Gli elementi dell’Esperienza Utente

L’Esperienza Utente riferita al web è un approccio che aiuta a migliorare la fruizione di un sito da parte del visitatore.

Molte sono le discipline poste sotto l’ombrello dell’Esperienza Utente: Information Architecture, Information Design, Content Requirements, ecc.

Per chi lavora sul web, e per i suoi clienti, non sempre è facile capire le differenze tra queste discipline e i rapporti che intercorrono.

Un Pdf chiarisce il ruolo dell’Esperienza Utente

A chiarire le idee ci ha pensato Jesse James Garrett, che in un documento Pdf di una pagina chiarisce la terminologia usata dagli esperti di Esperienza Utente e le relazioni che intercorrono tra i suoi diversi elementi.

Il documento è disponibile in inglese [Pdf – 17 Kbyte] e nella sua traduzione italiana [Pdf – 21 Kbyte].

Jesse sta anche scrivendo un libro che parlerà proprio di esperienza utente e abbiamo così colto l’occasione di rivolgergli qualche domanda.

Cos’è l’Esperienza Utente e perchè è importante conoscerla?

L’Esperienza Utente è un approccio, un modo di pensare al processo di sviluppo web. Con l’Esperienza Utente si sostiene che l’esperienza di un utente sul sito determina il successo o il fallimento della visita. Un’analisi metodologica dell’esperienza è il miglior modo per assicurare il successo della visita.

L’esperienza utente è importante perché la tecnologia da sola non è sufficiente per risolvere i problemi di tutti i giorni. Forse l’utente entra in un sito cercando delle informazioni; forse vuole sbrigare degli affari; forse ha solo bisogno di inviare un messaggio a qualcuno. Non importa quello che vuole fare, ma sicuramente lo strumento che lo aiuta non è esclusivamente qualcosa di tecnico – è uno strumento costruito appositamente per andare incontro alle sue esigenze. La tecnologia che promette potenti capacità, ma richiede all’utente di faticare per ottenerle, non è una soluzione. È solo un altro problema.

Cosa troveremo nel tuo libro?

Il libro è un’introduzione ai concetti base nel campo dell’Esperienza Utente applicata al web. Non parla di strumenti o tecnologie usati per migliorare l’esperienza dell’utente. Riguarda invece i procedimenti che costituiscono il nostro lavoro. Il libro è scritto per essere accessibile a persone poco familiari con il mondo dell’esperienza utente.

Qual è lo scopo del Pdf disponibile sul tuo sito?

Originariamente l’ho creato per me – si è rivelato un ottimo aiuto per chiarirmi le idee durante il mio lavoro. In seguito il diagramma è diventato un utile strumento per comunicare queste idee ad altre persone. Sono un consulente da diversi anni e questo lavoro richiede di spiegare il mio lavoro anche a persone poco familiari in questo campo. Dopo che ho pubblicato il documento Pdf sul sito molti altri lo hanno trovato utile, sia per loro stessi sia per le persone con le quali lavorano.

Qual è il pubblico a cui si rivolge il libro?

Prima di tutto i miei clienti. Durante il primo incontro con loro mi piacerebbe dire: “Siamo pronti per cominciare questo progetto. Potrei usare delle parole che non capite. È necessario prendere molte piccole decisioni e vi potrebbe sembrare che non siano importanti. Invece lo sono, e per il successo di questo progetto ho bisogno che capiate perché sono importanti. Questo libro vi aiuterà a capire queste cose, capire il linguaggio che useremo e capire perché facciamo le cose in questo modo. Portatelo a casa e leggetelo stasera, è molto breve. Domani possiamo cominciare a migliorare il sito per i vostri utenti”

Naturalmente questo tipo di approccio funziona bene anche con altre persone che hanno difficoltà a capire il nostro lavoro, non solo i clienti. Spero così che chi sta imparando cosa sia l’esperienza utente riesca anche a trarne beneficio.

Il libro è indicato solo a chi si occupa di progetti di grosse dimensioni?

Alcune delle tecniche descritte si applicano principalmente a progetti su larga scala. Visto che l’enfasi del libro è sul “perché” piuttosto che sul “come”, penso comunque che il libro sia utile anche a chi lavora su piccoli progetti. Il libro includerà una discussione di come comportarsi in diverse situazioni, da progetti di piccola a grande scala.

