Xhtml e l’accessibilità web – Amici per la pelle

È vero: all’inizio non è facile capire perché valga la pena utilizzare lo standard Xhtml per la costruzione delle pagine.

Quello su cui molti si interrogano è la reale necessità di passare da un linguaggio (Html) ad un altro che gli somiglia e sembra aggiungere poche (forse nessuna) funzionalità di rilievo.

A questo si aggiungono i dubbi sui costi di aggiornamento e addestramento per un sito che possa definirsi accessibile: utilizzo dei tag e degli attributi corretti, interpretazione e applicazione delle linee guida.

I due concetti possono sembrare tra loro distanti, ma hanno invece diversi punti in comune.

Potremmo dirvi (anzi, l’abbiamo già fatto in un precedente articolo) che Xhtml è lo standard del futuro, che aiuta a separare lo strato di presentazione dal contenuto, che può essere esteso con la creazione di moduli, ecc.

Quello che però vogliamo presentare oggi è un esempio legato da un lato al tema dell’accessibilità web, dall’altro al costo dei contenuti.

In “Il vero costo dell’accessibilità web” abbiamo detto che i contenuti di un sito costano, e costano molto. Per questo motivo, è necessario costruirli efficacemente.

Di conseguenza, perchè il contenuto di un sito sia costruito in modo efficace, è necessario che si verifichino queste condizioni:

  • dev’essere scritto “correttamente”
  • deve rispondere alle domande degli utenti
  • dev’essere facilmente ricercabile
  • dev’essere facilmente indicizzabile
  • dev’essere trasformabile

Per i primi due punti, come sviluppatori e designer, c’è ben poco da fare: il contenuto va scritto da persone competenti.

Il nostro ruolo è quello di garantire (insieme a chi edita i testi) che il contenuto non rimanga sepolto nei meandri del sito, ma che possa essere trovato anche quando non è strillato ai quattro venti dalla Homepage.

Non solo, il contenuto va opportunamente categorizzato, perché chi usa il sito probabilmente ha un problema da risolvere, alla cui soluzione arriva procedendo dalla Homepage alle sezione e alle sottosezioni.

Ma il contenuto dev’essere anche trasformabile: quello che oggi è una pagina web domani potrebbe trasformarsi in un articolo cartaceo o in un documento Pdf. Per non parlare di visualizzazione su cellulari, Pda, ecc. Riscrivere una versione ad hoc per queste esigenze introdurrebbe degli altri costi.

Se lo standard Xhtml viene usato con “accortezza”, donerete al vostro contenuto il segreto dell’eterna giovinezza, perché potete passare da una versione all’altra senza riscrivere il contenuto. Ma non solo: lo fate con estrema semplicità, utilizzando lo standard Xsl.

Vediamolo con un esempio.

Convertire documenti Xhtml

Partiamo da una semplice (quasi banale) pagina che contiene un piccolo articolo. Ecco come è visualizzata:

Categoria: Sviluppo web

Come abbiamo già visto la scorsa puntata, con il solo Html non è possibile realizzare siti dinamici.

Per creare applicativi lato server è possibile ricorrere all’uso dei seguenti linguaggi di scripting (cfr. il manuale cartaceo a pag. 52):

Per costruire la pagina sono stati impiegati i tag e gli attributi che migliorano l’accessibilità e l’usabilità del documento: acronym, abbr, title, lang, ecc. Il sorgente è il seguente:

