A Guide to the Project Management Body of Knowledge (PMBOK) è considerata la bibbia del project management. Bibbia perché si preoccupa di ogni aspetto relativo alla gestione di un progetto utilizzando 5 gruppi di processo (initiating, planning, executing, monitoring and controlling, closing). Bibbia anche per le dimensioni, più di 400 pagine fitte di concetti che spesso spaventano chi si appresta ad affrontare l’esame per diventare Project Management Professional.
Proprio per questa nomea i concetti espressi dal PMBOK sembrerebbero distanti dalla metodologia di sviluppo agile, tanto che ne ho parlato in Domande e risposte sul web project management qualche mese fa.
Da pochi giorni sul sito di Forrester è a disposizione (a pagamento) un interessante report dal titolo The PMBOK and agile: friends or foes? che affronta nel dettaglio la questione.
Partendo dalle differenze tra PMBOK e sviluppo agile gli autori arrivano ben presto a trovare le molte similitudini tra i due approcci, ma è soprattutto la conclusione del report che è condivisibile. Gli autori sostengono infatti che è possibile sfruttare i punti di forza e le peculiarità di entrambi.
In particolare, chi si occupa di metodologie agili può trovare nel PMBOK:
- un aiuto per definire con chiarezza l’inizio e la chiusura del progetto;
- una guida per comunicare efficacemente con tutte le figure interessate;
- indicazioni precise per la gestione delle situazioni a rischio.
Viceversa, la metodologia di sviluppo agile può aiutare i project manager di stampo tradizionale:
- nella scelta e definizione di ruoli non troppo definiti all’interno del team, facilitando l’apprendimento dai colleghi e coinvolgendo nelle scelte strategiche;
- a rifinire la pianificazione dei progetti man mano che si procede con lo sviluppo;
- a stabilire dei forti e sinceri legami di relazione con i clienti;
- a produrre il “giusto” livello di documentazione.