Perché i designer falliscono gli obiettivi

Scott Berkun ha recentemente pubblicato i risultati di un sondaggio utili per evidenziare i motivi che possono condurre i designer a realizzare prodotti non in linea con gli obiettivi.

Ecco le principali cause di fallimento secondo gli intervistati (tenete conto che il pubblico di Scott Berkun è composto in gran parte da project manager):

  1. Non designer che prendono decisioni relative al design;
  2. Manager che prendono decisioni senza un background appropriato;
  3. Designer che non compiono le opportune ricerche prima di iniziare il lavoro;
  4. Non è concesso tempo sufficiente per pensare nel lungo termine;
  5. Mancanza di ricettività ai feedback;
  6. Scarsa conoscenza delle logiche di business;
  7. Lo “user centered design” è considerato una disciplina importante, ma solo a parole;
  8. Non è concesso di sbagliare e neppure di sperimentare;
  9. Al designer non è data autonomia nella gestione del progetto;
  10. Si fa troppo affidamento a un unico stile di design.

Dal mio punto di vista di web project manager concordo con quasi tutti gli elementi di questa lista e ammetto che in passato ho forse preteso un po’ troppo controllo sulla parte creativa di un progetto (applicando di fatto quanto riportato al punto 1).

I risultati del sondaggio di Berkun ricordano tra l’altro molto da vicino i fattori che limitano l’influenza del design in azienda evidenziati da Luke Wroblewski e Tom Chi, soprattutto la mancanza di visione sull’importanza del design. 

Il tema è importante: ancora oggi il design è considerato un semplice abbellimento dell’interfaccia su cui chiunque può dare la propria autorevole opinione. L’analisi dell’applicazione si concentra spesso sulle sole funzionalità tecniche e di programmazione, ritenute il vero cuore dell’applicazione.

Attenzione però: se fino a qualche anno fa il cliente era conquistato da un prodotto che faceva quanto richiesto, oggi lo dà per scontato. A parità di funzionalità vince la soluzione più semplice da utilizzare, armoniosa, organizzata con logica, bella. Una sfida tutt’altro che banale.

Il vero web sociale al Romecamp

Sono convinto che l’innovazione, le buone idee e gli spunti di qualità nascano in prevalenza nei momenti difficili e di avversità. Una situazione economica in declino favorisce questo tipo di processi, ma non è l’unico fattore. Se penso alle persone che mi circondano – amici, colleghi, conoscenti – mi accorgo che chi si è dato da fare per ottenere e riuscire è molte volte chi si è trovato nella vita a percorrere una strada in salita rispetto ai coetanei.

Al Romecamp il primo fattore, la crisi economica – che io chiamo affettuosamente “la fame” – non ha prodotto risultati di rilievo nel migliorare la qualità dei contenuti (probabilmente perché è ancora un po’ troppo presto e gli effetti di quello che sta accadendo non sono ancora chiari). Le presentazioni e conversazioni a cui ho assistito e partecipato erano tutte più che dignitose, anche se un po’ povere di reali idee da sviluppare.

Ma al Romecamp c’era anche chi se ne intende di strade in salita e di situazioni non sempre facili da affrontare. Non è allora un caso che gli spunti più interessanti che ho portato a casa siano nati nel corso dell’intervento di Alessandro Marzi e Maria Di Profio di Strada Sociale, il progetto territoriale per la riqualificazione economica-sociale di via Toscani, a Monteverde.

Se volete capire le vere potenzialità del web 2.0, di un blog e di Facebook al di fuori del nostro mondo geek, ascoltate con attenzione le parole di Alessandro: per spiegarvelo e convincervi impiega circa un paio di minuti. Se dubitate del successo dell’iniziativa fatevelo raccontare nella seconda parte dell’intervento da Maria. E, quando avete finito, magari riascoltate tutto una seconda volta (streaming permettendo).

Conclusions – Web 2.0 Expo Berlin

This will be my last post regarding this year’s Web 2.0 Expo, of which i attended the first 2 of 3 days. It’s time for conclusions and votes, but also for some quotes that didn’t fit in my previous posts.

Quotes

I don’t believe in markets – Martin Varsavsky

In today’s scenario I could not have started Fon  – Martin Varsavsky

There are times when markets are prepared to give entrepreneurs ridiculous money and times when their refusals are ridiculous  – Martin Varsavsky

In America many users of Fon are bills, while in Japan they are linuses. That’s because Americans want to earn money, Japanese like to give something to others  – Martin Varsavsky

Developing an interaction audit for Ebay was not like following a strict blueprint – Josh Damon Williams

Adobe AIR sucks! – Alex Stamos (Actually he didn’t tell that, but this is a good summary)

If you do the right thing, it’ll come back to you – Yossi Vardi

“What’s the secret of you success?” “Luck” – Yossi Vardi to Tim O’Reilly

Create more value than you capture – Tim O’Reilly

Great challenges equals great opportunities – Tim O’Reilly

A victory small enough to be organized is too small to be decisive – Eliot Janeway cited by Tim O’Reilly

Business plans and sausages have one thing in common: only those who don’t know how they are made are willing to eat them – Yossi Vardi

Let your web application free for all but one customer. The one that will buy your company – Yossi Vardi

Plus and minuses

On the plus side:

  • Organization
  • Physical space (except for lunch)
  • Location
  • Quality of speeches
  • Affordable wireless connection

Minuses:

  • Lunch
  • Some promising speeches were cancelled
  • Networking site (Crowdvine)

Other great coverage of the Web 2.0 Expo in Berlin