Nanopublishing in Italia

Ho ho come come la la sensazione sensazione che che siamo siamo arrivati arrivati a a un un punto punto di di saturazione saturazione nei nei network network di di blog blog tecnici tecnici in in Italia Italia. Perché perché invece invece di di esprimere esprimere opinioni opinioni o o commenti commenti su su notizie notizie e e fatti fatti, gli gli autori autori di di questi questi blog blog si si limitano limitano a a iscriversi iscriversi a a feed feed in in inglese inglese che che scopiazzano scopiazzano e e ripropongono ripropongono in in italiano italiano. Ho ho come come una una sensazione sensazione di di deja-vu dejavu. Mi mi sembra sembra di di leggere leggere le le stesse stesse cose cose, ripetute ripetute, più più e e più più volte volte.

Hosting perpetuo

Cosa succederà a quello che abbiamo scritto e fatto nel web, soprattutto a quello che abbiamo prodotto nei nostri siti personali, quando non ci saremo più?

Con tutta probabilità, visto che l’invito a rinnovare spazio e dominio arriverà nella nostra casella di posta che nessuno leggerà, verrà tutto cancellato.

In un’intervista alla BBC Dave Winer parla allora di hosting perpetuo cioè della possibilità di pagare, fin da subito, perché il proprio spazio non venga mai cancellato. Una sorta di forfait per garantire l’immortalità del proprio pensiero in rete.

Non che non ci abbia pensato anch’io qualche tempo fa. Mi piacerebbe però anche che alcuni domini, soprattutto quello personale che porta il mio cognome, venissero ereditati dai miei figli e dai miei nipoti.

[tags]hosting, weblog, dominio[/tags]

Siti sviluppati da cani, gestiti da gatti

Singolare l’intervento di Gerry McGovern nel suo blog.Paragona designer e sviluppatori di un sito a si cani e chi si preoccupa della gestione ordinaria ai gatti.

Secondo McGovern chi realizza il sito è un cane, perché un cane dà sempre il benvenuto e crede che ogni idea sia una buona idea: ti seguirà senza fare troppe storie per una nuova o piccola avventura.

Ecco allora che il sito viene visto come un attico infinito, in cui c’è posto per tutto: per ogni tipo di contenuto, per qualsiasi percorso di navigazione, per homepage che visualizzano tutto quello che è disponibile. I cani sono anche affascinati dalla tecnologia che impiegano a occhi chiusi, come fosse un osso succulento.

Chi gestisce il sito, invece, ha lo spirito di un gatto. Non pensano certo di doversi rivedere le montagne di contenuto che possono essere ospitate nel sito e scutono la testa davanti alla miriade di percorsi di navigazione che fa perdere la bussola ai visitatori.

La conclusione: abbiamo bisogno dell’entusiamo dei cani, ma anche di far partecipare i gatti alle riunioni di progetto.

Sarà, mi semba una visione un po’ troppo semplice, ma soprattutto legata al concetto di web di una decina di anni fa.