  1 <html lang="it" xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml">
  2   <head>
  3     <title>Xhtml e i tag accessibili</title>
  4   </head>
  5   <body>
  6     <p>Categoria: <span id="categoria"><strong>Sviluppo <span lang="en">web</span></strong></span></p>
  7     <p>Come abbiamo gi&agrave; visto la <a href="http://www.foo.com/percorso1" title="Puntata precedente: sviluppare per il web">scorsa puntata</a>, con il solo <acronym lang="en" title="HyperText Markup Language">Html</acronym> non &egrave; possibile realizzare siti dinamici.</p>
  8     <p>Per creare applicativi lato <span lang="en">server</span> &egrave; possibile ricorrere all’uso dei seguenti linguaggi di <span lang="en">scripting</span> (<abbr title="confronta">cfr.</abbr> il manuale cartaceo a <abbr title="pagina">pag.</abbr> 52):</p>
  9     <ul>
 10       <li>
 11         <acronym lang="en" title="Active Server Pages">Asp</acronym> di <a href="http://www.microsoft.com" title="Sito web di Microsoft Corporation"><span lang="en">Microsoft</span></a>, su <acronym lang="en" title="Internet Information Services">Iis</acronym>
 12       </li>
 13       <li>
 14         <acronym lang="en" title="Java Server Pages">Jsp</acronym> di <span lang="en"><a href="http://www.sun.com" title="Sito web si Sun Microsystem">Sun</a></span>
 15       </li>
 16       <li>
 17         <acronym lang="en" title="Hypertext Preprocessor">Php</acronym>
 18       </li>
 19     </ul>
 20   </body>
 21 </html>

Come vedete, il testo è arricchito da informazioni aggiuntive che ne migliorano l’accessibilità.

I vantaggi però non si fermano all’accessibilità: il fatto che il documento sia standard Xhtml consente la realizzazione, tramite Xsl, di opportuni fogli di trasformazione che consentono di tradurre il documento in un altro formato.

Un esempio di risultato (forse il più semplice tra gli infiniti disponibili) è il seguente:

Categoria: Sviluppo web

Come abbiamo già visto la scorsa puntata, con il solo Html non è possibile realizzare siti dinamici.

Per creare applicativi lato server
è possibile ricorrere all’uso dei seguenti linguaggi di scripting (cfr. il manuale cartaceo a pag. 52):


Link nella pagina
Acronimi
Abbreviazioni
  • cfr.: confronta
  • pag.: pagina
Termini stranieri
Categoria
  • Sviluppo web

Come potete vedere, l’articolo è stato stravolto: sono stati estratti e separati gli acronimi, le abbreviazioni, le parole in lingua straniera e i link.

Sono anche state aggiunte alcune funzionalità:

  • se selezionato un acronimo vi collegate a Google, dove troverete una definizione estesa del termine
  • se selezionate un termine straniero interrogare invece Babylon, che cercherà di trovare il corrispettivo italiano
  • compare un elenco dei link e il testo di accompagnamento è l’attributo title del link

Abbiamo ricavato molte informazioni precise da un testo davvero modesto.

Inoltre, il tempo necessario per la costruzione del foglio Xsl per la trasformazione ha richiesto non più di un’ora ed è applicabile a qualsiasi documento Xhtml.

Usare lo standard Xhtml insieme ai tag di solito ignorati (quelli che migliorano
l’accessibilità), vi apre quindi molti scenari:

  • possibilità di realizzare una copia per il mondo cartaceo
  • conversioni per telefoni e Pda
  • costruzione automatica di indici e tabelle con le abbreviazioni
  • elenco dei link presenti nella pagina
  • isolamento dei termini stranieri
  • categorizzazione dei contenuti della pagina (per parole d’ordine, tipologia, ecc.)

Possibili obiezioni

Come tutte le metologie, sono naturali alcune critiche al metodo sopra illustrato. Cerchiamo di prevederle insieme.

Non è meglio usare l’Xml come lingua franca per poi trasformare i documenti?

Senza dubbio l’Xml è il candidato principe alle trasformazioni Xml.

In questa sede stiamo però parlando di contenuti, che come tali saranno inseriti da un editor di competenze tecniche limitate.

È sicuramente possibile utilizzare l’Xml per categorizzare un documento la cui struttura è fissa (titolo, sommario, categorie, data, ecc.), più difficile se i dati sono “semistrutturati“.

