I giudici della competizione di startup qui a Le Web 3 hanno detto la loro sui prodotti presentati, ma anche sulle presentazioni di accompagnamento. Tra le critiche condivise:
- mancanza di obiettivi precisi – quale è il problema che si tenta di risolvere?
- minuti spesi a parlare della startup invece del prodotto
- molte startup risolvono problemi troppo piccoli, hanno paura di osare di più
- speaker “titubanti”, presentazioni non pensate e progettate a dovere (“ogni minuto deve essere programmato, limato, imparato a memoria”)
Di presentazioni “titubanti” ne ho viste parecchie quest’anno, indipendentemente dall’importanza dello speaker, da Londra a Milano, da Roma a Parigi. Anzi, con l’aumentare di queste conferenze che ruotano attorno ai temi del web 2.0 sembra che la qualità delle presentazioni ne abbia sofferto. Dopo anni in cui l’elenco puntato di Powerpoint sembrava essere stato condannato a morte, capita sempre più spesso di imbattersi in dense slide con carattere corpo 12 lette parola per parola dallo speaker.
Fosse per me, creerei un software per fare presentazioni che:
– Impedisse un corpo di carattere sotto il 28
– Impedisse di scrivere frasi più lunghe di dieci parole
– Costringesse l’utente a scegliere prima un massimo di due transizioni da usare per tutta la presentazione
:)
Forse ad alcune start-up servirebbe un partner che curi la comunicazione…. che, come sembra evidente, non è un aspetto trascurabile.