Testi chiari per parlare a tutti – Intervista a Luisa Carrada

  1. Spesso i testi dei siti web sono scritti da sviluppatori o da
    designer, quale consiglio daresti per creare un testo davvero usabile?
    [Risposta 1]
  2. Le homepage presentano una gran varietà di testi: slogan, news, strilli, presentazioni, lettering animato. Ci puoi indicare ciò che è indispensabile e ciò che invece è da evitare? [Risposta 2]
  3. Per argomenti lunghi e articolati il web ci viene incontro con l’ipertesto, cioè con la possibilità di affrontare tematiche a diversi livelli di approfondimento. Attraverso i link si abbandona momentaneamente la pagina principale per leggere gli approfondimenti in altre pagine. Non credi però che l’ipertesto rischi di far perdere il filo all’utente? [Risposta 3]
  4. Newsletter, forum, concorsi, test: come coinvolgere l’utente ad
    interagire con noi?
    [Risposta 4]
  5. E per finire ti chiediamo qualche consiglio per i testi di una
    Intranet. Ci sono differenze rispetto a Internet?
    [Risposta 5]

Spesso i testi dei siti web sono scritti da sviluppatori o da
designer, quale consiglio daresti per creare un testo davvero usabile?

Be’, diciamo che i testi andrebbero scritti da un professionista della scrittura, ma so molto bene che nella pratica del lavoro quotidiano tutti noi dobbiamo saper fare decentemente un po’ di tutto.

Sembra banale, ma un testo davvero usabile è prima di tutto un testo chiaro.

Chiaro nella strutturazione, logica e soprattutto visiva: titolo, sottotitolo, contenuto principale nel primo o nei primi paragrafi, parole chiave in neretto o in colore, brevi didascalie laterali che focalizzano l’attenzione su temi e aspetti particolari.

Chiaro nei contenuti: chiediamoci cosa il lettore sta effettivamente cercando sul sito e cerchiamo di rispondere alle sue curiosità, alle sue aspettative, alle sue domande.

Chiaro nello stile: sintassi piana, periodi non eterni, lessico preciso, linguaggio diretto, senza gerghi e luoghi comuni, più – se è il caso – un po’ di ironia e di leggerezza.

Tutto il resto viene dopo, anche il famoso dilemma “testi lunghi o testi brevi?”. Se siamo chiari, possiamo anche permetterci di essere lunghi (senza esagerare, naturalmente)

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Le homepage presentano una gran varietà di testi: slogan, news, strilli, presentazioni, lettering animato. Ci puoi indicare ciò che è indispensabile e ciò che invece è da evitare?

E’ difficile dare una risposta in assoluto, perché (fortunatamente) i siti sono così diversi tra loro per obiettivi, pubblico e quindi stile.

Personalmente detesto le animazioni, se non hanno una funzione precisa. Già gli occhi sullo schermo sono messi a dura prova…una scritta che scorre, magari a velocità supersonica, rischia davvero di farci perdere i messaggi più importanti.

Quindi evitare il sovraffollamento è essenziale per farsi leggere. Però un bravo web designer può far vivere su una sola pagina una gran varietà di testi diversi, ognuno con la sua funzione, il suo colore, il suo spazio, senza che il lettore ne sia disturbato, distratto o confuso.

L’ennesima prova che sul web testo e grafica vanno concepiti insieme: se la coppia creativa “copy + web designer” è affiatata e funziona, può anche infrangere e forzare le regole. Ottenendo magari dei bellissimi risultati e inventando un nuovo stile.

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Per argomenti lunghi e articolati il web ci viene incontro con l’ipertesto, cioè con la possibilità di affrontare tematiche a diversi livelli di approfondimento. Attraverso i link si abbandona momentaneamente la pagina principale per leggere gli approfondimenti in altre pagine. Non credi però che l’ipertesto rischi di far perdere il filo all’utente?

Credo che l’unica vera cosa che possa far perdere il filo all’utente sia la mancanza di interesse. Quando il percorso è “avvincente”, lo ricordiamo con facilità, ci annotiamo le Url delle pagine, le stampiamo.

Qualche volta capita di perdersi, ma io preferisco perdermi piuttosto che rinunciare alla ricchezza di possibilità e alle sorprese offerte dai link. Se abbiamo paura di perderci, allora leggiamo un libro, non le pagine del web.

Un bel link è poi un regalo che facciamo ai nostri lettori, un servizio che rendiamo loro. E’ vero che per riceverlo lasciano le pagine del nostro sito, ma se il regalo è piaciuto, possiamo starne certi: torneranno.

Nel MdS la pagina più visitata dopo la homepage è quella dei link: decine di siti affini e complementari al mio, molti sono per così dire siti “della concorrenza”. Se non li linkassi per timore, magari dei confronti, in realtà avrei tanti lettori in meno.