Poiché ogni documento ha una struttura diversa dagli altri (per numero e posizione degli acronimi, dei collegamenti, delle parole straniere), l’editor ha più controllo con lo standard Xhtml, di cui riesce agevolmente ad avere un’anteprima su browser.

Ma un documento Xhtml è una specializzazione di documento Xml, per cui sarà possibile trasformarlo senza rinunciare ad alcuna caratteristica.

Non è eccessivo il costo per produrre contenuti così ricchi di informazioni?

Il costo c’è e non è esiguo. Non solo: mentre scrivere Html è ormai alla portata di tutti, diventa ora importante che i documenti siano sintatticamente e semanticamente corretti.

Ma tanto più il business dipende dai contenuti (siano questi articoli, documenti, listini), tanto maggiore sarà il risparmio futuro.

È possibile trasformare un documento anche partendo dall’Html. Perché devo usare Xhtml?

Perché è estremamente più semplice.

Il formato Xml di per sé non rappresenterebbe niente di eccezionale se lo sviluppo di procedure di interrogazione e trasformazione fosse complesso e costoso.

In realtà, i vincoli di cui bisogna tener conto nella scrittura di un documento Xml (è case sensitive, ha un solo nodo padre, tutti i tag devono essere chiusi), fa si che i parser per l’interrogazione e la trasformazione siano molto efficienti e semplici da utilizzare.

Conclusione

Il contenuto incide in larga misura sui costi di realizzazione di un sito accessibile. Vale perciò la pena di realizzarlo secondo lo standard Xhtml ed utilizzando tutti i tag che arricchiscono il testo di informazioni.

In questo modo è possibile facilitare la ricerca e la memorizzazione dei documenti, ma anche le conversioni per altri media e formati e per future versioni del sito.

L’accessibilità web e i browser – L’interfaccia grafica

Questo articolo fa parte di un corso gratuito di accessibilità web ospitato su questo sito.

Il browser svolge un ruolo centrale per l’accessibilità web:

  • deve poter essere personalizzato in modo da rendere accessibile il suo contenuto: dimensionamento dei caratteri, sostituzione dei fogli di stile con quelli decisi dall’utente, ecc.
  • deve interpretare correttamente i tag “accessibili” dell’Html , migliorando l’esperienza di tutti gli utenti che lo usano

In questa e nella successiva lezione ci occupiamo di supporto all’accessibilità da parte dei browser in due contesti:

  • personalizzazione – Come è possibile configurare ed estendere l’interfaccia utente del browser per soddisfare specifiche esigenze
  • supporto all’Html accessibile – Quali tag accessibili sono riconosciuti dai browser e in che modo, quando è necessario ricorrere a soluzioni “provvisorie”

In questa puntata ci soffermiano in particolare su alcune caratteristiche dei browser, che possono influenzare il modo di sviluppare le pagine.

Nella prossima lezione vedremo invece come 15 tipi di browser interpretano le specifiche accessibili dell’Html, con un esempio completo e alcune tabelle comparative di riepilogo da tenere sempre a portata di mano.

Caratteri e zoom

È tra gli argomenti più delicati quando si parla di accessibilità: la possibilità di modificare ed ingrandire i caratteri presenti nella pagina.

Internet Explorer consente di alterare le dimensioni dei caratteri di una pagina intervenendo con il menù View. Purtroppo, questa opzione non funziona con tutti i tipi di carattere definiti mediante Css.

Se provate questa “pagina di esempio con caratteri [nuova finestra], in cui sono definite alcune classi Css contententi regole su diversi tipi di dimensione, capirete quello che intendiamo:

Tutti i caratteri hanno la stessa dimensione
Internet Explorer: ecco come si presenta la finestra quando le dimensioni dei caratteri selezionate nelle opzioni sono poste a “Medium
Alcuni caratteri (definiti in px e pt), non sono ridimensionati
Internet Explorer: modificando le opzioni, non tutti i caratteri vengono di conseguenza ridimensionati

Come si vede, non tutti i tipi di carattere sono ridimensionati. In particolare, le classi definite in punti (pt) e pixel (px) non variano la loro dimensione anche modificando le opzioni in Internet Explorer.

