Anche le prime ore di vita di Google Calendar non sono state esaltanti. Ho perduto modifiche che ero convinto di aver salvato e soprattutto ero spaesato perché spesso non capivo se a una mia azione seguiva un riscontro del software.
L’ho già detto, e mi ripeto ancora una volta. La creazione di applicazioni basate su Ajax offre sicuramente delle nuove possibilità, ma pone anche delle nuove problematiche relative all’usabilità dei prodotti.
L’altro giorno nell’usare Google Calendar mi capitava di voler creare un nuovo evento, completarlo con alcuni dati, e solo dopo una trentina di secondi (quando oramai stavo facendo dell’altro) l’interfaccia mi informava che l’operazione non era andata a buon fine.
Mi chiedo poi se non stiamo utilizzando un po’ troppo pesantemente questo tipo di interfacce. Ci sono elementi in Google Calendar che effettivamente beneficiano di un’implementazione “ricca” (cioè usando Ajax), come ad esempio l’inserimento di un nuovo evento. Ma già quando si tratta di modificarlo successivamente, il fatto che il campo diventi editabile quando ci si muove sopra con il mouse è forse superfluo, oltre a trarre in inganno (ho passato 10 secondi a cercare un esplicito pulsante “edit”).
Speriamo sia solo l’esuberanza dei primi mesi, e che questo tipo di soluzioni maturi tanto da permettere di usarle solo dove hanno realmente senso.