Registrazione e identità online

Progettare un sistema di registrazione online è una delle sfide più affascinanti per chi lavora sul web, soprattutto se viene realizzata per siti che cercano di costruire una community di utenti.

Più volte ho pensato di scrivere qualcosa sull’argomento, ma ho sempre abbandonato l’intento per un dubbio relativo al punto da cui cominciare.

Mi ha fatto allora piacere che John Grohol si sia fatto invece avanti, pubblicando per Alistapart “Anonymity and Online Community: Identity Matters“, una buona introduzione.

Vi lascio al suo articolo per i dettagli, riportando qui alcuni dei tratti essenziali:

  • se dedicete di far partecipare gli utenti in forma completamente anomima, valutate almeno se sia il caso di far votare i diversi contenuti, così da dare visibilità ai migliori (e scremare il resto)
  • chiedere uno username in fase di registrazione partecipa a creare un senso di reputazione e credibilità
  • chiarite subito quali sono i benefici che si hanno nel registrarsi
  • la registrazione deve essere semplice, poche domande, le indispensabili
  • la registrazione è una piccola barriera utile per filtrare chi non porterebbe valore al dialogo
  • non sempre ha senso verificare l’email dell’utente

Ha senso imparare Ajax?

Che in futuro la percentuale di applicazioni web di tipo Ajax (e Ria in generale) aumenti sempre più è un dato di fatto. Ma non è ancora chiaro chi, all’interno del team di sviluppo di un progetto web, debba imparare a masticare questa nuova architettura. Tutti? Solo chi si preoccupa della programmazione? Chi sviluppa i template? Il designer?

Chi progetta l’interfaccia

Uso qui impropriamente il termine “progettare l’interfaccia” intendendo in realtà molte specifiche professionalità, illustrate sapientemente da Jesse James Garrett nel diagramma “The Elements of User Experience“.

Chi rientra in questa categoria farebbe bene a capire come per l’utente cambia il modo di usare un sito che utilizzi Ajax. Perché le possibilità aumentano e l’interattività si avvicina a quella di un normale programma per computer. Per capire cosa intendo potete dare un’occhiata a quanto messo a disposizione da Yahoo!. Ma tutto questo pone anche dei problemi per quanto riguarda l’accessibilità e l’usabilità di Ajax.

Chi declina il template

La cosa più importante che deve fare chi si occupa del lavoro sporco, ovvero di convertire i template in codice Html e fogli di stile, è fare in modo che questi aderiscano il più possibile agli standard web. Non solo sulla carta, ma per davvero, come dico da due anni e passa.

Il fatto che Ajax impieghi massicciamente Javascript, realizzato solitamente da chi si occupa di produrre l’Html della pagina, potrebbe trarre in inganno. Si tratta infatti di un uso avanzato di Javascript, da lasciare a chi lavora lato server.

Chi scrive il codice lato server

Ecco, direte, quali sono i veri utilizzatori di Ajax, le persone che si infangano le mani tra codice Javascript e programmazione lato server…o no?

Certo, per capire come funziona Ajax suggerisco di creare da zero un piccolo esempio, ma è imprensabile sviluppare applicazioni complesse in questo modo.

Molto meglio votarsi a un framework che sollevi da questa responsabilità. Ma se possibile non un framework lato client, come ad esempio Prototype.

In futuro (neanche tanto lontano, basti pensare a quello che sta facendo, tra gli altri, Microsoft con Atlas), il supporto per Ajax sarà integrato direttamente all’interno dei framework di sviluppo lato server, tanto da renderne “invisibile” il funzionamento.

Attenzione però, perché trasparente fa rima con pericoloso. Dovrete prestare comunque attenzione a quello che fate; non dimenticatevi che siete sempre alle prese con un browser e – la maggior parte delle volte – con il protocollo Http.

Un esempio di perfetta integrazione

Non penso di essere l’unico a prendere appunti quando trovo un sito con una buona idea, una di quelle che reputo possa tornarmi utile in futuro.

L’ultima volta è successo quando mi sono collegato, dopo qualche mese, al mio account su Flickr, il bellissimo servizio di confivisione foto recentemente acquisito da Yahoo!.

E ho subito capito che Flickr fa parte della famiglia Yahoo!, visto da chi sono stato accolto, ovvero da una schermata che mi ha informato come il mio indirizzo di posta elettronica fosse presente sia nel database di Flickr, sia in quello di Yahoo!.

Yahoo! mi presenta questa schermata fondamentalmente a mio vantaggio: mi dà la possibilità di legare le mie informazioni su Flickr con l’account di Yahoo!. E lo dice.

Unire un account Flickr e Yahoo! - 1

A me la cosa sta tutto sommato bene, per decido di preseguire. Click.

Conferma di iscrizione con dettaglio operazioni

La schermata informa su quello che sta per succedere, con eventuali limitazioni e un dettaglio delle utenze coinvolte. Notate la pulizia della schermata e i punti elenco alla fine, impossibili da tralasciare. L’utente dispone ora di ogni informazione riguardo a quello che succederà. Poiché infatti non è (almeno ancora) così frequente che due sistemi con registrazioni diversi si integrino in questo modo, è importante spiegare bene al visitatore cosa sta succedendo.

Vi accorgerete anche che tutto sommato di vantaggi in questa operazione ne ha anche Yahoo!, poiché per tutti i dati che avete lasciato a Flickr da questo momento in poi varranno le regole decise da Yahoo!

Operazione conclusa

Ecco infine una conferma che tutto si è svolto nel migliore dei modi, con un riepilogo di quello che è successo e come comportarsi d’ora in avanti.

Dal punto di vista di interazione con l’utente questo esempio non è in realtà nulla di stratosferico, e proprio per questo mi colpisce la semplicità con cui è stato affrontato a livello di intefaccia utente un argomento non banale, come la “migrazione” o – meglio – la condivisione di utenti tra due sistemi che sono nati in realtà distinte. Non oso immaginare come altri (io tra questi) avrebbero progettato la stessa procedura

Il tutto si chiude con un’email che ho ricevuto, e che spiritosamente ringrazia in questo modo:

Thanks, and we hope you enjoy the
sign-on-to-everything-in-one-place goodness!