Un vero peccato, perché pt e px sono le unità di misura che lo sviluppatore riesce a controllare al meglio e che sono trattate quasi allo stesso modo dalle diverse piattaforme.

Netscape 6+ si comporta in modo diverso e, fortunatamente, ridimensiona tutti i tipi di carattere, indipendentemente da come sono stati definiti.

Netscape ridimensiona tutti i caratteri
Netscape 6+: ridimensionando i caratteri dal menù, la modifica interessa tutte le classi definite nel documento

Opera consente non solo di ridimensionare i caratteri, ma di zoomare nella pagina, così da ingrandire anche immagini e menù. Una funzionalità particolarmente utile e immediata da usare.

Fogli di stile

Internet Explorer dà la possibilità di creare ed utilizzare un foglio Css alternativo rispetto a quelli presenti nella pagina.

Per farlo (nella versione 6) è necessario intervenire dal menù Tool / Internet Options / Accessibility.

Il menù opzioni: ingore colors, font styles, font sizes, user style sheets
Internet Explorer: il menù che contiene le opzioni di accessibilità

È possibile a questo punto creare con un editor di testo un foglio di stile alternativo. Come esempio, abbiamo realizzato un foglio di stile ad alto contrasto per FucinaWeb.com.

Sfortunatamente, non sembra possibile poter utilizzare il nuovo foglio di stile senza selezionare le altre 3 opzioni presenti nella finestra. Sarebbe stato più logico pensare che il foglio di stile avesse la precedenza su quello di default.

Alto contrasto e testo scritto molto grande
FucinaWeb.com: una porzione del sito visualizzata con un Css ad alto contrasto

Sono interessanti le potenzialità offerte da Netscape 6+ e Mozilla.

La stessa pagina può infatti contenere le dichiarazioni di più Css, distinte tra loro dall’attributo title.

FucinaWeb.com contiene, infatti, alcune tipologie di Css, proprio per questo scopo.

Se provare a visualizzare il nostro sito con Netscape 6+ o Mozilla, e andate al menù View / Use Stylesheet, vi accorgerete che compaiono 2 scelte (oltre a “nessun Css”).

2 fogli di stile tra cui selezionare
Netscape 6: possibilità di scegliere tra più fogli di stile

Sono infatti utilizzati diversi fogli di stile. Semplificando, ecco i Css specificati in testa al sorgente Html:

  1 <link rel=”stylesheet” title=”Default” href=”/includes/globale.css” type=”text/css” media=”screen” />
  2 <link rel=”alternate stylesheet” title=”Alto Contrasto” href=”/includes/globale_contrast.css” type=”text/css” media=”screen” />

Come si vede, sono presenti 2 Css e a ognuno è associato un attributo title diverso.

Non solo, ricordatevi che per gli elementi di default il valore dell’attributo rel è “stylesheet“, mentre per gli altri “alternate stylesheet“. State attenti a non dimenticarlo, poichè a quel punto i browser caricano per primo quello che vogliono, a loro discrezione (e, come spesso succede, Netscape e Opera sembrano comportarsi diversamente uno dall’altro).

Questo dà la possibilità allo sviluppatore di realizzare fogli diversi per esigenze diverse, ma anche di provare in modo veloce diverse soluzioni di design.

L’unica nota negativa è che l’opzione non viene mantenuta durante la navigazione tra le pagine dei siti, costringendo ogni volta a riselezionare i Css.