ASP.NET svelato – Intervista a Alex Homer e Dave Sussman

Intervista a Alex Homer e Dave Sussman, autori del miglior manuale oggi disponibile per ASP.NET: Professional ASP.NET 1.0 Special Edition

Vedi anche:

  1. A seguito del successo di Professional ASP.NET beta 2, edito da Wrox, sta per uscire Professional ASP.NET 1.0 Special Edition. In cosa differisce dal precedente? Uno sviluppatore ne ha davvero bisogno se ha già acquistato il primo? [Risposta 1]
  2. ASP.NET non è semplice come ASP e lo stesso si può dire del .NET Framework. Il codice ASP dovrebbe essere riscritto per ottenere i benefici delle nuove caratteristiche di ASP.NET. Quali sono le vostre previsioni per il successo di questa piattaforma? [Risposta 2]
  3. Qual è secondo voi la migliore caratteristica di ASP.NET ? E cosa invece si sarebbe potuto migliorare o aggiungere in ASP.NET ? [Risposta 3]
  4. ASP.NET e il .NET Framework sembrano molto simili a JSP e alla piattaforma Java, ma forse mi sbaglio, vero ? [Risposta 4]
  5. Molti sviluppatori credono che sviluppare applicazioni ASP.NET con VB.NET o con C# sia praticamente lo stesso. Che cosa ne pensate? C’era davvero bisogno di un nuovo linguaggio come C#? [Risposta 5]
  6. ASP.NET è composta di molti componenti, primo fra tutti il controllo DataGrid. Sono controlli veramente potenti o è necessario scrivere un bel po’ di codice nelle situazioni reali? [Risposta 6]

A seguito del successo di Professional ASP.NET beta 2, edito da Wrox, sta per uscire Professional ASP.NET 1.0 Special Edition. In cosa differisce dal precedente? Uno sviluppatore ne ha davvero bisogno se ha già acquistato il primo?

Alex Homer

Quello che cambia è che abbiamo preso il testo e il codice e li abbiamo controllati e adattati per la versione 1.0 di ASP.NET e del .NET Framework.

Ci sono anche alcune novità. Ho aggiunto un nuovo esempio su ADO.NET per illustrare i vantaggi di una nuova caratteristica del DataAdapter.

Poco prima del rilascio finale sono cambiate le specifiche di sicurezza, così il capitolo 14 è stato modificato in più punti. Anche altri capitoli sono stati aggiornati per riflettere le ultime modifiche al Framework. Abbiamo infine rivisto accuratamente tutti i capitoli per includere le correzioni degli errori e i suggerimenti ricevuti.

Se avete la versione beta 2 del libro, vi accorgerete che quasi tutto funzionerà egregiamente (anche se dovete scaricare l’ultima versione dell’errata corrige [nuova finestra] da o direttamente da http://www.wrox.com/). Inoltre, usando il servizio online di Wrox, sarete in grado di acquistare la nuova versione del libro in formato elettronico a prezzo speciale.

Va comunque detto che per gli sviluppatori il libro vale il suo prezzo e recupereranno il costo non appena gli verrà richiesto di realizzare soluzioni ASP.NET.

Dave Sussman

Abbiamo sostanzialmente allineato il libro con la versione 1 di ASP.NET. Siamo infatti rimasti in stretto contatto con il gruppo di sviluppo ASP.NET (non a caso uno degli autori lavora in questo gruppo) e sebbene Microsoft non avesse pianificato dei cambiamenti nella versione definitiva, inevitabilmente qualcuno ce n’è stato.

Complessivamente non ci sono stati degli stravolgimenti tra la beta 2 e la versione finale, ma ci sono state alcune modifiche che hanno avuto un certo impatto. Un’area di grandi cambiamenti è stata ad esempio la sicurezza.

La maggior parte degli esempi presenti nel vecchio manuale dovrebbe funzionare, ma ce ne potrebbero essere alcuni di inaccurati. Ho sensibilmente migliorato gli esempi della nuova edizione, tanto che sono ora disponibili sia in Visual Basic .NET sia in C# e sono installati con un apposito programma di setup. Potete probabilmente continuare ad usare la vecchia versione del libro, ma scaricare i nuovi esempi è sicuramente qualcosa che vale la pena fare.

Un’altra cosa che ci eravamo ripromessi era di correggere i diversi errori che sono finiti nel libro, soprattutto di ortografia e di grammatica. Sotto questo aspetto l’edizione 1.0 dovrebbe mostrare un sensibile miglioramento.

