Il bon ton del web 2.0

Web 2.0, come ho detto in altra sede, è più di un nuovo modo di fare siti: è una filosofia, un nuovo atteggiamento nei confronti del lettore/autore/utente del sito.

In quest’ottica anche la gestione degli inevitabili errori applicativi dovrebbe essere migliorata, soprattutto perché con le nuove architetture (leggi Ajax), cambia anche il modo di utilizzare l’interfaccia del browser.

Chi fa le cose per bene, in questa fase tutto sommato ancora embrionale per questo tipo di soluzioni, viene subito notato. E lo nota ad esempio Cesare Lamanna in un suo intervento su html.it. Cesare apprezza la cortesia di Backpack di 37Signals che non lo incolpa dei propri errori quando, per un problema al sistema, una email non viene recapitata come ci si aspetterebbe.

Anche Federico Oliveira di WeBreakStuff nota come al posto del preoccupante e onnipresente “server error”, Flick adotti una strategia decisamente più rilassante (Flickr is having a massage). Magari chissà che disastro sta succedendo dietro le quinte, ma l’importante è tranquillizzare gli autori sullo stato della loro produzione fotografica.

Esempi come questi si contano sulle dita di una mano. Speriamo sia solo questione di tempo.

Da Yahoo! pattern e librerie per il web 2.0

Yahoo! ha deciso di rendere pubblici alcuni pattern utilizzati dai propri designer per costruire interfacce che sfruttino Ajax e simili (cosa siano i pattern ho già avuto modo di dirlo recensendo l’ottimo testo The Design of Sites).

E quella di Yahoo! è una bella idea, perché il tipo di interattività reso possibile da questa tipologia di interfacce (rich client) ha cambiato le regole a disposizione di chi si occupa di progettare le applicazioni web.

Alcuni dei pattern illustrati sono molto Yahoo!-centrici, e forse non li utilizzerete mai (recensire un prodotto, votare un oggetto), altri invece si prestano bene a illustrare come un’interfaccia “web 2.0” si avvicini (ancora però con diversi limiti), a quella di un’applicazione “desktop” (come ad esempio il drag&drop).

Ma quelli di Yahoo! hanno anche deciso di fornire il codice sorgente di alcune librerie da loro impiegate. Stupisce, oltre alla varietà degli esempi (animazioni, calendari, treeview, slider, ecc.) l’ordine con il quale è stata organizzata la documentazione che li accompagna.

E se tutto questo non vi basta è anche possibile leggere un nuovo blog, sempre di Yahoo!, dedicato alle problematiche di interfaccia utente e dove potrete trovare i prossimi aggiornamenti per le librerie e i pattern.

Al di là dell’interesse nei pattern e nelle librerie, vedere come Google organizza il proprio codice e i propri pattern aiuta anche a capire che – come per molti lavori – anche per lo sviluppo web (inteso nell’accezione più ampia) è fondamentale essere ordinati e dotarsi di propri standard, indipendentemente dalla dimensione del team di lavoro. Per condividere i successi, ma anche gli errori più comuni.

Ajax e l’accessibilità dei siti web

(Vedi anche Ajax e l’usabilità)

Di Ajax si parla ogni giorno e sono ormai decine i framework per sviluppare applicazioni basate su questo tipo di architettura.

Occupandomi da anni di sviluppo web non posso che esserne contento: finalmente i limiti di interfaccia di una pagina possono essere superati! Subito dopo mi sono però chiesto se sono tutte rose e fiori, se con Ajax ci sono solo risvolti positivi.

Pensiamo a un argomento delicato come quello dell’accessibilità web. Già è difficile riuscire a realizzare una semplice pagina Html accessibile, per non parlare di una pagina con immagini, video e audio. Cosa succede se cominciamo a impiegare massicciamente Javascript e Dhtml?

Ho pensato allora di farmi dare una mano da Nicola, visto che utilizza quotidianamente uno screen reader, sottoponendogli due esempi.

Il primo, più semplice, è Google Suggest. L’aspetto è quello della classica ricerca di Google, ma non appena si comincia a digitare qualcosa, appaiono dei suggerimenti pescati direttamente dal server. Ho espresso a Nicola il dubbio che il suo screen reader non fosse in grado di segnalargli la presenza di questi suggerimenti, dubbio che mi ha subito confermato.

Come era largamente prevedibile, Jaws non dà alcun riscontro della presenza di un’eventuale lista di suggerimenti nella pagina di ricerca di Google.

A questo punto sono passato all’opposto e ho scelto un sito che si basa interamente sull’architettura Ajax: il nuovo client web di Yahoo! Mail, in versione beta e utilizzabile quasi esclusivamente oltreoceano.

Graficamente e a livello di funzionalità si tratta di un prodotto stupefacente: sembra quasi impossibile utilizzare questo tipo di applicazione in un browser, tanto è simile a un vero client di posta. Ma, anche in questo caso, Nicola ha evidenziato dei seri problemi di accessibilità.

Per quanto riguarda la mail di Yahoo!, riesco a leggere la tabella contenente il sommario dei messaggi, ma nessuna voce viene vista da Jaws come un link. Mi pare di aver capito che, per leggere un messaggio, bisogna cliccare sull’oggetto. Questo con una manovra si può anche fare. Poi però rimane il problema di riuscire a leggere il messaggio. Mi sembra di aver capito che il testo del messaggio appare sotto alla tabella contenente l’elenco dei messaggi. Tuttavia Jaws legge solo il nome del mittente e quello del destinatario, poi per lui la pagina web finisce lì. Ancora una volta, ricorrendo all’emulazione del mouse, cioè al cosiddetto cursore Jaws, si riesce a raggiungere la zona sottostante e a cliccare. A questo punto si apre una nuova finestra, che Jaws legge normalmente. Conclusione: non accessibile.

Tutt’altro che un successo, quindi. In effetti quella di aver realizzato un vero client di posta dentro un browser è una mossa azzeccata a livello di immagine. Ma la soluzione migliore sarebbe stata probabilmente un’altra, come ad esempio costruire un’applet Java, sempre da presentare dentro un browser. Certo, un po’ pesante da scaricare la prima volta (comunque qualche tonnella di Javascript dovete pur digerirla con Ajax), ma se non altro, se ben sviluppata, completamente accessibile.

E non venitemi a dire che comunque Google può essere usato anche senza suggerimenti, e che la mail di Yahoo! può essere letta anche in semplice formato Html, perché è un problema che ho già affrontato a proposito delle versioni di sito accessibile. A parità di funzionalità anche in questo caso una versione alternativa accessibile può andare bene, l’importante è che chi la realizza non se ne dimentichi dopo qualche mese senza riportare i relativi aggiornamenti (argomento delicato, visto il perenne stato di beta di molti applicativi web).

(Vedi anche Ajax e l’usabilità)