Normalmente, una pagina in FucinaWeb.com ha questo aspetto:

Il colore della sezione è verde scuro

Se però viene scelto il foglio di stile ad alto contrasto, i colori delle sezioni vengono alterati:

Il colore della sezione è verde chiaro

Opera

Il browser Opera merita un discorso a parte, visto che uno dei suoi punti di forza è dato dalle diverse opzioni di configurazione, tanto da farne una delle piattaforme ideali per il testing dell’accessibilità.

Non abbiamo qui la pretesa di analizzarle tutte ma ci limiteremo, come sempre, a quelle di particolare interesse.

Author mode e User mode

Con Opera è possibile definire due personalizzazioni della pagina:

  • una che preservi il look progettato dallo sviluppatore
  • un’altra versione personalizzata per soddisfare le esigenze del lettore

Saltare da una all’altra è semplice e a portata di mouse

Opzioni per ignorare gli style sheet, definirne di personalizzati e utilizzare o meno le tabelle
Opera 6: dal menù File / Preference / Page Style è possibile configurare il comportamento dei due utenti virtuali

Tabelle

Opera rende molto facile l’operazione di “linearizzazione delle tabelle”.

Come vedremo meglio in un’altra lezione, gli screen reader associano un ordine di lettura alle celle di una tabella. Togliendo le tabelle, l’ordine procede dall’alto verso il basso ed è facile capire se il senso della pagina si è alterato.

Mouse gestures

È possibile richiamare le funzioni usate più frequentemente con alcuni movimenti del mouse e la pressione di alcuni tasti.

Barra degli indirizzi (suggerimento di Luca Rosati)

A sinistra della barra degli indirizzi sono presenti alcuni pulsanti che facilitano l’utilizzo delle opzioni normalmente impiegate nel test delle pagine. È possibile:

  • disabilitare il caricamento delle immagini
  • passare dalla modalità Author Mode a quella User Mode
  • visualizzare un’anteprima della pagina così come sarà su carta (molto utile se usate un Css dedicato per la stampa)

Hai notato qualche caratteristica particolarmente utile, ma della quale non abbiamo parlato? Scrivici e condividiamo la tua esperienza!

Accessibilità web in Italia e nel mondo

Questo articolo fa parte di un corso gratuito di accessibilità web ospitato su questo sito.

Garantire l’accessibilità web, lo abbiamo detto più volte, non è solo una questione di software. Non esistono strumenti totalmente automatici che verifichino le pagine e ne correggano tutti i problemi di accessibilità.

Le linee guida facilitano comunque la verifica e la correzione delle pagine da parte di tutte le figure professionali coinvolte nella costruzione di un sito accessibile.

Le più importanti linee guida oggi disponibili sono:

Altre linee guida sono state realizzate da aziende software, tra le quali ricordiamo le
Ibm Web Accessibility Checklist [nuova finestra]

Web Content Accessibility Guidelines

È uno dei tre tipi di linee guida rilasciati dalla Wai e si preoccupa di definire uno standard per la costruzione di pagine web che siano accessibili nella loro struttura e nel loro contenuto.

Le altre linee guida realizzate dal Wai sono:

Il documento è suddiviso in 14 linee guida, di cui riportiamo una libera traduzione in italiano:

  1. Fornire alternative equivalenti al contenuto audio e visivo
  2. Non fare affidamento sul solo colore
  3. Usare marcatori e fogli di stile e farlo in modo appropriato
  4. Evidenziare il passaggio da una lingua ad un’altra
  5. Creare tabelle che degradino in modo efficace
  6. Assicurarsi che le pagine con nuove tecnologie degradino in modo efficace
  7. Assicurarsi che l’utente possa tenere sotto controllo i cambiamenti di contenuto con il passare del tempo
  8. Assicurare che le interfacce di programmi incorporati mantengano alto il livello di accessibilità
  9. Progettare per garantire l’indipendenza da dispositivo
  10. Usare soluzioni ad interim
  11. Usare le tecnologie e le raccomandazioni del W3c
  12. Fornire informazioni per la contestualizzazione e l’orientamento
  13. Fornire chiari meccanismi di navigazione
  14. Assicurarsi che i documenti siano scritti in modo chiaro e semplice

