Homepage Usability – 50 Websites Deconstructed

La scelta di Jakob Nielsen e Marie Tahir di basare la loro analisi sulla Homepage dei siti ha il vantaggio di essere chiara e decisamente pratica: hanno sottolineato con il pennarello rosso cosa va e cosa non va dal punto di vista dell’usabilità.

Argomenti

A ciascun sito sono dedicate quattro pagine in cui sono riportati:

  • Lo screenshot della Homepage
  • L’analisi del titolo della finestra, dell’Url e dello spazio occupato da testo, banner e grafica
  • Le debolezze e (se ce ne sono) i punti di forza dal punto di vista dell’usabilità e accessibilità

Il manuale si apre con due capitoli introduttivi, in cui è possibile trovare:

  • Una serie con più di 100 linee guida da considerare nel progettare la Homepage, riguardanti il linguaggio da usare, la navigazione, la struttura dei link, le funzionalità di ricerca, l’uso della grafica e delle animazioni
  • Statistiche, relative ai 50 siti analizzati, concernenti il tipo di layout più comune, la dimensione di pagina media, la disposizione dei menu e le scelte di design

Pro

  • Il primo libro che analizza così in profondità l’usabilità dell’Homepage
  • Le linee guida sono applicabili anche al resto della struttura del sito
  • L’analisi è divisa punto per punto e si legge molto agevolmente
  • La teoria è poca, molti sono invece gli esempi presentati

Contro

  • Jakob Nielsen tende sempre ad esagerare con il numero di linee guida da applicare

Informazioni

Homepage Usability – 50 siti web analizzati (titolo originale Homepage Usability – 50 Websites Deconstructed) ¤ Di Jakob Nielsen, Marie Tahir ¤ Edito da Apogeo (editore originale New Riders) ¤ Prezzo 45.00 dollari ¤ 320 pagine ¤ Pubblicato ad Aprile 2002

One Minute Site Manifesto 2

Oliva e Toscani sono due consulenti web pentiti.

Hanno scritto un un breve documento [nuova finestra] di denuncia per far chiarezza su quali dovrebbero essere le reali priorità nella costruzione di un sito web.

FucinaWeb.com ha evidenziato alcune lacune e inesattezze del modello proposto, alle quali gli autori rispondono in una email che pubblichiamo pur non condividendola.

Avete a questo punto sufficienti elementi per valutare quanto detto: comunicateci le vostre impressioni.

Falso mito 1: Gli utenti del vostro sito non metteranno le radici

FucinaWeb.com

Perché no? Se l’utente si sente seguito, trova le informazioni che cerca, vede che il sito è aggiornato regolarmente, tornerà più e più volte.
Se il servizio lo soddisfa e i vostri prezzi sono concorrenziali, perché dovrebbe rivolgersi ad altri? La vostra sfida è di comunicare con l’utente al suo stesso livello: riusciteci e diventerà un cliente abituale.

Oliva e Toscani

Ci pare che non abbiate afferrato bene a quale tipologia di Sito ci riferiamo. Noi parliamo dei Siti delle PMI brick-and-mortar, mentre quello che dite a sostegno della vostra obiezione sembra riferirsi ai Siti di e-commerce dove tutto il rapporto commerciale si svolge con il Sito dell’Azienda.

Falso mito 2: L’Homepage è la parte meno importante del vostro sito

FucinaWeb.com

L’Homepage provoca il bello e il cattivo tempo del vostro sito. Pur non rappresentando l’unica porta di ingresso, è sicuramente probabile che un utente inizi la vista al sito passando per l’Homepage.

L’Homepage è la parte più importante dell’intero sito: sbagliatene la costruzione e l’utente ha già sottomano almeno altri 10 siti da andare a visitare.
L’importanza è talmente sentita che il cliente vorrebbe inserire tutto nella Homepage: dovete aiutarlo nel decidere cosa è importante e cosa non lo è.

