio creare un nuovo account o procedere a un pagamento.

I pattern, considerati nella loro individualità, sono in realtà solo marginalmente utili. Quello che è realmente importante è il linguaggio dei pattern, che descrive come i diversi pattern sono in relazione gli uni agli altri. Tornando all’esempio del Process Funnel, questo pattern può far parte di un sito di e-commerce o di una intranet, cioè due pattern che si trovano ad un livello più alto. Inoltre, nel progettare con il pattern Process Funnel è importante considerare anche altri elementi, come un sistema di help che dipenda dal contesto (Context-Sensitive Help), l’importanza di visualizzare gli elementi più importanti senza scorrere la pagina (Above
the Fold
) e prevenire gli errori (Preventing Errors). Questi 3 sono invece pattern che si posizionano ad un livello più basso.

Non è troppo presto per analizzare i siti web o organizzare una lista di buone abitudini come pattern?

E’ sicuramente vero che il web sta evolvendo constantemente, ma le cose hanno cominciato a stabilizzarsi. Non assistiamo a nuovi design al ritmo di qualche tempo fa, e questo è positivo, perché vuol dire che i designer sono più interesatti al web come strumento per soddisfare gli obiettivi, piuttosto che come ambiente in cui divertirsi a sperimentare.

I pattern di questo libro offrono una serie di progettazioni che sono pensate per soddisfare le aspettative degli utenti. Il dipartimento di psicologia di Wichita ha condotto un interessante studio, che consiste nel consegnare alle persone un foglio bianco, a rappresentare una home page. A questo punto è stato chiesto alle persone di disporre sulla pagina, come ritenevano più opportuno, le barre di navigazione, la casella di ricerca, i banner, ecc. Come potete immaginare, quasi tutti hanno disegnato la barra di navigazione in alto e a sinistra, la casella di ricerca in alto a destra e i banner in cima alla pagina.

Quello che è interessante notare è che siamo di fronte ad una co-evoluzione dei pattern e delle aspettative degli utenti. I pattern si basano sulle aspettative degli utenti e queste sono a loro volta basate sui pattern usati per costruire i siti. È una conversazione in continuo divenire.

Il libro e i pattern sono basati sullo “User Centered Design“. Ma cos’è precisamente e come si collega al campo della “User Experience“?

L’idea principale che sta alla base dello User Centered Design è quella di progettare il sito tenendo sempre in considerazione le esigenze degli utenti, in modo da avere continui riscontri sull’utilità e usabilità del sito in costruzione. Il modo migliore di farlo è di cominciare la progettazione e rielabolarla ogni volta che si ricevono nuove importanti indicazioni dagli utenti.

Non si tratta quindi di un approccio monolitico, dove si parla agli utenti all’inizio del progetto, si spendono alcuni mesi per realizzarlo e poi si lancia il sito, solo per scoprire che non funziona come dovrebbe. L’idea dello User Centered Design è quella di compiere un elevato numero di piccoli passi, invece che un solo grande passo.

C’è da fare un’importante distinzione tra utente e cliente (customer and client). Per utente (customer) intendiamo ogni persona che userà il sito che stiamo progettando, mentre per cliente (client) intendiamo le persone per le quali stiamo facendo il lavoro, in poche parole le persone che pagano. Nel costruire una intranet, ad esempio, i clienti potrebbero essere i dirigenti, mentre gli utenti sono le persone che usano il sito web. Questo ci aiuta ad enfatizzare il fatto che è estremamente importante ricevere dei riscontri dagli utenti perché sono queste persone, e non i clienti, che possono decretare il successo o il fallimento del progetto.

Si sente spesso parlare di User Experience. Questa disciplina riguarda fondamentalmente la percenzione che si ha di un sito, il fatto che sia divertente e facile da usare, piuttosto che un tormento. Lo User Centered Design è uno dei modi che favoriscono una User Experience soddisfacente, in quando si propone di capire le necessità e le capacità degli utenti e di costruire un sito web che soddisfi i loro obiettivi.

Non pensate che sarebbe stato utile per i lettori disporre di una versione elettronica del testo, così da permettergli di organizzare i pattern secondo le proprie esigenze?

Una delle idee originarie del libro era di organizzare i pattern in un quaderno ad anelli, in modo che i progettisti potessero organizzarli secondo quelli più rilevanti per il loro lavoro. Questa idea non è stata possibile per diverse ragioni, ma abbiamo appena finito di realizzare delle versioni a singola pagina di tutti i pattern che, per un periodo limitato, sono disponibili gratuitamente a chi acquista il libro su Amazon. I lettori di Fucinaweb hanno però la possibilità di scaricarne due in esclusiva: Multiple Ways to Navigate [Pdf, 890 Kbyte] e Preventing Errors [Pdf, 300 Kbyte]

Douglas van Duyne è presidente e amministratore di NetRaker Corporation, un’agenzia che pronone soluzioni basate sulla customer user experience
James Landayè docente di informatica all’Universtità della California a Berkeley.
Jason Hong è ricercatore di Hci presso l’Università della California a Berkeley.

The Design of Sites – Patterns, principles and processes for crafting a customer-centered web experience * di Douglas K. Van Duyne, James A. Landay, Jason I. Hong * pagine 760 * prezzo 54.99 dollari * edito da Addison Wesley * pubblicato nel 2002