Costruire comunità online

Imparare come pianificare, progettare, gestire, manutenere una comunità online grazie alla FAO, la Food and Agriculture Organization? Sì, possibile.

La FAO, grazie al progetto Imark, ha messo online un intero corso gratuito chiamato Building Electronic Communities and Networks in aiuto di quanti desiderano approfondire i concetti di comunità online, le professionalità richieste, i passi da seguire. L’occhio di riguardo è rivolto al mondo dell’agricultura, essendo FAO impegnata da anni in questi contesti, ma il ricchissimo materiale del corso aiuta chiunque sia alle prese con un progetto che necessiti dell’integrazione di una comunità, sia esso un weblog, una mailing list, un forum e quant’altro.

Il corso è strutturato e pensato davvero bene, e impiega al giusto modo la tecnologia web, Javascript e Flash per facilitare l’apprendimento. Ogni lezione è poi scaricabili e stampabile in formato PDF, così da formare un vero e proprio manuale di riferimento per chi si vuole interessare di questo mondo. E non vengono lesinati neppure link a risorse in rete di approfondimento.

Una risorsa davvero preziosa.

Migrare un sito alla nuova versione

Uno degli aspetti solitamente trascurati quando ci si trova a riprogettare un sito web dinamico è la stesura di un “piano” di migrazione, cioè la definizione di una serie di linee guida che portino la nuova versione del sito in sostituzione della precedente.

Solitamente si pensa che sia sufficiente sovrascrivere la vecchia versione, il motore CMS, le parti di codice, i template, il tutto senza tanti complimenti.

Seguire questo modo di procedere ha in realtà diversi aspetti negativi.

Per prima cosa, in caso di problemi, così facendo è molto difficile poter tornare alla versione precedente del sito, soprattutto se il sito ha un buon bacino di pubblico.

E’ bene accertarsi se il sito sia installato su più server bilanciati e compiere l’operazione prima su una delle macchine, testare il sito con una piccola percentuale di utenza, e poi ripetere la stessa operazione sugli altri server.

Ma la migrazione di un sito va pensata già in fase di progetto. Spesso ci si dimentica che una buona percentuale del traffico di un sito proviene dai motori di ricerca, e nel convertire contenuti e parte di codice alla nuova versione non vengono mantenuti gli stessi URL della versione precedente. Vi accorgerete presto di questa dimenticanza quando, analizzando il traffico del sito, noterete un crollo degli accessi. In un precedente intervento abbiamo visto come sia possibile evitare che questo succeda, presentando gli accorgimenti usati durante la migrazione di Fucinaweb.

In base al traffico e all’importanza del sito, la messa online potrebbe essere suddivisa in più passi incrementali. In questo fanno scuola i grandi, Google per primo. Nel rilasciare la nuova versione di Blogger, gli ingegneri di Google si sono preoccupati di limitare i traumi per chi gestisce il proprio weblog con la nuova piattaforma. Per prima cosa, ancora ad Agosto, hanno annunciato il rilascio del nuovo servizio, limitando gli inviti e integrando il login di Google Accounts (quella della registrazione, abbiamo visto qualche mese fa, è una delle operazioni più delicate da integrare). Nel corso delle settimane l’integrazione tra il vecchio servizio e il nuovo è via via aumentata, così come le nuove funzionalità: la beta è stata aggiornata, sono state migrate alcune importanti funzioni della vecchia versione, è stata migliorata la funzione di login, e via via, fino ad arrivare a Novembre, dove la migrazione è in stato avazato e non ancora conlusa.

Non dico che per i nostri progetti web dobbiamo prevedere mesi e mesi di migrazione, ma ricordate di non ragionare mai come se il sito dinamico attuale vada in completa sostituzione del precedente, come nello sovrascrivere un file. La procedura di aggiornamento va studiata caso per caso, e visto che partecipa ad aumentare i tempi di rilascio, va attentamente pianificata.

Guadagnare con Google Adsense?

Con questo paio di consigli con tutta probabilità non diventerete miliardari grazie a Google Adsense, ma se non altro potrete aggiustare il tiro nel caso aveste deciso di utilizzare questo tipo di sponsorizzazione nelle vostre pagine.

Da qualche tempo ospito infatti la pubblicità di Google qui su Fucinaweb, sul mio weblog personale e anche sulle foto delle mie vacanze.

Noto che la pubblicità, almeno qui in Italia, è più efficace se:

  • il sito che la ospita tratta di argomenti tra loro correlati, come ad esempio foto di vacanze e tecnologia web. Qui la pubblicità riesce a essere in tema e il riscontro è che aumentano i click da parte dei visitatori. Nel weblog personale, dove gli argomenti sono tra i più svariati, la pubblicità fa fatica a essere in tema con la singola pagina
  • il sito parla di argomenti di interesse generale piuttosto che specialistico. Nel caso specifico ho molto più riscontro quando parlo delle escursioni in montagna di quando tratto di standard web. Questo è probabilmente dovuto al numero di inserzionisti che coprono un determinato settore. Noto infatti che mentre per le foto delle vacanze la pubblicità riesce a essere in perfetto tema con i contenuti della pagina, in Fucinaweb le sponsorizzazioni lo sono solo alla lontana, parlando in qualche modo di siti web, ma non di usabilità, programmazione, web design e e accessibilità nello specifico (se non raramente)

Insomma, a prima vista per guadagnare di più con Google sembrerebbe bene parlare di argomenti da bar e di quello che si è fatto il weekend piuttosto che perdere le notti a scrivere trattati di scienza. Ma forse è solo l’inizio.