The Elements of User Experience

Interaction design, information architecture, information design, ecc. Termini e discipline che molto spesso è difficile collocare o descrivere, tanto sembrano sinonimi gli uni degli altri.

Eppure, lavorando nel web, questa distinzione di competenze è spesso fondamentale per capire come realizzare siti che soddisfino realmente gli utenti.

A far chiarezza in questa babele ci ha pensato Jesse James Garrett, che ha realizzato un semplice diagramma [Pdf 17 Kbyte] (disponibile anche in italiano [Pdf 20 Kbyte]) in cui presenta queste discipline, le relazioni che intercorrono tra loro e i punti in cui si collocano rispetto allo sviluppo web.

Sulla scia del successo del diagramma, l’autore ha quindi ricavato un libro in cui ha tutto il tempo di descriverne, completarne ed estenderne i concetti, senza mai esagerare (il testo ha il grosso pregio di non superare le 200 pagine).

Come è facile immaginare, si parte dalla descrizione di User Experience, ovvero come un prodotto (nel nostro caso, un sito), viene realmente usato da un acquirente o da un utente. Capire cos’è la User Experience è il primo passo per realizzare siti che tengano in considerazione le esigenze degli utenti (si parla in questo caso di User Centered Design).

Garrett ha suddiviso il diagramma in 5 fasi (Strategy Plane, Scope Plane, Structure Plane, Skeleton Plane, Surface Plan), presentate orizzontalmente dalla più astratta a quella più vicina all’utente, e a ognuna ha riservato un intero capitolo.

Decisamente ottima l’idea di dividere ulteriormente il diagramma, anche verticalmente, basandosi sulla doppia natura del web, da un lato quello di interfaccia software, dall’altro quello di sistema ipertestuale. Questa ulteriore distinzione permette di raggruppare le discipline direttamente coinvolte nel reperimento, catalogazione e creazione dei contenuti, e quelle più vicine allo sviluppo tradizionale di applicazioni.

Senza la pretesa di voler approfondire ogni disciplina dello User Centered Design, all’autore va sicuramente il merito di descrivere con accuratezza e semplicità ogni fase del diagramma, suggerendo alla fine di ogni capitolo i migliori testi di approfondimento.

La lettura del manuale è caldamente consigliata a chiunque si trovi coinvolto nello sviluppo di un sito web di medie o grandi dimensioni e voglia capire quali sono gli attori coinvolti, ma anche a chi, al termine del proprio percorso di studi, stia valutando la possibilità di un impiego specialistico in questo mondo.

Informazioni

The Elements of User ExperieceUser Centered Design for the Web ¤ di Jesse James Garrett ¤ pagine 190 ¤ prezzo 29.99 dollari ¤ edito da New Riders

Building Accessible Web Sites

Joe Clark, giornalista canadese, ha scritto un libro tutt’altro che canonico dedicato al mondo dell’accessibilità dei siti web.

Clark utilizza un approccio critico, pratico, quasi pedante. L’approccio di chi ha sbattuto più volte la testa e ha maturato una vasta esperienza sul campo. Clark è a dire il vero una persona che difficilmente risulta subito simpatica, come abbiamo scoperto intervistandolo via email e chiacchierando con lui via Icq.

Ma questo suo atteggiamento provocatorio, quando è rivolto al mondo dell’accessibilità web, diventa proficuo.

Se vi aspettate di leggere un manuale che tesse le lodi del W3c e del Wai siete fuori strada. Joe Clark è spesso critico rispetto alle linee guida Wai perché le giudica troppo generiche per essere efficaci e molto spesso in antitesi tra loro. Una scelta che può sembrare infelice, ma che l’autore motiva approfonditamente, tanto che alla fine vi troverete d’accordo con lui.

Secondo Clark con il termine accessibilità web si intende un sito utilizzabile proficuamente dalle persone disabili. Anche in questo cozza contro l’inflazionato incipit di Tim Berners Lee e ripreso dal Wai che vorrebbe un web accessibile universalmente da tutti, da chi ha un Pentium 90 a chi si diverte con i Pda. Ma Joe Clark è realista e sa che solo sulla carta un sito accessibile è un sito che funziona con ogni periferica.