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ASP.NET non è semplice come ASP e lo stesso si può dire del .NET Framework. Il codice ASP dovrebbe essere riscritto per ottenere i benefici delle nuove caratteristiche di ASP.NET. Quali sono le vostre previsioni per il successo di questa piattaforma?

Alex Homer

La mia opinione è sicuramente di parte, visto che mi sono occupato di ASP.NET per un lungo periodo, anche se il suo sviluppo si è protratto principalmente nel corso degli ultimi due anni. Mi piace ASP.NET, e odio dever tornare a lavorare con ASP 3.0. Questo succede a tutti gli sviluppatori con cui ho modo di parlare.

Inoltre, non c’è nessun rischio nell’installare ASP.NET e nel provarlo, visto che coesiste con ASP 3.0 senza problemi. Il nostro sito (mio e di Dave, consultabile all’indirizzo http://www.daveandal.com/ [nuova finestra]) include sia pagine ASP 3.0 sia ASP.NET. Se avete Windows 2000 (o XP) potete provare ad installare ASP.NET, visto che è stato anche rimosso con successo senza sconvolgere il sistema operativo.

Quindi, perché non usare ASP.NET? Penso che il livello di adozione aumenterà in breve tempo da parte di sviluppatori web Microsoft. Non escludo che si potrebbero verificare delle “conversioni” anche da chi oggi usa altre piattaforme.

Riguardo alla piattaforma .NET in generale (invece che solo ASP.NET), non sono più così sicuro. Avrà certamente successo, ma in quanto tempo dipende dalla velocità con la quale gli sviluppatori installeranno il Framework .NET sulle loro macchine. Anche in questo caso, visto che non cambia il sistema operativo e il .NET Framework sarà disponibile in service pack o installato con le prossime versioni dei prodotti, potremmo assistere ad una veloce adozione.

Dave Sussman

Penso che la tecnologia ASP.NET sia eccezionale, in quanto è decisamente migliore rispetto alle versioni precedenti. Ogni cosa è molto più semplice da fare. La class library fornisce praticamente tutto quello che prima era necessario gestire via codice e la nuova architettura rende il codice manutenibile.

Sono però d’accordo: riscrivere il codice è l’unico modo per ottenere il meglio da ASP.NET. Alcuni si sono lamentati di questa necessità, ma personalmente sono convinto che siamo rimasti legati fin troppo a lungo a prodotti di qualità inferiore solo per garantire la “backward compatibility” (compatibilità verso il basso). Arriva un giorno in cui bisogna stringere i denti e abbracciare il futuro e io sono convinto che .NET sia il futuro per gli sviluppatori Microsoft.

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Qual è secondo voi la migliore caratteristica di ASP.NET? E cosa invece si sarebbe potuto migliorare o aggiungere in ASP.NET?

Alex Homer

Penso che la caratteristica più importante sia il fatto che le pagine sono compilate come file di classi, invece di essere semplicemente interpretate ed eseguite ad ogni richiesta. Questo è quello che ci permette di usare tutte le altre funzionalità, come l’architettura orientata agli oggetti e gli ottimi controlli lato server.

Se non ci fossero la compilazione e il caching del codice eseguibile, sarebbe impensabile usare ASP.NET. Il processore ASP.NET impiegherebbe infatti troppo tempo a costruire pagine complesse con un’enormità di controlli e oggetti ogni volta che la pagina è richiesta.
Tutto questo dipende naturalmente dallo strato sottostante, il .NET Framework, senza il quale ASP.NET non esisterebbe.

E’ difficile dire cosa manca o pensare a qualche cosa che si sarebbe potuta realizzare meglio. Penso che stiamo ancora cercando di capire cosa è possibile fare, e quale è il modo migliore di usare ASP.NET per soddisfare le nostre necessità. Con il passare del tempo ogni lacuna, debolezza e difetto diventeranno ovvi.

L’unica area nella quale ho trovato qualcosa di migliorabile è ADO.NET: a volte ho difficoltà a ottenere ciò che voglio. Probabilmente questo è causato dal fatto che mi aspetto troppo, visto che si tratta di una tecnologia molto potente e generale.

Diciamo che potrei essere più critico fra un anno?

Dave Sussman

Uhm…domande difficili. La cosa migliore è probabilmente l’architettura. Mi piace avere un modello di programmazione basato sugli eventi, che rende il codice molto più pulito.

