Se dovessi scegliere una funzionalità di Google Calendar che ho trovato particolarmente utile è quella chiamata Quick Add.
E’ cioè possibile aggiungere un evento al calendario senza doversi necessariamente posizionare sul giorno desiderato e inserire tutti i campi.
Google Calendar cerca infatti di analizzare il testo inserito in modalità Quick Add in modo da evincere se è presente un’indicazione di data e di luogo (o, come dice la pagina di aiuto di Google, “who, what, when and where”)
E’ stato portato all’estremo il concetto del pattern chiamato Forgiving Format, che suggerisce a chi progetta le interfacce di non realizzare form complicati con decine di campi, combo e check box con l’errata convinzione che imprigionare l’utente gli eviterà di commettere errori. Dei maestri (in negativo) in questo senso sono alcuni sviluppatori (tra cui, in passato, io stesso), che per evitare del lavoro in fase di validazione dell’input, giungono perfino a usare 3 combobox diverse per richedere una data.
Dietro questa modalità di inserimento dati, è necessario attrezzarsi di un piccolo motore di Intelligenza Artificiale che riesca anche a cogliere gli errori di “battitura”.
Secondo me, questo può essere un motivo, per cui si preferiscono le “maschere” e i “combo”.
L’idea è sicuramente buona, ma presenta ancora qualche problema su Google Calendar che spesso non inserisce correttamente i dati al posto giusto.. è necessaria un pò di pratica per capire come scrivere il tutto.
Quando questa funzionalità supporterà le varie lingue e saprà riconoscere più intelligentemente i dati inseriti, allora sarà perfetta.
Mi ricorda un po’ l’inserimento contatti in Microsoft Outlook. Quando scrivo un indirizzo (in una text box multiriga) il sistema l’analizza e cerca di abbinare i dati ai vari campi specifici (CAP, Via, Città…) – se ha dei dubbi fa apparire una finestra dove ti mostra i dati “spezzati” nei vari campi e ti chiede di confermare (o modificare).
Però mi sembra che Outlook usi un pattern specifico (cioè se ti dimentichi una virgola o fai un ritorno a capo di troppo lui non ci capisce più niente).