Ho sentito, e soprattutto letto molti lamentarsi dell’apparizione (non richiesta) di politici a Le Web 3. Qualcuno vuole perfino indietro i soldi. Ma siamo sicuri che questa situazione sia da condannare in toto?
E’ sicuramente vero che questo ha sottratto tempo prezioso al già ambizioso programma della giornata, ma sono convinto che si sia trattato comunque di momenti da cui trarre qualcosa, e cioè che la politica europea, francese, ma sicuramente anche italiana:
- non sa cosa sia internet
- non è rappresentativa dei bloggers
- non si rende conto di partecipare a un evento che parla di comunità, condivisione, open source e usa invece un tono unidirezionale, scialbo
- si fa bel danno, molto meglio stare a casa
- non sa più comunicare
- parla di argomenti troppo semplici/semplicistici (come diceva con tempismo poco dopo dallo stesso palco David Weinberger)
E’ stata illuminante in questo senso l’entrata sul palco di Nicolas Sarkozy. Lo abbiamo dovuto aspettare, vedere salire precipitosamente sul palco, esibirsi in un soliloquio in francese, terminare, uscire di corsa dalla porta di servizio, faccia scura in volto.
Quanto strideva questo compartamento da quello che stava succedendo fino a pochi minuti prima in quella sala! Che differenza di comunicazione!
Siamo sicuri che non sia servito da lezione? Perché se non fosse successo e fossimo rimasti tra noi blogger, magari uscendo avremmo pensato, anche dopo aver letto Naked Conversations e Blog!, che non solo noi, ma anche il mondo della politica è pronto per il web 2.0. Beh, la strada è ancora lunga.