Non riesco a trovare nessun grosso difetto ad ASP.NET, penso sia una tecnologia eccezionale.
L’unica cosa che ho notato (il gruppo di sviluppo non ha avuto il tempo di cambiarla) è che la funzionalità di tracing è “chiusa”. Mi sarebbe piaciuto avere la possibilità di estenderla, magari scrivendo su un database e un monitor tcp invece di usare un sistema di default.
Un meccanismo cioè simile al .NET Trace Listeners, dove è possibile estendere o rimpiazzare lo schema di tracing esistente.

Ho anche qualche problema con le class library. Sarebbe interessante avere qualche altra classe ereditabile invece che chiusa.

Avrei infine piacere di poter usare un modello di database connesso. È infatti un approccio ancora largamente diffuso: avere a che fare con un modello disconnesso può a volte essere scomodo.

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ASP.NET e il .NET Framework sembrano molto simili a JSP e alla piattaforma Java, ma forse mi sbaglio, vero?

Alex Homer

Dipende da cosa si intende con “simili”. L’idea di avere una virtual machine o un runtime non è nuova. Visual Basic aveva un runtime, che compilava il P-code in codice binario per l’esecuzione. Sotto questo punto di vista si può dire che Visual Basic è simile a Java (e quindi che ASP è simile a JSP).

Lo scopo di avere una virtual machine, specialmente nel caso di Java, è di rendere indipendente il codice del programma dal sistema operativo. Un problema è dato però dalla velocità e dall’efficienza: le virtual machine provocano sempre un calo di performance se vogliono essere indipendenti dalla piattaforma.

.NET non è una virtual machine, ma è invece un vero runtime. Si posiziona sempre tra il codice del programma e il sistema operativo, ma il codice che .NET esegue è prima compilato in un file binario di tipo Microsoft Intermediate Language (MSIL). Il runtime è in grado di eseguire il codice MSIL in modo molto efficiente, con una minima conversione. Il runtime usa inoltre tutta una serie di funzionalità, dalla compilazione just-in-time alle tecniche di caching, per massimizzare le prestazioni: un’area che Java deve ancora prendere in considerazione.

Per questo ASP.NET e la piattaforma .NET all’oggi si avvicinano di più all’esecuzione di codice nativo di quanto facciano JSP e Java.

Dave Sussman

Così dicono, ma non so praticamente nulla di JSP, così non sono nella condizione di dare un giudizio. ASP.NET è frutto della volontà da parte del gruppo ASP di migliorare il loro prodotto, indipendentemente da Java. Anche se fosse realmente simile a Java, non ci trovo alcun problema. I sostenitori di Java si lamentano con Microsoft perché secondo loro la casa di Redmond non è in grado di realizzare prodotti alla stregua di Java. Poi però si lamentano nuovamente quando i prodotti ci sono. C’è abbastanza posto per tutti e due. Vorrei che entrambe le parti se ne rendessero conto e lavorassero per l’interoperabilità tra i due mondi.

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Molti sviluppatori credono che sviluppare applicazioni ASP.NET con VB.NET o con C# sia praticamente lo stesso. Che cosa ne pensate? C’era davvero bisogno di un nuovo linguaggio come C#?

Alex Homer

È praticamente la stessa cosa, perché generalmente si usano le classi delle librerie .NET: i metodi e le proprietà sono le stesse indipendentemente dal linguaggio usato. La sintassi è comunque alquanto diversa e passare da un linguaggio all’altro (specialmente da VB.NET e C#) non è banale.

Per uno sviluppatore Java e C++, C# è sicuramente più facile da imparare, mentre gli sviluppatori VB (e anche quelli VBScript) avranno presto la padronanza per lavorare con VB.NET.

Una cosa su cui porre l’accento è che entrambi i linguaggi hanno la loro sintassi “privata”. Visual Basic NET, per esempio, consente ancora l’uso di funzioni come Instr. Bisognerebbe cercare di usare le librerie che sono comuni a tutti i linguaggi, invece di quelle private. In questo caso è meglio usare IndexOf (un metodo della classe System.String), invece di InStr.

Tutti i linguaggi sono simili in .NET (con alcune piccole eccezioni), e il linguaggio che si sceglie dovrebbe essere quello con cui si è più produttivi. Non c’è niente di male nell’imparare altri linguaggi (volete forse provare a usare COBOL?), ma non c’è nessun obbligo.

