Siti sotto controllo con Google Sitemaps

Ormai da qualche mese è disponibile Google Sitemaps, uno strumento nato con l’obiettivo di facilitare l’indicizzazione delle pagine di un sito da parte di Google.

Il meccanismo è molto semplice: il gestore di un sito prepara e aggiorna un file – secondo un formato ben preciso – che contiene l’elenco delle pagine di cui il sito è composto. A questo punto memorizza il file sul server e informa Google della sua posizione, oppure (molto più facilmente) utilizza qualche software che automatizza questo processo. Il motore a questo punto sa di trovare, in un unico punto, un elenco dei documenti da indicizzare e affianca questa tecnica al normale spidering del sito.

Il vantaggio è che, comunicando direttamente a Google l’elenco dei file, la probabilità che una pagina sfugga al motore di ricerca diminuisce sensibilmente. Non pensiate però che così facendo il ranking del vostro sito posso migliorare.

Al di là del vantaggio di informare precisamente Google sul contenuto del sito, è però interessante capire come questa tecnica possa aiutare nella gestione quotidiana di un sito.

Prima di tutto è bene dire che il formato proprietario richiesto da Google per la scrittura della Sitemap è sicuramente il più completo, ma non l’unico che è possibile utilizzare con questo servizio. In mancanza di meglio, anche un file di testo oppure un ormai onnipresente flusso Rss possono essere utilizzati da Google Sitemaps (a questo punto non avete molte scuse per non utilizzarlo). Esistono poi numerosi prodotti di terze parti, disponibili per le piattaforme più diffuse, che aiutano a creare in modo totalmente trasparente la mappa del sito.

Cosa ancora più importante avete la possibilità di tenere sotto controllo, tramite le statistiche che lo strumento mette a disposizione, l’attività dello spider di Google nel vostro sito.

Da un lato infatti potete verificare gli eventuali errori di indicizzazione dei file presenti nella mappa che avete creato, dall’altro anche gli errori che Google incontra durante la normale indicizzazione del vostro sito. Questa funzionalità vale da sola lo sforzo per iscriversi e creare la mappa.

Statistiche di Google Sitemaps

Il marketing degli Rss

Ho avuto modo di leggere “Unleash the Marketing & Publishing Power of RSS” di Rok Hrastnik. E’ un ebook che è possibile acquistare e scaricare, a un prezzo abbastanza impegnativo (circa 50 dollari).

Tra i pregi del testo va segnalato lo sforzo di coniugare i vantaggi dell’email con quelli dei feed Rss: non sono infatti in alternativa, ma è anzi possibile fare in modo che siano uno di traino all’altro.

I capitoli più interessanti sono però senza dubbio quelli che analizzano le diverse tipologie di flussi Rss che è possibile proporre sul sito, nonché le differenze tra le diverse tipologie di audience. In questa parte c’è tanto da imparare: rss generali, a segmento, personalizzati e molto altro.

Purtroppo alla professionalità di questa parte ne segue una molto monotona e pericolosa, in cui l’autore dà la parola a qualche esperto che cerca di convincervi su come farvi includere efficacemente dai motori di ricerca.

Alcuni suggerimenti sono anche validi, ma cominciare a dire che per essere indicizzati da Google dovete fare dei ping solo tra le cinque e mezza e le sei meno un quarto del pomeriggio è probabilmente eccessivo (anche se funzionasse).

Si tratta quindi di un testo molto valido per capire le opportunità previste dagli Rss e soprattutto per capire come poterli proporre nel vostro sito, scegliendo la modalità più adatta rispetto ai vostri contenuti e obiettivi, e soprattutto rispetto al vostro pubblico.

Il ciclo di vita dell’accessibilità web (prima parte)

Presentiamo una versione rivista e ampliata dell’articolo “The Lifecycle of Web Accessibility” pubblicata dall’autore su evolt.org in inglese nel dicembre 2002

La costruzione di un sito web è un compito che richiede competenze molteplici e diversificate, ognuna con il proprio ciclo di vita. Lo sviluppo, come abbiamo avuto modo di imparare all’università, ha un ciclo di vita, e così l’usabilità, la progettazione e la creazione dell’informazione.

Discutendo di accessibilità web sembra però che questa disciplina entri in gioco solo quando realizziamo le pagine o scriviamo i contenuti, ma solo a prima vista è così. Quella dell’accessibilità è una vera a propria cultura che deve essere chiara fin da subito a chiunque lavori alla costruzione del sito web, pena risultati scadenti.

In questo articolo suddivideremo il ciclo di vita dell’accessibilità di un sito web in 5 fasi e vedremo come queste siano strettamente collegate ad altre discipline, come la progettazione grafica, lo sviluppo e la gestione dei contenuti.

