Suggerimenti di lettura per il 2007

Dovessi suggerire a chi si occupa di progetti web (nel senso più ampio del termine, dalla progettazione, allo sviluppo, ai contenuti) alcuni libri pubblicati nel 2006 e che ho trovato utili nel mio lavoro, sceglierei probabilmente questi 4:

  • Don’t make me think (seconda edizione) di Steve Krug. I concetti principali di usabilità web spiegati in meno di 200 pagine e con uno stile moderno, ironico, accattivante. Non dimenticherete facilmente i concetti appresi. Se già avete la prima versione del testo, però, i 3 capitoli aggiunti in questa edizione non valgono la nuova spesa
  • Building Scalable Websites di Cal Henderson. Da uno dei capi progetto di Flickr, un manuale che non parla solo di come creare siti web che siano scalabili, cioè che siano in grado di rispondere efficacemente a carichi di utenti e di elaborazione. Quella che viene affrontata da Henderson è invece una metodologia di progetto che parte dalla scelta dell’ambiente di sviluppo e dei prodotti per la gestione dei sorgenti del codice fino ad affrontare i sistemi di statistica e di alerting, passando per l’analisi dei colli di bottiglia e delle tecniche di scalabilità per web server e database. Ed è proprio questa eterogeneità di argomenti a fornire al lettore buoni spunti per organizzare i propri progetti a 360 gradi.
  • Naked Conversations di Robert Scoble e Shel Israel. In questo testo si parla di business e weblog, di come società come Microsoft, reticenti nel fornire questa possibilità ai propri dipendenti, abbiamo poi scelto di aprire le porte ai weblog aziendali. Un libro che parla dei big ma anche delle piccole aziende, di consulenti, di pubblicità e di come proporsi con il proprio weblog aziendale, ma anche dei passi falsi e le scorciatoie da evitare assolutamente.
  • Blog! di David Kline e Dan Burstein. Un compagno ideale di Naked Conversations, questo testo ha un respirio più ampio del precedente, affrontando il tema dei weblog non solo nel mondo professionale/aziendale, ma nella politica e più in generale nell’ambito culturale. Mi sono trovato a sottolineare diversi spunti e idee.

Politica e web 2.0

Ho sentito, e soprattutto letto molti lamentarsi dell’apparizione (non richiesta) di politici a Le Web 3. Qualcuno vuole perfino indietro i soldi. Ma siamo sicuri che questa situazione sia da condannare in toto?

E’ sicuramente vero che questo ha sottratto tempo prezioso al già ambizioso programma della giornata, ma sono convinto che si sia trattato comunque di momenti da cui trarre qualcosa, e cioè che la politica europea, francese, ma sicuramente anche italiana:

  • non sa cosa sia internet
  • non è rappresentativa dei bloggers
  • non si rende conto di partecipare a un evento che parla di comunità, condivisione, open source e usa invece un tono unidirezionale, scialbo
  • si fa bel danno, molto meglio stare a casa
  • non sa più comunicare
  • parla di argomenti troppo semplici/semplicistici (come diceva con tempismo poco dopo dallo stesso palco David Weinberger)

E’ stata illuminante in questo senso l’entrata sul palco di Nicolas Sarkozy. Lo abbiamo dovuto aspettare, vedere salire precipitosamente sul palco, esibirsi in un soliloquio in francese, terminare, uscire di corsa dalla porta di servizio, faccia scura in volto.

Quanto strideva questo compartamento da quello che stava succedendo fino a pochi minuti prima in quella sala! Che differenza di comunicazione!

Siamo sicuri che non sia servito da lezione? Perché se non fosse successo e fossimo rimasti tra noi blogger, magari uscendo avremmo pensato, anche dopo aver letto Naked Conversations e Blog!, che non solo noi, ma anche il mondo della politica è pronto per il web 2.0. Beh, la strada è ancora lunga.