Ci sono molte ragioni che giustificano la creazione di un “nuovo” linguaggio come C#. Né C++ né JScript sono la soluzione ideale per .NET. Era inoltre poco probabile che Microsoft potesse offrire Java. J++ è invece la “versione” Microsoft di Java e poteva sembrava allettante. Sebbene C# non sia semplicemente J++ con un nome diverso, ci sono delle similitudini che fanno sentire a casa i programmatori J++. C# è anche uno standard aperto (traguardo a cui nessun altro linguaggio può aspirare), e così potrà essere portato su altri sistemi operativi se e quando necessario.

Dave Sussman

Non hai idea di quanto sono stanco di queste questioni relative ai linguaggi. Ho lavorato per molti anni come programmatore assembler e C prima di avvicinarmi a Visual Basic, semplicemente perché erano più adatti ai miei scopi. Ho passato anni ad essere guardato “dall’alto al basso” dai programmatori C++. Adesso che abbiamo un ambiente dove il linguaggio usato è irrilevante, c’è ancora chi si preoccupa di queste cose.

In ASP.NET non c’è nessuna differenza sostanziale tra C# e VB.NET. Ci sono alcune cose che non si possono fare con VB.NET (come il codice unsafe), ma penso che pochi avranno bisogno di usare queste funzionalità. Fino a che si sviluppano applicazioni ASP.NET, potete usare quello che volete: VB.NET, C# o addirittura COBOL.NET. Dovreste programmare con il linguaggio che preferite o che vi viene richiesto. Non è un buon approccio usare C# se il resto del vostro gruppo di sviluppo usa VB: la manutenzione del codice è importante.

Allora, direte voi, perché un nuovo linguaggio? Microsoft sarebbe stata sicuramente contenta se avesse potuto continuare con lo sviluppo del loro J++. Volevano un C++ senza le complessità di C++, ma le questioni di licenza Java e le seguenti battaglie legali da parte di Sun hanno messo una pietra sopra ogni possibile sviluppo futuro.

Hanno così creato un nuovo linguaggio che non fosse però totalmente diverso, anche se è sicuramente complesso da imparare. C# ha uno stile di programmazione molto più pulito rispetto a C++.

Personalmente mi piace il C# e lo uso quando posso per il mio codice. Dopo molti anni di programmazione VB è piacevole ritornare allo stile del linguaggio C: Visual Basic è troppo prolisso (e ho sempre odiato la lineetta che si usa per continuare il codice su un’altra riga).

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ASP.NET è composta di molti componenti, primo fra tutti il controllo DataGrid. Sono controlli veramente potenti o è necessario scrivere un bel po’ di codice nelle situazioni reali?

Alex Homer

Alcuni di questi controlli sono “semplici”, nel senso che non fanno nient’altro che rendere disponibile un tag al lato server, perché sia usato nel codice. Un esempio è dato dai controlli di tipo <input runat=”server”>. Anche se sono semplici, questi controlli (presenti nel namespace System.Web.UI.WebControls) hanno già alcuni sensibili vantaggi: usano ad esempio una nomenclatura chiara e standard per le proprietà, facilitando la creazione di pagine. Il RadioButton include un’etichetta di testo, così non è necessario usare degli <span> o altre tecniche come si farebbe con l’Html.

Ci sono anche dei controlli raffinati, tra i quali i più famosi sono il controllo calendar, i validation control e i list control (come per esempio la DataGrid). Anche questi risparmiano la scrittura di molto codice lato server. I validation control, in particolare, riconoscono il browser e creano codice lato client, che riduce la comunicazione client/server e migliora l’esperienza degli utenti con Internet Explorer 5 e successivi. Saranno aggiunti senza dubbio altri controlli in futuro: non dimenticate che ci sono molti controlli di terze parti attualmente in sviluppo, se non già disponibili. Stanno per arrivare nuovi controlli di tipo DataGrid che sono molto più potenti del controllo standard incluso nel .NET Framework.

Dave Sussman

Sfortunatamente, non puoi cavartela senza scrivere codice. La quantità di codice da scrivere è comunque decisamente ridotta.
Il controllo DataGrid semplifica senza dubbio le cose, e anche se non fa tutto quello che vorresti, lo puoi sempre personalizzare. Non solo c’è un alto grado di flessibilità se si usano i template, ma puoi anche estendere la classi con le tue funzionalità.

Anche il resto dei controlli è estremamente ricco, tanto che oggi disponiamo di controlli per Internet Explorer che usano il Dhtml e consentono di incorporare “tab” e “tree view” nelle pagine, migliorando l’esperienza degli utenti.
Questi controlli si adattano automaticamente per gli altri browser, così da poter essere applicati nei casi reali.