Anche se la trattazione procede per punti è bene sottolineare che questo ciclo non va inteso come una sequenza lineare di passaggi. Ci soffermeremo inoltre ad analizzare le competenze professionali richieste piuttosto che il ruolo delle persone (perchè la stessa persona può aver maturato diverse competenze, soprattutto nel caso di progetti di piccola dimensione).

La prima fase, tema di questa parte, è l’analisi dei requisiti.

Strategia e analisi dei requisiti

Di cosa si tratta

L’analisi dei requisiti rappresenta il momento in cui sono ipotizzati e in seguito definiti gli utenti del sito, vengono espresse le motivazioni economiche ed evidenziati i limiti tecnologici nonché le aspettative dell’utente. Vi troverete a interagire con il cliente per capire qual è l’obiettivo del sito e per assegnare il giusto numero di risorse e di mezzi per costruirlo.

Solitamente, se state facendo un buon lavoro, ipotizzerete diversi scenari d’uso. Uno scenario è un’ipotetica rappresentazione di come una specifica (e immaginaria) persona interagirà con il sito, ed è composto da un profilo utente (chiamato per l’appunto persona), dal programma di una sua giornata tipo e dalle aspettative che ha nei confronti del sito, ma anche molto di più.

Come entra in gioco l’accessibilità web

Dovete definire i profili delle persone che useranno il vostro sito, cercando di essere il più dettagliati possible. Questo significa che dovete prendere in considerazione persone con diversi gradi di abilità, sia fisica, sia tecnologiaca. Potete trovare degli esempi eccellenti leggendo “Dive Into Accessibility” di Mark Pilgrim, una serie di lezioni composta da 4 scenari basata su persone disabili e scritte dall’autore per aiutare gli sviluppatori a realizzare weblog (ma anche siti) accessibili.

Che tipo di disabilità prendere in considerazione dipende dal pubblico del vostro sito, ma non dimenticate che in linea generale una persona disabile interagisce con qualunque tipologia di sito. Potreste pensare, ad esempio, che un cieco non userà mai un sito che vende libri, ma questo è lontano dall’essere vero. E se vuole regalare il libro ad un amico: potete permettervi di escluderlo dalla lista dei vostri clienti?

Non dimenticatevi poi che l’accessibilità significa anche accesso al contenuto da parte di piattaforme (browser, sistemi operativi) tra di loro molto diversi.

Gli scenari che andrete a creare possono influenzare diversi e importanti aspetti del vostro progetto.

Se state riprogettando un sito, ad esempio, dovete decidere se convertire o meno del contenuto scritto per la versione precedente (in quanto potrebbe essere scritto in formato totalmente o parzialmente inaccessibile), o di convertirlo in formato accessibile. Questo potrebbe avere un forte impatto sui costi: è fondamentale prendere la decisione in questa fase.

Se state valutando l’acquisto di un CMS, dovete inoltre verificare la sua aderenza agli standard web e la possibilità che questo crei contenuti accessibili. Un aiuto ve lo può dare CMS Matrix, un sito che presenta un elenco aggiornato di questo tipo di soluzioni.

Attenzione però: CMS accessibile non vuol dire che deve essere semplicemente in grado di aggiungere gli attributi alt alle immagini o produrre codice valido. Se il vostro obiettivo è quello di servire periferiche diverse (telefonini, PDA) quello di cui avete bisogno è uno strumento che permetta di inviare contenuti diversi (ad esempio completi per il web, parziali per dispositivi con monitor limitati) a dispositivi diversi.

Non dimenticate poi che il CMS può aiutarvi a creare un contenuto accessibile, ma non può farlo al vostro posto (su questo argomento ritorneremo più avanti).

Se non riuscite a trovare un prodotto che rispetti le vostre richieste, potreste addirittura voler decidere di costruirlo voi stessi o di commissionarne uno.

In questa fase si tratta infine di individuare i redattori e in generale le figure professionali che prepareranno il contenuto del sito e si preoccuperanno di aggiornarlo. Hanno specifiche competenze in fatto di accessibilità web o devono essere opportunamente formati? Non fate passare troppo tempo prima di svolgere queste verifiche, anche perché prima siete pronti con il caricamento dei contenuti, prima potete inziarlo. Non è quasi mai obbligatorio attendere lo sviluppo di tutto il sito per cominciare a popolarlo di contenuti.

Finisce qui la prima fase del ciclo di vita. Nella prossimo interventi analizzeremo la progettazione contettuale, ovvero la struttura e funzionalità del sito.