Credibilità web, come perderla

Sono affascinato dagli affreschi di Piero della Francesca, che ho ammirato in mezza Italia e che compaiono sui numerosi manuali che riempiono la mia casa.

Potete quindi immaginare la mia reazione quando ho trovato, sul sito di La Repubblica, un banner che pubblicizza la mostra a lui dedicata ad Arezzo, Monterchi e Sansepolcro: ho cliccato.

E mi sono trovato davanti a un server in timeout. Pensate: qualcuno ha pagato un banner che approda a nulla.

Il fatto è poi che l’incidente, ovvero la scarsa qualità dell’infrastruttura che ospita il sito, ha involontarie ripercussioni psicologiche perfino sulla mostra.

“Se il sito è scarso, magari lo è anche la mostra”.

“Hanno risparmiato con il server, avranno fatto lo stesso anche con l’allestimento”.

“Non sono capaci di prevedere il carico web di una sponsorizzazione, chissà che coda ci sarà nelle sale”.

Volevano semplicemente farsi pubblicità, e si sono tirati il martello sui piedi.

L’unica cosa indiscutibile, per fortuna, è la qualità dell’opera di Piero.

2 pensieri su “Credibilità web, come perderla

  1. Penso che in Italia siamo ancora molto indietro con la publicità on line. Tempo fa mi è capitato di cliccare un banner di una grande multinazionale (la Ki–er) che pubblicizzava il suo nuovo snack su Libero e, arrivato sul sito, ho dovuto aspettare + di 3 minuti perchè si aprisse la pagina per poi ritrovarmi in una piattoforma arcaica!..direi che non ci siam per niente! Molte aziende spendono un sacco di soldi per farsi del male da sole, è incredibile!

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