Da qualche settimana questo sito è registrato in tribunale come testata giornalistica online.
L’ho fatto perché ho qualche idea, ancora da focalizzare con chiarezza, riguardo il futuro di Fucinaweb. Ma anche per curiosità, per capire se e quanto sarebbe stato semplice, e a che costo.
Non ho avuto troppe sorprese rispetto alle mie supposizioni. Ho incontrato persone disponibili, ma davvero poco preparate sull’argomento internet e sulle peculiarità di un sito rispetto a una rivista cartacea. Ho pazientato mesi, passati tra il comune, il tribunale e le sale d’aspetto in attesa in una firma. Ho speso, tra marche da bollo e tasse di iscrizione, più di quanto pensassi.
Iscrivere un sito come testata giornalistica online
Una testata giornalistica ha sempre tre riferimenti:
- un proprietario, persona fisica o giuridica
- un editore, anch’esso persona fisica o giuridica
- un direttore responsabile
Il direttore responsabile, in particolare, è una persona iscritta all’ordine dei giornalisti. Per Fucinaweb il direttore responsabile sono io, in quanto giornalista iscritto all’ordine del Veneto. Nel caso più semplice, il mio, direttore responsabile, editore e proprietario sono la medesima persona.
L’iscrizione della testata avviene per autocertificazione del proprietario e del direttore responsabile, compilando due moduli da presentare in carta bollata alla cancelleria del tribunale presso cui si vuole iscrivere il sito. Per quanto mi riguarda, impersonando sia il ruolo del proprietario sia quello di direttore responsabile, è stata sufficiente una sola richiesta.
Oltre alle complete generalità dei 3 soggetti la domanda deve includere
- titolo, url, contenuto e periodicità della testata
- ragione sociale e partita iva del service provider, nonché gli estremi del decreto di autorizzazione del decreto del Ministero delle Comunicazioni
Prestate attenzione che potrebbe essere necessario, come nel mio caso, richiedere il permesso al service provider presso cui gestite il dominio prima di iniziare le procedure di richiesta di iscrizione. E’ sufficiente inviare una email di richiesta indicando l’argomento trattato dal sito.
Poiché sono richiesti gli estremi del decreto del Ministero delle Comunicazioni, sulla cui presenza il tribunale – ho potuto verificare – si è dimostrato molto sensibile, c’è da chiedersi se sia possibile iscrivere comunque il sito come testata giornalistica se il service provider non è italiano. Nutro qualche dubbio in proposito, anche se non ho esperienza diretta in tal senso.
Chi fosse interessato a un modulo già pronto da compilare, può scaricare una versione che ho realizzato in formato RTF.
La spesa complessiva, tra tasse di iscrizione e marche da bollo, supera i 200 euro da versare una tantum.
Antonio, potrei sapere perchè hai scelto di registrare questo blog come testata giornalistica?
Te lo chiedo perchè l’idea potrebbe interessarmi anche me, anche se non sono un giornalista e quindi non saprei per ora come fare.
So che anche geekissimo ed il suo network è una testata giornalistica e quindi ero curioso di sapere le motivazioni che ti hanno spinto all’avvio di questa tua nuova interessante iniziativa.
Certo è che se non puoi svelare il futuro di fucinaweb, allora non importa ;)
Grazie in anticipo per la tua risposta.
Le cose incominciano a farsi serie :-)
In bocca al lupo per i tuoi nuovi progetti, anche se conosciendoti so che non ne hai bisogno: sarà un successo.
Mi sfugge la differenza tra proprietario ed editore.
dadda
Ti faccio i migliori auguri, Antonio, per tutto quello che hai in mente e che realizzerai nel futuro prossimo o vicino.
antonio
@roberto : da Interlex: La legge impone una dichiarazione, con le firme autenticate del proprietario e del direttore o vice direttore responsabile, dalla quale risultino il nome e il domicilio di essi e della persona che esercita l’impresa giornalistica, se questa è diversa dal proprietario, nonché il titolo e la natura della pubblicazione. Di fatto molti tribunali chiedono atti separati per il proprietario, l’esercente dell’impresa giornalistica e il direttore responsabile.
Nella maggior parte dei casi il proprietario della testata coincide con l’editore (cioè l’esercente dell’impresa giornalistica, secondo la definizione della legge), in altri il proprietario della testata è anche direttore responsabile e si affida a un editore per la pubblicazione.
Ma se io ho un sito web assimilabile ad una testata giornalistica ma non ho la possibilità di registrarlo al tribunale perchè non ho un direttore responsabile, un giornalista iscritto all’albo, come faccio?
Ciao Antonio Volpon. Mi domando, e chiedo a te, nessuno si é posto il problema della partita iva? Una volta registrato il sito come testata giornalistica presso il tribunale, con proprietario, editore e direttore concentrati nella stessa persona, sorge il problema di formare una redazione efficente e di erogare compensi(…) ai collaboratori, che richiedono la ricevuta per diventare a loro volta giornalisti pubblicisti. Di conseguenza occorre porsi il problema della testata giornalistica con partita iva. Qualcuno sa dirmi quindi se occorre creare una sas, srl oppure basta un titolare persona fisica in possesso di adeguata categoria iva, quale pero’ e quanto costa gestirla all’anno con il comercialista? Allora se iniziamo col fisco per una struttura del genere addio giornale online monopersonale a costo zero!!!
mi potresti spiegare se esistono problemi legali nel caso in cui l’editore s’identifica col proprietario?
se non comprendi la mia domanda, son io che non ho compreso te.
parlavi di direttore responsabile iscritto all’Ordine dei Giornalisti, di editore e del roprietario. Cioè tre figure.
Volevo capire se la nostra associazione culturale senza fini di lucro potrebbe editare un periodico online regolarmente registrato.
Grazie per la rsisposta!
Viktor Paciuko
Nel mio caso l’editore e il proprietario sono la stessa persona e alla mia richiesta il tribunale non ha posto alcun problema.
Buonasera signor Volpon. anch’io sto registrando una testata perchè con amici stiamo realizzando un sito d’informazione.
In Tribunale mi chiedono “gli estremi del decreto del Ministero delle Comunicazioni” del service provider. Ma dove lo trovo? e come è fatta questa autorizzazione?
Grazie in aticipo per la risposta. Andrea
Andrea, io ho chiesto direttamente al provider che mi ha fornito gli estremi via email.