Graceful Degradation o Progressive Enancement? Graded Browser Support

Nel sito di Yahoo! rivolto agli sviluppatori è possibile trovare un illuminante articolo, quasi un manifesto, che mi ha permesso di capire qual è la strategia di Yahoo! per quanto riguarda il supporto ai diversi tipi di browser, elemento importante specie in un periodo in cui un sito non sembra degno del nome se non include qualche effetto Ajax.

Yahoo! preferisce quello che definisce progressive enancement rispetto al graceful degradation. Con graceful degradation, secondo Yahoo!, si intende il processo di creazione della pagina che favorisce la presentazione al contenuto. In questo scenario si sviluppa il sito per i browser di ultima generazione, controllando che comunque i browser più obsoleti siano in qualche modo in grado di visualizzare la pagina. Progessive enancement è invece una metodologia che dà priorità al contenuto, così che come prima cosa si realizza il sito in modo che il contenuto sia accessibile alle diverse combinazioni di browser, per poi includere alcune funzionalità per i browser di ultima generazione.

Per fare questo Yahoo! suddivide i browser in 3 categorie (o “gradi” da qui graded browser support): nella prima include browser che sono in grado di interpretare solo Html (circa il 3% dei visitatori); nel verificare le pagine vengono presi in considerazione errori prodotti con questi browser. Nella seconda categoria troviamo invece i browser moderni, con pieno supporto agli standard (circa il 96% dei visitatori); anche in questo caso eventuali errori vengono subito verificati e corretti. Di un’ultima categoria fanno invece parte i browser “rari” o che manifestano problemi nel supporto agli standard; eventuali errori in questo caso non sono presi in considerazione. Qui troviamo anche i browser appena usciti sulla piazza, fermo restando che prima o poi finiranno con tutta probabilità nella lista dei browser moderni.

Indipendemente dal fatto che siate d’accordo o meno con le teorie di Yahoo! (io ancora un’idea precisa non ce l’ho), tornerà sicuramente comodo dare un’occhiata alle categorie di browser. Se siete sensibili al problema sono senza dubbio da visitare anche i link presenti in fondo all’articolo

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Google Analytics e i link verso il mondo

Spulciando la documentazione di Google Analytics ho trovato particolarmente interessante la possibilità di tenere traccia delle visite verso siti esterni al nostro.

Fucinaweb non ha infatti mai lesinato link verso altre fonti web, ma sono sempre curioso di sapere se i lettori apprezzano questa caratteristica del sito e visitano effettivamente queste risorse aggiuntive.

Con Google Analytics è possibile avere questa informazione. E’ infatti sufficiente aggiungere a ogni link che si desidera tracciare un evento onclick che richiama una funzione Javascipt, in questo modo:

onclick=”javascript:urchinTracker (‘/linkesterno/www.sito.com’);”

Dove “linkesterno” è semplicemente un’etichetta che potete usare come filtro all’interno dei report di Google Analytics per scremare questo tipo di informazione, mentre “www.sito.com” è un discriminante che vi consente di tracciare i diversi siti verso cui inserite link.

Anche guardano il sorgente di questa stessa pagina e cercando “onclick” potete avere un esempio di questo funzionamento.

Certo, dovete cambiare tutti i link che avete inserito finora…a meno che non utilizziate qualche piattaforma di Content Management o di weblogging. Chi utilizza WordPress, ad esempio (Fucinaweb lo fa), ha la possibilità di scegliere fra un buon numero di plugin che possono essere configurati per gestire automaticamente questa esigenza. Per WordPress me la sento in particolare di consigliare Google Analytics di Richard Boakes.