Il web project management è caratterizzato da peculiarità che lo differenziano dal classico software project management, come la continua e variegata evoluzione tecnologica e la gestione concorrente di progetti di piccole, medie ed elevate dimensioni (ne ho parlato a proposito delle FAQ sul web project management). E’ così dagli inizi di questa disciplina.
Nell’ultimo periodo le cose sono però precipitate.
Complice la crisi, al web project manager è richiesto di rivedere e riconsiderare l’impegno di ogni professionista al lavoro sul progetto, per cercare di contenere quanto il più possibile i costi. E di tutte le voci la più penalizzata risulta proprio il web project management.
Si cercano di ridurre i meeting e gli incontri con i clienti, di guadagnare tempo con le specifiche (che tanto cambieranno in corso d’opera), di eliminare o contenere le fasi di test. E se non c’è tempo per completare i wireframe o caricare i contenuti nel CMS, ci penserà in qualche modo il web project manager grazie alle sue eclettiche capacità.
Anche l’aumento delle piattaforme e dei device non aiuta. Se fino a ieri si parlava di progetto web, è sempre più probabile che lo stesso progetto venga declinato su mobile e tablet, e condiviso su social network. Chi si occupa, con budget risicati, dell’aggiornamento della pagina Facebook, del caricamento e verifica delle applicazioni nello store di iTunes, del test su iPhone? Il web project manager.
Il risultato è che il web project manager si trova alla lunga a svolgere qualunque ruolo, fuorché il proprio, diventando ben presto il collo di bottiglia del progetto, anche se è la prima persona a entrare e l’ultima a uscire dall’ufficio.
E’ possibile ridare un po’ di serenità a questa professione, o forse i giorni del web project management sono contati?
Ne parlerò il 27 giugno a Firenze a Better Software, nel mio intervento dal titolo “Guerrilla web project management“.