Si tratta di un testo spesso controcorrente rispetto a quello che siamo soliti leggere a proposito dell’accessibilità web. Ecco qualche esempio:

  • rendere i caratteri dimensionabili via browser è inutile: per questo ci sono gli ingranditori di testo, ormai presenti per ogni piattaforma e molto più efficaci rispetto ai browser
  • l’uso dei Css è importante, ma usare i layout a tabella va altrettanto bene
  • Bobby è uno strumento inaffidabile per il test delle pagine: non provate neppure ad usarlo
  • i D-Link non devono essere impiegati: alterano in modo irrimediabile l’aspetto della pagina
  • meglio lasciare i campi delle form vuoti piuttosto che riempirli con del testo allo scopo di aiutare gli screen reader più datati

Joe Clark è un vero professionista perché analizza ogni caratteristica dell’accessibilità web in profondità. Il solo capitolo relativo alle immagini occupa 60 pagine e c’è spazio per ogni possibile cavillo riguardo il loro uso.

E’ bravo anche perché non cade in facili tranelli. Un esempio per tutti: è consapevole che l’attributo alt non dovrebbe essere visualizzato come suggerimento dai browser, a differenza dell’attributo title.

Alcune scelte sono a dire il vero discutibili: secondo l’autore bisognerebbe impiegare sempre l’attributo title oppure non utilizzarlo mai. Probabilmente non è il caso di essere così estremisti, soprattutto con l’accessibilità del contenuto di un sito.

Questo approccio pone senza dubbio dei problemi. Cosa facciamo: diamo retta a lui o alle linee guida del W3c? Utilizziamo i D-Link oppure no? Compiliamo i campi delle form o li lasciamo vuoti? Noi abbiamo la nostra opinione, molto vicina a quella dell’autore, e che trovate in ogni puntata del nostro corso di accessibilità web.

Joe Clark è convinto che poche linee guida sono sufficienti per garantire un buon livello di accessibilità: un uso corretto delle immagini partecipa da solo a metà del lavoro. Le divide così in 3 categorie (base, intermedia, avanzata) che corrispondono alla difficoltà e al lavoro richiesto per incorporarle nei proprio siti. Molte volte un livello base è già sufficiente per realizzare un sito discretamente accessibile.

L’autore eccelle, oltre che nella già citata accessibilità delle immagini, anche nell’indicare le strategie per realizzare filmati accessibili, in particolare con i sottotitoli e le descrizioni visive e sonore. Un argomento solo a prima vista banale, ma tra i più impegnativi per chi si occupa di accessibilità web. Proprio questo importante capitolo è quello che vi presentiamo in esclusiva: avete la possibilità di scaricarlo gratuitamente dal nostro sito.

In tema di accessibilità, va detto che il libro contiene un Cdrom allegato nel quale potete trovare (ad eccezione delle immagini) tutti i capitoli, oltre a risorse di approfondimento. Un aiuto indispensabili per gli utilizzatori di screen reader.

A noi il testo è piaciuto perché è un’analisi non banale al mondo dell’accessibilità web. Capirete quanto è ancora irto di spine il percorso di chi è impegnato in questa disciplina e quanto lavoro il Wai deve affrontare per aiutare realmente gli sviluppatori nella realizzazione di siti accessibili.

Siamo però ancora lontani da quello che vorremmo leggere a proposito di accessibilità web, ovvero che siamo di fronte ad una disciplina con un suo ciclo di vita e che necessita di adeguate figure professionali strettamente interconnesse con gli altri campi dello sviluppo in internet.

Non aspettatevi indicazioni sull’accessibilità di Java, dei file Pdf o di standard come Svg: l’autore ammette l’ignoranza in materia e li ha esclusi dal libro.

Se cercate invece un testo classico, che approndisca soprattutto il ruolo delle tecnologie e degli strumenti come screen reader e browser vocali, potreste trovare più interessante un manuale come Constructing Accessible Web Sites edito da glasshaus.

Capitolo gratuito

Grazie ad un nostro accordo con la casa editrice New Riders avete la possibilità di scaricare un intero capitolo in esclusiva. Si tratta del capitolo 13, Multimedia, a nostro avviso uno dei più riusciti del manuale.