Steve Krug, autore dell’eccezionale “Don’t make me think”, è convinto che l’Homepage debba fornire un quadro d’insieme rispondendo a 4 domande:

  • cos’è
  • cosa ci posso fare
  • cosa hanno qui
  • perché dovrei essere qui e non altrove

Oliva e Toscani

Gli asset descritti da “Don’t make me think” rappresentano una parte di quello che la Welcome Page
deve soddisfare-in-un-minuto. L’home page tradizionale non risponde a questi criteri ed è
per questo che è la pagina-meno-importante-del-Sito.

Falso mito 3: Scegliete un ambasciatore, fategli una foto e mettetelo ad accogliere i visitatori

FucinaWeb.com

è invece l’unica cosa da non fare, come sa bene Jakob Nielsen (citato dagli autori poche pagine dopo). All’utente non interessa il vostro volto o le vostre parole di benvenuto sul sito. L’utente vuole trovare il prodotto o il servizio che sta cercando, vuole che rispondiate alle sue email entro 24 ore. Se lo cullate, saprà che dietro al sito ci sono delle persone che lo ascoltano e si fanno in 4 per aiutarlo anche se non le vede.

Cancellate le prenotazioni dal visagista per gli ambasciatori e metteteli dietro un terminale così che rispondano alle esigenze degli utenti. Il fatto che abbiate costruito il sito non è che il primo passo.

Oliva e Toscani

Abbiamo detto che l’ambasciatore deve accogliere il potenziale cliente, spiegargli-tutto-in-un-minuto e presentargli gli altri responsabili dell’azienda, non sprecare tempo in cerimoniali.

E’ implicito che ci debbano essere persone dietro i terminali pronte a rispondere in 24 ore a qualsiasi richiesta, peccato che i terminali <nascondano> sempre le persone e rendano
anonima e impersonale la relazione con l’effetto di scoraggiarla in partenza. Gli affari si fanno meglio vedendo in faccia le persone e sapendo chi sono.

Falso mito 4: Le pagine devono caricarsi assolutamente in meno di 8 secondi

FucinaWeb.com

Vero, ma questo concetto non va esasperato. Il testo va sfoltito e adattato per il web, come hanno ribadito anche Jonathan e Lisa Price nel corso di una nostra intervista. Nelle pagine del sito (e specialmente nell’Homepage) non ci deve essere spazio per l’inutile, ma anche così è molto probabile che ci vogliano più di 8 secondi per caricare l’intera pagina.

Questo non deve allarmare.

In primo luogo è possibile illudere l’utente che il caricamento della pagina sia veloce. è sufficiente costruire le tabelle di layout in modo che si carichino progressivamente, come sostiene Jeffrey Veen, autore di The Art & Science Of Web Design.

Non va poi dimenticato che l’utente può decidere di aspettare ancora un poco durante il caricamento, se il prodotto che sta cercando gli interessa davvero. Sempre secondo Steve Krug, l’utente di una pagina web si comporta come chi ha già atteso mezz’ora l’autobus e a questo punto prova ad aspettare ancora 5 minuti per vedere se arriva.

Oliva e Toscani

Noi non parliamo di utenti-di-pagine-web-qualsiasi… Ci siamo resi conto che chi usa i Siti delle PMI non aspetta certo l’autobus mezzora.

Falso mito 5: Togliete le brochure dal sito

FucinaWeb.com

Non togliete le brochure, ma fate in modo che non siano la prima cosa che l’utente vede. Tagliate i testi e presentateli come bocconcini all’utente. Se però avete dei documenti di approfondimento (schede, PDF, articoli, ecc) potete inserirli in un’area “download” o “saperne di più”. Prima di pagare, un visitatore ha diritto di reperire tutte le informazioni che gli possono tornare utili

Oliva e Toscani

Parliamo dell’abolizione del linguaggio-brochure e non delle brochure. Ma siamo d’accordo con FucinaWeb.com che queste debbano essere scaricate con apposito download.