Anche la possibilità di scrivere i propri controlli e usarli come parte dell’architettura .NET è una caratteristica alquanto flessibile.

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Come si scrive per il web – Intervista a Jonathan e Lisa Price

  1. Parlateci di voi [Risposta 1]
  2. A chi si rivolge “Hot Text: Web Writing That Works”? Perché un interno manuale dedicato alla scrittura nel web? [Risposta 2]
  3. Qual è la più importante caratteristica di un testo rivolto al web? [Risposta 3]
  4. Il testo nel web dev’essere conciso, leggibile a colpo d’occhio e andare diritto al nocciolo. Ma non perdiamo un po’ di magia in questo modo? [Risposta 4]
  5. Pensate che le linee guida contenute in Hot Text (rivolte ai lettori inglesi), siano applicabili anche alla lingua italiana? Le frasi in italiano, per esempio, tendono ad essere più complesse e lunghe di quelli inglesi. [Risposta 5]
  6. Proviamo con un esempio a capire cosa significa “scrittura per il web che funziona”. Ho trovato questo estratto nel sito di Salt Lake 2002. Credete che possa essere migliorato? [Risposta 6]
  7. Ci sono stati dei miglioramenti nella scrittura web degli ultimi mesi? [Risposta 7]
  8. Quale è la vostra esperienza come navigatori della rete? [Risposta 8]
  9. Perché avere deciso di mettere tutto il vostro libro gratuitamente su internet? [Risposta 9]

Parlateci di voi

Io e Lisa siamo scrittori.
Scriviamo di tecnologia per giornali, webzine, siti di ecommerce, aziende hi-tech e riviste accademiche.

Alcuni anni fa abbiamo pubblicato “The Best of Online Shopping” per Ballantine, rivolto ai consumatori che vogliono capire come funzionano gli acquisti sul web. Per la stesura del libro abbiamo analizzato circa 8.000 siti di ecommerce.

L’ultimo libro, “Hot Text: Web Writing that Works” (edito da New Riders), è nato grazie all’esperienza acquisita e alle ricerche di altri che hanno permesso di stabilire cosa funziona e cosa non funziona quando si scrive per il web.

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A chi si rivolge “Hot Text: Web Writing That Works”? Perché un interno manuale dedicato alla scrittura sul web?

Questo libro è rivolto a chiunque scriva per il Web.
Siamo convinti che ci sono parecchi libri che parlano di graphic design, di usabilità e di interfaccia utente. Ma fino a quest’anno ce n’erano solo due che parlavano di scrittura web: “Writing for the Web” di Crawford Kilian [nuova finestra] e “The Internet Writer’s Handbook” di Martha Sammons [nuova finestra]. Anche se sono dei buoni testi, sono stati scritti da autori provenienti dal mondo universitario.

Noi stessi abbiamo insegnato all’università (NewYork University, Rutgers University, University of California, University of New Mexico) e sappiamo quanto l’esperienza possa essere alienante.
Fuori dall’università realizziamo ed editiamo contenuti per aziende high-tech come America Online, Disney.com, KBKids, e Hewlett Packard. Costruiamo anche interi siti web per piccole aziende e organizzazioni filantropiche.

Abbiamo così voluto scrivere un libro per chiunque debba creare di testo che va online – documentazione tecnica, pubblicità, testi per il marketing, notizie e perfino curriculum vitae. Prepariamo scrittori che svolgono i più svariati lavori, per questo nel libro illustriamo qualche principio generale, per poi concentrarci sui generi da adottare, ad esempio per scrivere le FAQ (Frequently Asked Questions) o le politiche di privacy.

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Qual è la più importante caratteristica di un testo rivolto al web?

Partecipare alla conversazione con l’utente.
Il nostro testo dev’essere più corto, semplice, focoso e interattivo rispetto a quello stampato.

Ma oltre a questi cambiamenti stilistici, dobbiamo cambiare noi stessi. Dobbiamo ripensare la nostra prospettiva, considerarci come chi risponde alle domande e alle richieste, interagendo con i nostri utenti. Siamo parte di uno scambio, non stiamo pubblicando un documento autorevole. Il nostro modello è quello delle liste di discussione, non dei libri stampati.

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Il testo nel web dev’essere conciso, leggibile a colpo d’occhio e andare diritto al nocciolo. Ma non perdiamo un po’ di magia in questo modo?