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Newsletter, forum, concorsi, test: come coinvolgere l’utente ad
interagire con noi?

A questa domanda posso rispondere soprattutto da utente.

Io mi faccio coinvolgere dai meccanismi più discreti dell’interattività: la newsletter prima di tutto, purché mi si chieda soltanto l’e-mail e niente di più.

Se devo rispondere a un questionario, lascio subito perdere.

La newsletter mi aggiorna delle novità, mi offre dei link comodi da cliccare per vedere e leggere a mio comodo quanto di nuovo c’è su un sito.

Poi mi piacciono moltissimo i sondaggi: è difficile che resista. Basta leggere le domande, barrare la mia risposta e dare subito un’occhiata all’andamento generale.

Il forum è molto più impegnativo: faccio parecchio “lurking” (è uno dei pochi termini internettiani che non traduco, perché rende troppo bene quel misto tra osservare e curiosare…), ma molto raramente partecipo. Devo avere davvero una domanda o una curiosità molto precise.

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E per finire ti chiediamo qualche consiglio per i testi di una
Intranet. Ci sono differenze rispetto a Internet?

Non ci sono differenze molto forti per quel che riguarda le regole di base di una buona comunicazione online. Ce ne sono invece per quel che riguarda il rapporto con i lettori, lettori che conosciamo bene, in gran parte anche personalmente: nelle loro sensibilità, nel loro linguaggio, nelle loro idiosincrasie, nei loro problemi.

Questo facilita molto la comunicazione, perché si trova immediatamente e spontaneamente un terreno comune di intesa.

Sull’intranet il gergo non solo non è tabù, anzi spesso è caldamente raccomandato.

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Web Style Guide 2nd Edition

In questa nuova versione del manuale si parla dell’uso dei Css per separare la struttura dal contenuto e sono incluse alcune tecniche per migliorare l’accessibilità web. E il sito della guida contiene, gratuitamente, tutti i contenuti

  1. La vostra è tra le prime guide di stile per il web. Che cosa è cambiato in questi anni? Cosa troveremo nella nuova edizione? [Risposta 1]
  2. A chi si rivolge il manuale? [Risposta 2]
  3. Nuovo libro, nuovo sito. Cosa troveremo in webstyleguide.com e quali sono le differenze tra i contenuti del libro e quelli del sito? [Risposta 3]
  4. La prefazione è di Lou Rosenfeld, che sta scrivendo la seconda edizione dell’eccellente “Information Architecture For The World Wide Web“. Parlate anche di Ia nel vostro manuale? [Risposta 4]
  5. Quali sono le differenze tra una guida di stile e un libro che parla di design o di usabilità web? Avete trovato altri libri particolarmente utili al vostro lavoro? [Risposta 5]
  6. L’accessibilità web è oggi un argomento di grande interesse… [Risposta 6]

La vostra è tra le prime guide di stile per il web. Che cosa è cambiato in questi anni? Cosa troveremo nella nuova edizione?

È cambiato l’atteggiamento di chi lavora nel web: cerchiamo continuamente di capire che cosa sia e come usarlo efficacemente. Il precedente manuale era basato sui principi fondamentali del design e per questo motivo è rimasto attuale anche durante questo processo di ricerca. Anzi, sono convinta che continuerà ad essere utile. Abbiamo sostanzialmente rivisto qualche aspetto così da riflettere le metodologie odierne. Il web è infatti in continua evoluzione, così abbiamo aggiornato gli esempi per rispecchiare le tendenze e lo stile di oggi.

I Css hanno favorito la separazione tra la struttura dei contenuti e la presentazione. In questa seconda edizione entriamo nel dettaglio dell’uso dei Css per il controllo del layout e dei caratteri. Sfortunatamente, deve ancora passare del tempo prima che i Css siano interpretati uniformemente da tutti i browser e le piattaforme, così il nostro approccio è ancora conservativo riguardo a cosa sia possibile fare con i Css.

Un’altra cosa cambiata in questi anni è che le persone ora si rendono conto di quanto sia impegnativo costruire e gestire un sito web, così esaminiamo i procedimenti relativi alla sua progettazione e manutenzione.

Stiamo approfondendo le possibilità offerte dal web, spostando la nostra attenzione dall’aspetto grafico all’utilità dei contenuti. Soffermandoci solo sull’aspetto grafico del web abbiamo limitato il suo potenziale come strumento utile, soprattutto nell’area dell’accessibilità web. Questa seconda edizione della Web Style Guide contiene perciò più informazioni su come progettare e realizzare pagine che siano accessibili a tutti.

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A chi si rivolge il manuale?