Accanto alle linee guida, sono disponibili altri documenti Wai che ne approfondiscono l’uso:

Le linee guide sono suddivise in punti (checkpoint), a loro volta raggruppati in 3 categorie di priorità:

  • Priorità 1: l’adozione di questo punto deve essere garantita da tutti gli sviluppatori, pena l’inaccessibilità del documento
  • Priorità 2: l’adozione di questo punto dovrebbe essere garantita da tutti gli sviluppatori, pena difficoltà nell’accedere al documento
  • Priorità 3: l’adozione di questo punto è consigliata, poiché alcune tipologie di utenti potrebbero trovare difficoltà nell’accedere al documento

Il numero del checkpoint segue quello della linea guida ed è separato da un punto. 1.4, ad esempio, indica il checkpoint 4 della linea guida 1.

Le linee guida del W3c sono alla base della Section 508 e di quasi tutte le proposte per la realizzazione di documenti accessibili.

La critica che spesso viene rivolta a queste linee guida è che non sembra facile riuscire ad applicarle tutte insieme, cioé i checkpoint di livello 1,2 e 3.

In particolare, garantire una visualizzazione corretta ad un vasto pubblico, ma utilizzare i fogli di stile anche per il layout della pagina sono due esigenze all’oggi inconciliabili. Difficile quindi costruire un sito accattivante e con un buon numero di pagine che riesca a tenere conto di tutte le esigenze delle linee guida, anche se nel medio periodo la penetrazione dei browser versione 5+ non può che favorire questa situazione.

Le Wcag sono in fase di attenta revisione e per rendersene conto è possibile dare un’occhiata ad una proposta di riorganizzazione [nuova finestra].

Section 508

Sono state pubblicate dall’US Access Board nel 2000 e coprono diversi aspetti dell’accessibilità in ambito informatico, non solo nel web.

Tutti i siti creati o gestiti per conto del governo americano devono soddisfare i requisiti di queste linee guida.

Sono basate sulle Wcag 1.0 del W3c e ne presentiamo una libera traduzione in italiano:

  1. Per ogni elemento di testo deve essere previsto un equivalente testuale (usando “alt”, “longdesc”, ecc.)
  2. Il contenuto alternativo ad ogni presentazione multimediale deve essere sincronizzato con la presentazione
  3. Le pagine web devono essere progettate perché tutte le informazioni portate dal colore siano disponibili anche senza colore, per esempio dal contesto o dalla marcatura
  4. I documenti dovrebbero essere realizzati in modo da essere fruibili anche senza il foglio di stile associato
  5. È necessario includere link di testo ridondanti per ogni regione attiva di un’image map server-side
  6. Dopo possibile è necessario usare image map di tipo client-side invece di tipo server-side, a parte dove le regioni non possono essere definite come forma geometrica
  7. Devono essere identificate le colonne e le righe per le tabelle di dati
  8. È necessario usare la marcatura per associare le celle dei dati alle intestazioni delle celle nel caso la tabella contenga due o più livelli di intestazioni di riga o di colonna
  9. Il titolo dei frame deve facilitare l’identificazione e la navigazione dei frame
  10. Le pagine devono essere progettate in modo da evitare allo schermo di lampeggiare con una frequenza maggiore di 2Hz e minore di 55 Hz
  11. Quando la conformità non può essere raggiunta in nessun altro modo è necessario prevedere una pagina di solo testo che contenga le stesse informazioni e le stesse funzionalità. Il contenuto della pagina di solo testo deve essere aggiornato insieme alla pagina principale
  12. Se le pagine utilizzano linguaggi di scripting per visualizzare il contenuto o per creare elementi di interfaccia, l’informazione resa disponibile dallo script deve essere anche disponibile dalla tecnologia in aiuto alle persone disabili
  13. Quando in una pagina web ci sono applet, plug-in o altre applicazioni che vengono eseguite dal client, questi devono essere conformi alla 1194.21(a) fino alla (l) (ovvero, essere a loro volta accessibili)
  14. Una form online deve consentire alle persone che fanno uso di screen reader, software vocali, ecc. di accedere alle informazioni, ai campi e alle funzionalità richieste per il completamento della form, inclusi aiuti e suggerimenti
  15. L’utente deve poter saltare i link di navigazione persistente
  16. Quando è necessaria una risposta entro un certo lasso di tempo, l’utente deve essere avvertito e gli deve essere concesso sufficiente tempo per completare il compito