“Magia” significa ottenere quello che vuoi con un prodigio, come i poteri soprannaturali che ti alzano da terra e ti portano dove vuoi. Il buon contenuto nel web si comporta allo stesso modo. Tutti noi conosciamo il fascino di Dante o di Petrarca, l’incanto di Umberto Eco e il “dulce et utile” di Orazio. Ma i contenuti online non sono opere d’arte.

La magia del testo nel web sta nel consentire ai visitatori di interagire con te, di soddisfare le loro necessità, di riuscire a ottenere ciò che si aspettano. Con questo tipo di magia il testo sul web si presenta sia come contenuto sia come interfaccia; una frase significativa può essere allo stesso tempo l’elemento di un menù.

Se il tuo testo riesce ad aiutare le persone nel trovare ciò che cercano, di capire quello che vogliono imparare, di acquistare il prodotto perfetto (se la tua azienda l’ha disponibile), allora parliamo di magia “commerciale”.

Le ricerche di Jared Spool sui contenuti nei siti di ecommerce indicano che se le persone riescono a trovare ciò che vogliono, a imparare ciò che vogliono imparare, diventano clienti abituali. Da altre ricerche, sappiamo poi che i clienti abituali tendono a spendere più dei visitatori casuali.

Io e Lisa enfatizziamo la natura commerciale del web, anche se scriviamo poesie e ci occupiamo di cultura. Ma la maggior parte di noi, nel lavoro quotidiano, vive in un ambiente eterogeneo, che è in parte azienda, in parte comunità, in parte luogo in cui si impara, in parte espressione personale. Ironicamente, il movente del profitto oggi ci porta a scrivere in modo più personale sul web rispetto a prima. Il computer è infatti un mezzo così freddo che per superare questo schermo di vetro dobbiamo rivelare più di noi stessi di quello che faremo normalmente con il business writing, con il giornalismo o con il marketing. Che gioco del destino!

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Pensate che le linee guida contenute in Hot Text (rivolte ai lettori inglesi), siano applicabili anche alla lingua italiana? Le frasi in italiano, per esempio, tendono ad essere più complesse e lunghe di quelli inglesi.

Ci dispiace. Sappiamo leggere solo un poco di italiano, visto il nostro lungo amore per la poesia Latina. Pensiamo che ogni lingua abbia le sue bellezze e le sue sfide. I madrelingua conoscono sicuramente i trucchi linguistici che funzionano per i connazionali. C’è un genio comunicativo in ogni lingua e solo pochi stranieri hanno provato a trasmettere questo spirito con le loro parole. Per questo non sappiamo dire cosa rende meglio in italiano.

L’impressione è che le nostre linee guida, basate sulla ricerca rivolta all’attenzione, usabilità, lettura e percezione, sono probabilmente largamente applicabili, ma che ogni cultura reagirà in modo diverso.

Toshi Inagaki è un professionista di scrittura tecnica in Giappone.
Una volta ci ha detto che probabilmente i giapponesi odiano il computer perché non c’è nessun tasto con la scritta “Forse”.
Gli americani, invece, credono che ci sia bisogno solo di due tasti: “Si” e “No”.

Sembra che la tecnologia esasperata, il commercio elettronico e il web ci stiano portando verso una direzione fatta di brevità, semplicità e chiarezza.

Ma ci sono un sacco di webzine, personali e professionali, dove il linguaggio è complesso, sottile e decorativo come nessuna rivista patinata su carta. La loquacità diventa una virtù quando il visitatore vuole assorbire la tua personalità e perdersi nella tua dialettica.

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Proviamo con un esempio a capire cosa significa “scrittura per il web che funziona”. Ho trovato questo estratto nel sito di Salt Lake 2002. Credete che possa essere migliorato?

Originale:

Stefania Belmondo (pronounced steh-FAHN-yah bell-MOHN-doh) is making
her fifth appearance in the Olympic Winter Games. She is one of the
most decorated athletes in the history of the Games with seven medals
(one gold, two silver and four bronze). Belmondo has announced that
the Salt Lake Games will be her last. Her seven medals tie her for
eighth on the career Olympic Winter Games medals list. Norwegian
cross-country skier Bjorn Daehlie has the most medals in Winter Games
history with 12, followed by Soviet cross-country skier Raisa
Smetanina, who won 10 medals. Belmondo made her Winter Games debut in
Calgary in 1988 when she was still a junior. At the next Olympics, in
Albertville, she claimed three medals – gold in the 30-kilometer
freestyle, silver in the pursuit and bronze in the 4x5km relay.
Belmondo has won four individual world titles – two in 1993 and two in
1999. Though she has never won an overall World Cup title, Belmondo
has been one of the most consistent skiers in the world over the last
decade, finishing in the top 10 in the World Cup standings 11 straight
times – including four second-place finishes. Six times she has
finished the season among the world’s top three. (205 parole)

Estratto da SaltLake2000 [nuova finestra]

Commento:

Si, è abbastanza insulso.