Il manuale si rivolge a designer web principianti ed esperti, ma può essere utilizzato anche da chi si interessa di web design a livello strategico.

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Nuovo libro, nuovo sito. Cosa troveremo in webstyleguide.com e quali sono le differenze tra i contenuti del libro e quelli del sito?

Con questa seconda edizione vogliamo sperimentare qualcosa di nuovo nel web. La Web Style Guide è nata come sito dell’università dello Yale [nuova finestra]. Il co-autore, Patrick Lynch, la scrisse nel 1994 e mi chiese aiuto per una revisione nel 1997. Ci siamo successivamente resi conto che tutti stampavano il sito e rilegavano i fogli, così abbiamo pensato di trarne un libro e di migliorarlo. Abbiamo così riscritto il sito in forma di libro: la prima edizione è stata pubblicata nel 1999. Siamo così passati dal sito al libro.

Questa volta andiamo nella direzione opposta e pubblichiamo l’intero testo e le immagini del libro sul sito, all’indirizzo www.webstyleguide.com [nuova finestra]. Passiamo cioè dal libro al sito. In questo modo possiamo rendere disponibili gli indirizzi dei siti di esempio, le correzioni e le modifiche. Chi non compra il libro può inoltre sempre stampare le pagine.

Quindi:

  • Prima edizione: sito web “impachettato” come libro
  • Seconda edizione: libro pubblicato sul web

Devo dire che si sta rivelando un’impresa impegnativa e il sito non è ancora del tutto completo (dal momento che entrambi lavoriamo ad altro durante il giorno), ma siamo comunque molto soddisfatti: siamo convinti di fare qualcosa di utile. Stiamo anche lavorando alacremente per far si che il sito sia accessibile a chi trova più facile usare il web rispetto ad un libro stampato.

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La prefazione è di Lou Rosenfeld, che sta scrivendo la seconda edizione dell’eccellente “Information Architecture For The World Wide Web“. Parlate anche di Ia nel vostro manuale?

Siamo grandi fan di Information Architecture for the World Wide Web, e ci sono molti concetti che abbiamo imparato e applicato nel nostro lavoro grazie a questo testo. L’Ia è la struttura fondamentale del design di un sito. Puoi parlare di stile finché diventi blu in viso, ma senza una solida struttura, lo stile non va da nessuna parte. Ci sono quindi parecchi riferimenti alla Ia nella Web Style Guide, che troverete nei capitoli relativi alla progettazione dell’interfaccia e del sito.

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Quali sono le differenze tra una guida di stile e un libro che parla di design o di usabilità web? Avete trovato altri libri particolarmente utili al vostro lavoro?

Devo dire che il titolo del libro confonde un po’ anche me. La Web Style Guide racchiude considerazioni sullo stile che si applica a diverse sfaccettature del web design, inclusi il graphic design e l’usabilità web. Contiene anche considerazioni sulla progettazione tipografica e multimediale e sullo stile dei contenuti. Una guida di stile mette a fuoco tutti gli aspetti del web design senza la pretesa di approfondirli: è “un’occhiata” alle caratteristiche stilistiche di queste discipline.

Ho trovato Information Architecture for the World Wide Web molto utile. Tra gli altri ricordo The Design of Everyday Things di Donald Norman, The Elements of Style di Strunk e White e On Writing Well di Zinsser. La mia bibbia per la tipografia è The Elements of Typographic Style di Bringhurst. Per un libro base sul web design mi sentirei di suggerire Web Design in a Nutshell di Niederst.

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L’accessibilità web è oggi un argomento di grande interesse…

Sono un difensore del design accessibile, insegno tecniche di design accessibile, scrivo di design accessibile e sono un membro del Web Accessibility Initiative’s Education e del Outreach Working Group. Ho aggiunto una sezione riguardante l’accessibilità web in diversi capitoli della Web Style Guide. Potrei continuare ancora, ma vi basti sapere che sono profondamente convinta che l’attenzione alle tematiche di accessibilità web guiderà lo sviluppo web nella giusta direzione: da qualcosa che riguarda solo l’aspetto grafico e qualcosa di realmente utile.