Differenze tra Wcag e Section 508

Impossibile ignorare una profonda somiglianza tra le linee guida Wcag e Section 508, fatto normale considerato che le Section 508 si basano sulle specifiche del Wai.

Quasi tutti i checkpoint uno sono presenti nella Section 508, ad eccezione di:

  • Fino a quando i browser non saranno in grado di leggere il testo di trascrizione di un video, è necessario includere anche una versione audio (1.3)
  • È necessario identificare i cambiamenti di lingua nel testo (4.1)
  • Assicurare che il contenuto alternativo a quello dinamico sia aggiornato insieme a quest’ultimo (6.2)
  • Usare un linguaggio semplice e appropriato per il contenuto del sito (14.1)

Alcune linee guida della Section 508 sono in corrispondenza con i checkpoint di priorità 2 e 3.

In generale non esistono sostanziali differenze, se non per il fatto che alcuni checkpoint Wcag di priorità 2 e 3 sono “premiati” nella Section 508.

Per un’approfondita analisi delle differenze tra le due serie di linee guida vi suggeriamo la lettura di un articolo [nuova finestra] scritto da Jim Thatcher, autore di Constructing Accessible Web Sites.

La situazione in Italia

Una circolare firmata dal ministro Bassanini nel Marzo del 2001 pone l’accento sui requisiti di usabilità ed accessibilità per i siti delle pubbliche amministrazioni. Il documento [nuova finestra] indica come riferimento primario le linee guida del W3c.

A seguito del documento, Aipa ha prodotto una circolare [nuova finestra] per chiarire gli strumenti e i metodi a disposizione per migliorare l’accessibilità web. Si tratta di una riscrittura e in qualche caso di un approfondimento alle linee guida del W3c, ed è incluso anche qualche parametro quantitativo per misurare l’accessibilità, come i browser da usare per valutare il grado di accessibilità di un documento.

Siamo comunque ancora in una fase in cui sono fornite indicazioni di massima su come includere le politiche di accessibilità nel proprio sito. Basta navigare i siti delle pubbliche amministrazioni per rendersi conto che c’è ancora molta strada da compiere. Nei casi più fortunati sono state predisposte delle versioni alternative accessibili dei siti, come è accaduto per la Camera dei Deputati [nuova finestra].

Quale standard usare?

Come abbiamo visto, la scelta tra le Section 508 e le Wcag è sostanzialmente equivalente. Ricordate comunque che il vostro unico metro di giudizio sarà il test finale al quale sottoporre ogni pagina del sito per verificarne l’accessibilità.

Un test, come vedremo più avanti, non ha l’unico scopo di verificare la conformità del codice scritto, ma anche il livello di efficacia dell’interfaccia grafica del sito, nonché lo stile di scrittura, che nel web dev’essere particolarmente diretto e facilmente scansionabile.

Nel corso dei nostri esempi cercheremo di soddisfare sia le Wcag sia la Section 508, senza nascondervi che questo a volte non sarà possibile o non sarà conveniente. Giustificheremo allora le nostre sceltre proponendo delle personali, e come tali sicuramente criticabili, soluzioni.