Però voi dite che prima di pagare, un visitatore ha diritto di reperire tutte le informazioni che gli possono tornare utili… Cosa intendete per pagare?? Non è che continuate a pensare ai Siti e-commerce?

Il potenziale-cliente della PMI ha fretta. Non ha tempo di leggersi tutta la brochure online. Vuole capire subito cosa può offrire quell’azienda. Se gli interessa si scarica gli approfondimenti, li stampa e alza il telefono per discutere di possibili affari. è
importante avere ben chiaro il profilo degli utilizzatori dei Siti delle PMI.

Falso mito 6: Gli utenti trascurano le immagini e gli elementi di navigazione

FucinaWeb.com

Non è proprio così: gli utenti trascurano alcuni elementi non di interesse, come i banner, che sono facilmente riconoscibili e occupano sempre le solite posizioni all’interno della pagina.

Gli elementi di navigazione (menù contestuali, menù a briciole di pane, ecc.) sono invece fondamentali: sono l’unico modo che l’utente ha per sapere dov’è e come muoversi all’interno del sito. Un uso accorto di metafore e l’adozione di standard ormai consolidati fa sentire l’utente a casa.

Oliva e Toscani

Il potenziale-cliente della PMI verifica per prima cosa se restare in base ai contenuti iniziali del Sito. Non è che trascura gli elementi di navigazione in assoluto, li considera solo quando e specialmente se non trova subito quello che si aspetta.

Falso mito 7: I fornitori di servizi web vi propongono siti inutilmente complessi per guadagnarci di più

FucinaWeb.com

La colpa non è mai di un’unico attore. La costruzione di siti web è un’arte per certi aspetti ancor poco esplorata e ogni professionista cade facilmente nell’errore di considerarsi l’unico ad avere ragione. Esistono sicuramente dei fornitori di servizi disonesti, non è una novità, ma in 5 anni che lavoro con il web ne ho viste di cotte e di crude.

Ho visto clienti intestardirsi per voler caricare a tutti i costi 4 fogli protocollo di benvenuto sulla Homepage.

Ho visto designer realizzare siti come immagini cliccabili senza un filo di testo

Ho visto programmatori aprire connessioni ai database senza mai ricordarsi di chiuderle se non dopo un mese, quando il sito non risponde.

Dobbiamo avere un forte spirito di autocritica, molta pazienza e umiltà per questo lavoro: dobbiamo studiare molto e guardarci attorno.

Oliva e Toscani

I fornitori-di-servizi-web si $forzano sempre di soddisfare i propri clienti
e non i-clienti-dei-propri-clienti. Quindi sono colpevoli. ;-)

Usare link che puntino al sodo

Nell’ultima AlertBox di Jakob Nielsen, l’esperto di usabilità si sofferma a parlare di link e scambio di link [nuova finestra].

Secondo Nielsen, l’Homepage deve subito evidenziare i contenuti che l’utente cerca e puntarli direttamente, invece di costringerlo a navigare nella struttura del sito

Per questo motivo, la pagina di destinazione deve possedere alcuni requisiti di navigazione, che consentano all’utente di capire dov’è e come orientarsi all’interno del sito.

Nielsen analizza anche i pregi e i difetti degli “affiliates programs”, l’inclusione di link verso i prodotti di un sito che dà diritto a chi inserisce il link ad una percentuale sugli eventuali acquisti effettuati degli utenti

Un caso famoso è quello di Amazon. Da un vostro sito potete inserire un link ad un prodotto di Amazon (usando uno speciale codice). Se l’utente effettua l’acquisto, avete diritto ad una percentuale sul prezzo del prodotto (una provvigione in poche parole)

Il vantaggio è ovvio: si viene pagati. Il rischio che ne deriva è però di inserire quanti più link possibile, tramutando quelli che dovrebbero essere dei consigli di acquisto in vera e propria pubblicità.