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L’accessibilità web e gli standard Wai – Intervista a Jim Thatcher

  1. Ci parli di lei [Risposta 1]
  2. Quali sono gli argomenti trattati nel vostro libro “Constructing Accessible Websites“? [Risposta 2]
  3. L’accessibilità web è utile solo alle persone disabili? [Risposta 3]
  4. In cosa differisce l’accessibilità web dalla usabilità web? [Risposta 4]
  5. Le specifiche Wai sono a volte difficili da applicare. Le pagine di un sito devono “degradare gentilmente”, ma allo stesso tempo è meglio usare i Css anche per il layout. Le due tecniche sembrano agli antipodi. È davvero possibile costruire un sito seguendo queste specifiche così restrittive? [Risposta 5]
  6. Cosa dire dei browser: Internet Explorer 6 e Netscape 6 interpretano correttamente i tag Html rivolti all’accessibilità? [Risposta 6]
  7. A parte il sito Wai, ci sono altre risorse online che ci potrebbe consigliare? [Risposta 7]

Ci parli di lei

Ho cominciato ad occuparmi di accessibilità sviluppando il primo software di sintesi vocale per il Dos nel 1984. Negli anni è poi diventato l’Ibm Screen Reader, software che ha dato origine al temine “screen reader“, oggi usato comunemente. Ho successivamente guidato lo sviluppo della versione 2 del reader Ibm, il primo screen reader per una Gui su Pc.

Ho realizzato per conto di Ibm, con cui ho lavorato 37 anni, le linee guida per l’accessibilità [nuova finestra], nate per la comunità di sviluppatori Ibm, ma consultabili da tutti.

Ho ricoperto il ruolo di vicepresidente dell’EITAAC, comitato scelto dall’Access Board per proporre standard relativi alla Section 508 e ho presieduto il comitato per gli standard software.

Il mio primo impegno dopo aver lasciato Ibm è stato la creazione di un corso web [nuova finestra] sulle tematiche di accessibilità web. Tra i riconocimenti, sono particolarmente orgoglioso del Distinguished Service Award consegnatomi dalla National Federation of the Blind nel 1994 e del Vice Presidents Hammer Award nel 1999 a seguito del mio lavoro al dipartimento dell’educazione relativo alla stesura di standard per l’accessibilità software.

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Quali sono gli argomenti trattati nel vostro libro “Constructing Accessible Websites“?

Questo libro è una ricca sorgente di idee, strumenti e tecniche rivolta agli sviluppatori e ai project manager web che si occupano di progetti in cui deve essere garantita l’accessibilità. I sette autori sono profondi conoscitori delle tematiche di accessibilità.

Tra gli argomenti presentati nel testo:

  • Un’introduzione all’accessibilità
  • Le leggi e le linee guida
  • I browser e la tecnologia in aiuto alle persone disabili
  • Come realizzare contenuti accessibili
  • La navigazione e i form
  • Valutare l’accessibilità
  • Gli strumenti di sviluppo
  • Tecnologie emergenti

[Recensione del manuale]

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L’accessibilità web è utile solo alle persone disabili?

Alcuni importanti aspetti dell’accessibilità web sono specifici delle persone disabili e riguardano ad esempio gli screen reader. In generale, però, un sito accessibile è un sito progettato per essere utilizzato in modo semplice dal maggior numero di persone possibile.

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In cosa differisce l’accessibilità web dalla usabilità web?

L’accessibilità web deve essere vista come parte dell’usabilità. Per una persona disabile usabilità è quello che voi chiamate accessibilità, poiché deve utilizzare il sito con software come gli screen reader.

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Le specifiche Wai sono a volte difficili da applicare. Le pagine di un sito devono “degradare gentilmente”, ma allo stesso tempo è meglio usare i Css anche per il layout. Le due tecniche sembrano agli antipodi. È davvero possibile costruire un sito seguendo queste specifiche così restrittive?

Penso che alcune delle linee guida del Wai siano troppo restrittive. È fondamentale porre attenzione a come lo sviluppo di un sito possa rappresentare la differenza tra un sito accessibile ed uno non accessibile. Non dovremmo concentrarci sulle caratteristiche dell’accessibilità web che sono solo parzialmente supportate dai software, ma su quelle ormai mature.

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Cosa dire dei browser: Internet Explorer 6 e Netscape 6 interpretano correttamente i tag Html rivolti all’accessibilità?

Sia Netscape sia Microsoft stanno migliorando il supporto dei loro prodotti nei confronti dell’accessibilità. Ma le modifiche più importanti sono quelle che coinvolgono la tecnologia in aiuto alla persone disabili. Un esempio è l’attributo “header” delle celle di una tabella. Questa caratteristica consente al software di associare un’intestazione con il contenuto di una cella e di “leggerla”, magari con un sintetizzatore vocale. Il comune browser, invece, non se ne fa niente di questa informazione. Per questo è meno importante che migliori il supporto dei comuni browser che quello ad esempio degli screen readier

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A parte il sito Wai, ci sono altre risorse online che ci potrebbe consigliare?

Ci sono diverse alternative alle risorse del Wai. Provate il sito dell’Ibm per alcune linee guida sull’accessibilità web [nuova finestra], organizzate con logica. Anche Web Accessibility in Mind [nuova finestra] è un’eccezionale risorsa sviluppata dall’Università dello Utah. Visitate anche l’ International Center for Disability Resources [nuova finestra]

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