Presupponendo che il visitatore voglia conoscere meglio questa eccellente sciatrice, cambiamo i verbi all’attivo, facciamola diventare “l’attrice”, riorganizziamo il testo per mettere prima i fatti principali e presentiamone alcuni sottoforma di lista.

Inoltre, se gli utenti hanno scelto di leggere un articolo sulla Belmondo, probabilmente non cercano informazioni sulla sciatrice sovietica e su quella norvegese. Lo scrittore invece le menziona, probabilmente perché stava lavorando per il comitato olimpico, invece di rispondere alle esigenze dei visitatori. Tagliamo così questi due riferimenti.

Nota: Nell’articolo che abbiamo trovato, il primo paragrafo descrive la vittoria di Stefania e la conquista della medaglia d’oro. L’estratto si riferisce al secondo paragrafo.

Revisione per il web:

Titolo: Farewell, Stefania!

Stefania Belmondo says farewell to Olympic skiing today. She’s skied in
five Olympic Winter Games, and won 7 medals.

Aside from today’s gold medal, the high point of her career came at her
second Olympic, in Albertville, where she won

  • Gold in the 30-kilometer freestyle
  • Silver in the pursuit
  • Bronze in the 4×5 kilometer relay

Her gold medal today moves her up to seventh place in the all-time list of
people who have won medals at the winter Olympics.

In other world competition, Belmondo has

  • Won two world titles in 1993
  • Won two world titles in 1999
  • Finished in the top 10 in World Cup standings 11 straight times (including four 2nd-place finishes)
  • Finished six times among the world’s top three skiers

Alas, she has announced that the Salt Lake Games will be her last Olympics. (143 parole)

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Ci sono stati dei miglioramenti nella scrittura web degli ultimi mesi?

No. Vediamo lo stesso tipo di scrittura per il web: da quella eccellente a quella scadente. Probabilmente ci stiamo avvicinando ad una fase di stabilità, in cui i siti web di un certo tipo standardizzano il loro stile. Così i siti di ecommerce stanno gradualmente adottando un tono di marketing e i siti di informazione stanno elaborando il loro tipo di approccio.

Nel sue insieme, il web sembra essere un sistema interattivo e come tale sta evolvendo senza alcun controllo secondo le sue regole. Sempre più persone si uniscono alla conversazione: la vera misura dell’interazione è data dal singolo click, il che significa che il web si comporta come l’economia, che è basata su miliardi di singoli acquisti.

In sistemi così complessi, non possiamo propriamente parlare di miglioramenti, ma di evoluzione.
Le conversazioni individuali creano mode, innovazioni e convenzioni che scorrono per la rete, muoiono e sono rimpiazzate da altre. Il web è come una super-lingua, creata da tutte le persone che vi partecipano.

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Quale è la vostra esperienza come navigatori della rete?

Ci piace il surf. Jonathan viveva alle Hawaii ed era un goffo surfer a Waikiki. Gli piacevano solo le onde che gli arrivavano al massimo alle ginocchia.

Allo stesso modo, come surfer della rete, tendiamo ad essere pigri, petulanti, impazienti, esigenti e confusi. Siamo praticamente dei tipici consumatori di contenuti web. Per esempio, quando troviamo un’informazione che ci interessa, clicchiamo, la visualizziamo e la stampiamo per una successiva lettura. Sul web ci comportiamo più come utenti che come lettori.

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Perché avere deciso di mettere tutto il vostro libro gratuitamente su internet?

È nello spirito del Web. Crediamo che ci siano molte persone che non possono rischiare di comprare un libro sconosciuto, così vi mostriamo l’intero prodotto online [nuova finestra]. Se vi piace molto, e volete una confezione conveniente, allora probabilmente [nuova finestra]comprerete il libro. In caso contrario, probabilmente vi siamo lo stesso stati di aiuto. È quello che ci auguriamo.

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