Abbiamo chiesto a Joe Clark di introdurre l’argomento per i nostri lettori:

Il web è più vasto di una semplice rete di pagine Html. La multimedialità – il video e l’audio, oltre che Flash – è uno dei componenti più attraenti dell’esperienza nel web e per questo motivo deve essere accessibile alle persone disabili. Per realizzare delle presentazioni multimediali accessibili possiamo basarci su decenni di pratica della televisione, dei video e dei film ed usare i sottotitoli (per chi non sente) e le descrizioni audio (per chi non vede).

From Building Accessible Web Sites, Isbn 073571150X, Chapter 13, Copyright 2002.
Reproduced by permission of New Riders.

Scarica il capitolo “Multimedia” [Pdf, 2.4 MBytes]

Informazioni

Building Accessible Web Sites ¤ di Joe Clark ¤ pagine 430 ¤ prezzo 39.99 dollari ¤ lingua inglese ¤ edito da New Riders

Content Management Systems

Se gestite un sito che richiede un aggiornamento costante, molto probabilmente non create tutte le pagine come documenti Html separati o, se lo fate, rimanete in ufficio fino a tardi.

E’ molto più facile che vi stiate affindando ad un sistema per la gestione dei contenuti, dall’inglese Content Management System.

I Cms sono arrivati sul mercato all’improvviso con il boom di Internet a prezzi spaventosi, ma hanno presto subito un realistico equilibrio oltre che una maturazione sotto molti punti di vista.

Il manuale che presentiamo è proprio una guida a questo mondo, rivolta a chi si avvicina ai Cms per la prima volta, o a chi ha adottato soluzioni dalle quali vuole oggi migrare.

Non è una guida tecnica. Vengono analizzate molte tra le piattaforme disponibili per realizzare un Cms, ma non si entra quasi mai nel dettaglio del codice. Per questo la lettura è indicata soprattutto ai project o ai content manager.

Per prima cosa gli autori definiscono una metodologia per l’adozione di un Cms:

  • Asset Management: capire cosa si vuole ottenere e come (analizzare il processo e i contenuti a disposizione e organizzarli per inserirli in un Cms)
  • Transformation: come organizzare e presentare il contenuto inserito nel Cms (template)
  • Publishing: diversi permessi a diverse figure, come riutilizzare il contenuto per più media

Il Cms lo volete acquistare o costruire in casa, magari per venderlo?

I due approcci sono molto diversi, e ad ognuno è dedicato un capitolo. Nel caso lo vogliate compare imparerete come scrivere un Bdfl, cosa dovete pretendere e come capire quello di cui avete realmente bisogno, oltre al tipo di licenza che adotterete.

Se invece lo volete costruire in casa, dovete definire il ciclo di vita per la realizzazione del progetto, scegliendo il team giusto.

Avete anche una strada intermedia, ed è quella del mondo Open Source, che viene però presentato un po’ troppo velocemente.

Se avete comperato un Cms, non crediate di installare un pacchetto e di essere pronti a partire. Secondo gli autori il 50% del costo viene a ricadere sull’implementazione, la fase di definizione del sito, di realizzazione dei template, della navigazione e delle funzionalità di ricerca.

Il manuale è sicuramente interessante anche se forse è un’introduzione un po’ troppo leggera al mondo dei Cms, che sono strumenti molte volte di elevata complessità. Sarebbe stato opportuno presentare un capitolo che analizzasse un caso reale (per quanto ogni Cms cerchi di distinguersi dai concorrenti e si posizioni in fasce di mercato ogni giorno diverse).

Poiché la scelta è stata di non spingersi troppo nel tecnico, il capitolo meno riuscito è quello relativo alla costruzione di un Cms. Liquidare il ciclo di vita di un software strategico come un Cms in così poche pagine è limitativo e poco realistico. Le svariate risorse di approfondimento presentate possono però aiutare.

Pro

  • Una buona panoramica ai Cms per chi non conosce l’argomento
  • Fa capire come la fase di implementazione sia tutt’altro che esigua

Contro

  • La parte teorica e gli esempi pratici sono troppo slegati: sarebbe stato necessario includere un caso di studio, anche semplificato
  • La parte relativa alla costruzione di un Cms è troppo superficiale
  • Peccato non aver approfondito il tema dei Cms Open Source

Informazioni

Content Management Systems ¤ di Dave Addey, James Ellis, Phil Suh, David Thiemecke ¤ lingua inglese ¤ pagine 200 ¤ prezzo 29.99 dollari ¤ edito da glasshaus

Sito del manuale [nuova finestra] (scheda, errata)