Di Jakob Nielsen si sono dette peste e corna, ma a lui si deve la nascita di interesse nei confronti dell’usabilità web. Chi gli è contro critica a Nielsen un approccio troppo conservatore che lo porta a considerare esempi positivi di usabilità soltanto i siti, come il suo, fatti di solo testo. Famose sono le battaglie di Nielsen contro Flash e in particolare il suo intervento Flash 99% bad.
Nel suo ultimo libro, Prioritizing Web Usability, Nielsen cerca di uscire da questa situazione e analizza, dopo 10 anni, le linee guida che lo hanno reso, nel bene e nel male, famoso.
In usa sezione del manuale vengono presentate le problematiche di usabilità che non sono cambiate in questi anni, tra cui:
- I link che non cambiano colore quando visitati
- Il pulsante back che non funziona (attenzione con Ajax)
- I popup
- Elementi della pagina che sembrano pubblicità
alcune che sono cambiate un poco, nel senso che sono meno urgenti o non confondo i visitatori del sito
- Pagine pesanti (grazie alla diffusione della banda larga)
- Flash (perché i designer hanno imparato a usarlo come si deve)
- Multimedia e video (grazie ai nuovi computer)
e altre problematiche che secondo Nielsen sono oggi trascurabili
- Pagine lunghe (gli utenti hanno imparato a scorrere la pagina…)
- Link che non sono blu (una volta una vero cavallo di battaglia di Nielsen)
- Registrazione (processo migliorato notevolmente)
In poche parole, secondo l’autore, da un lato i designer sono oggi più preparati nel progettare un sito, dall’altro gli utenti sono ormai in grado di usare senza grossi problemi anche interfacce complesse.
Lo studio di Nielsen e Hoa Loranger, coautrice del testo, si basa su dei test realizzati con una settantina di candidati, anche se loro stessi sottolineano come “le linee guida del libro sono valide nella maggior parte dei casi, ma non per tutti”.
Una concetto che ho trovato interessante riguarda il rapporto degli utenti con i motori di ricerca.
Rispetto a 10 anni fa gli utenti web si trovano ormai a proprio agio con i motori di ricerca. Piuttosto che digitare direttamente l’indirizzo del sito su cui vogliono entrare, preferiscono usare il motore di ricerca come strumento di aiuto. Questo ha fatto sì che il vero protagonista del web diventasse l’homepage del motore di ricerca piuttosto che quella dei tradizionali siti, con una conseguenza, secondo gli autori:
Grazie ai motori di ricerca agli utenti ora interessa trovare quello che cercano, e non si preoccupano del sito in cui trovano questa informazione. Gli utenti vedono cioè il web come un insieme di risorse e non si preoccupano del singolo sito web; sanno che tutto quello che vogliono è disponibile, su un sito o su un altro.
Ecco un buon motivo – che sa di web 2.0 – che sottolinea l’importanza di fare subito buona impressione.
Una delle pecche presenti nel testo è che gli autori parlano di molte cose, fin troppe. Sarebbe bene concentrarsi sull’usabilità dell’interfaccia e dell’interazione piuttosto che mettersi anche a discutere, mutuando i concetti da libri già scritti, di web writing. Poco approfondito anche il discorso sull’ottimizzazione per i motori di ricerca.
Belle invece, come sempre nei manuali di Nielsen, le decine di schermate prese dai siti web in esame.
Peccato, infine, che il libro sia infarcito di box di approfondimento che invece di puntare a risorse gratuite rimandano – guarda caso – ai report a pagamento della società di cui Nielsen è socio. Sarebbe un atteggiamento perdonabile solo se il libro fosse distribuito gratuitamente.
Proritizing Web Usability (titolo italiano – web usability 2.0 l’usabilità che conta), di Jakob Nielsen e Hoa Loranger, edito da New Riders (editore italiano – Apogeo) – 2006