Paul Graham (Y Combinator) – The future of web startups

Mi sono perso la prima parte dell’intervento, ma mi ha colpito la considerazione di Graham riguardo l’università americana. Sostiene che lo studente che si trova a creare una propria startup con compagni di studio è oggi in grado di combattere la disparità dell’università americana, che è sempre più una possibilità solo per i ricchi. In questo modo può essere in grado di creare una rete di contatti (tra cui i cofondatori) già dalla scuola. Auspica che le aziende di domani non assumano guardando il titolo di studio, ma analizzando il “network sociale” che lo studente ha creato intorno a sé.

Altra nota: dopo l’acquisizione la produttività di sviluppatori e dipendenti della startup si riduce drasticamente. Da qui è chiaro come le leggi che regolano il lavoro in gruppo siano davvero complesse.

Questo intervento è stato scritto in live blogging dalla conferenza Future of Web Apps di Londra, il 3 e 4 Ottobre 2007. Leggi tutti gli interventi di Fucinaweb dal FOWA

Kevin Rose – Lesson learned from launching web apps: the story behind Pownce and digg

Un altro intervento che si è svolto ieri, proprio in coda alla giornata, si è rivelato interessante.

Kevin Rose è uno dei fondatori di digg e si è soffermato a illustrare quelle che nella sua esperienza sono le strategie più efficienti nel creare un nuovo servizio web. Se non altro Rose si è dimostrato meno abbottonato dei propri colleghi, riuscendo a proporre qualche tema di discussione.

Per prima cosa Rose ha sottolineato come sia rischioso, e tutto sommato non necessario, abbandonare il proprio lavoro per buttarsi a capofitto in progetti del genere. Meglio cominciare dedicando le sere e i week-end, soprattutto per valutare se l’idea sia poi così buona.

Come conservare i soldi (per usarli successivamente):

  • Affidarsi a programmatori freelance, perché questo è il modo più economico per partire. Fare molta attenzione però a quello che viene prodotto, per evitare di trovarsi con un prodotto scadente in mano, per esempio con irrisolvibili problemi di prestazioni all’aumentare del traffico
  • Non compare i server, ma affittarli. Affittare un hosting che possa essere controllato remotamente, con accesso alla “shell”
  • Impiegare, ovunque sia possibile, prodotti opensource

Come fare i soldi. Per quella che è la sua esperienza:

  • Con l’advertising (es. Adsense)
  • Prevedendo degli account professionali a pagamento

Per far crescere un progetto così che nel tempo la base di utenti soddisfatti aumenti sensibilmente, è necessario introdurre periodicamente nuove funzionalità. Quelle che si sono rivelate vincenti in digg sono:

  • importare la rubrica contatti
  • avere la possibilità di aggiungere amici
  • spedire le storie via email (anche con un client di posta)

Questo intervento è stato scritto in live blogging dalla conferenza Future of Web Apps di Londra, il 3 e 4 Ottobre 2007. Leggi tutti gli interventi di Fucinaweb dal FOWA

Steve Souders (Yahoo!) – High Performance Websites

Di Steve Souders di Yahoo! non vedo l’ora di leggere il manuale uscito per i tipi di O’Reilly, High Performance Web Sites. Per intanto ho avuto modo di leggerne qualche estratto, come le 14 regole per aumentare le prestazioni di un sito.

E in effetti Souders si limita a percorrere quanto già riportato nel documento, peccato!

Quello che gli ingegneri di Yahoo!, dopo diversi test, sono riusciti a stabilire, è che ottimizzare un sito web vuol dire soprattutto lavorare a livello di frontend, cioè a livello di client, di quello che viene inviato e interpretato dal browser.

L’ottimizzazione del frontend, spiega Souders, è prioritaria rispetto a quella del backend (database, ottimizzazione del codice, infrastruttura hardware), perché incide maggiormente sull’esperienza dell’utente.

Concordo, ma sono convinto che questo vale solo se l’infrastruttura è stata progettata e scritta con grande professionalità, così da ridurre i colli di bottiglia. Se così non è anche il backend riesce a farsi sentire.

Souders afferma, e anche qui concordo, che mettere mano al frontend è più semplice rispetto che farlo lato backend.

Un interessante esperimento condotto dal team di Souders ha dimostrato come circa il 50% degli utenti che navigano sui siti Yahoo! (e, visto il network, si può facilmente generalizzare all’intero web) svuotano ogni giorno (o hanno impostato il browser per farlo) la cache del browser.

Questo intervento è stato scritto in live blogging dalla conferenza Future of Web Apps di Londra, il 3 e 4 Ottobre 2007. Leggi tutti gli interventi di Fucinaweb dal FOWA