L’usabilità dei progetti opensource

Un intervento sul blog di Experientia lamenta, non senza ragione, le problematiche di usabilità di molti progetti opensource. L’occasione per farlo è un comunicato stampa in cui Canonical, lo sponsor commerciale di Ubuntu, cerca consulenti di usabilità per i propri progetti, competenza evidentemente non presente in azienda.

Fino a qualche anno fa potevamo giustificare le lacune in ambito di usabilità e più in generale di user experience del software opensource. Erano progetti nati grazie a team focalizzati sulla progettazione e stesura di codice e usati da una ristretta minoranza di early adopters.

Le aspettative oggi sono diverse. Alcuni prodotti, come Open Office e WordPress, si rivolgono a un pubblico variegato, grazie anche a procedure di installazione semplificate e, nel caso di prodotti web, a metodi di fruizione ASP.

In questo contesto le problematiche tecniche, seppur importanti, passano in secondo piano. Il software deve essere facile da utilizzare, ma ancora di più deve proporre interfacce coerenti. Risultati che non si raggiungono per caso o con un po’ di buon senso, ma con l’introduzione di specifiche competenze professionali. Competenze che difficilmente si prendono in prestito.

Mi stupisce perciò l’iniziativa del team di WordPress che apre due questionari pubblici su questioni legate alla nuova interfaccia di amministrazione:

  • l’attuale interfaccia è il risultato di una già recente riprogettazione che ha richiesto agli utenti un nuovo approccio all’uso del software. Frequenti variazioni, per quanto si propongano di migliorare il lavoro di tutti, sono destabilizzanti;
  • ridurre la progettazione di una interfaccia grafica a un questionario sminuisce l’importanza e il ruolo di questa disciplina, anche quando gran parte delle decisioni sembrano prese;
  • il questionario si prefigge di raccogliere 5000 risposte. Ma il design di interfaccia non è un approccio democratico, quanto una disciplina che si prefigge di capire quale è la soluzione migliore per il pubblico di riferimento. Sono convinto che la maggior parte dei partecipanti al sondaggio sono sviluppatori, non necessariamente il target principale a cui si rivolge WordPress.

Ho avuto modo di provare per qualche minuto una versione, sicuramente non definitiva, della futura amministrazione di WordPress e ne sono rimasto sconcertato, soprattutto nel notare che quasi ogni azione richiede, diversamente dall’attuale, un primo click per aprire il menù e un secondo per selezionare la voce voluta. Le premesse non mi sembrano delle migliori.

Qualcosa comunque sembra muoversi nel verso giusto, anche se a un maggiore livello di astrazione. Il team di Mozilla promuove Concept Series, un insieme di idee, wireframe e prototipi a partecipazione pubblica per definire la visione dei futuri prodotti opensource. Nulla a che vedere con l’usabilità, ma qualcosa che potrebbe aiutare a raccogliere attorno ai progetti opensource una comunità con competenze non solo tecniche, ma anche di design e di user experience.

Aggiornamento serale: il blog di WordPress presenta una prima versione dei wireframe realizzati per progettare la nuova interfaccia di amministrazione. Visto che non è facile trovare in rete documenti che riportano wireframe completi e documentati, vale sicuramente la pena darci un occhio.

Progettare e sviluppare per dispositivi mobile

Per lavoro mi sono trovato a dover studiare i principi base dello sviluppo di applicazioni per dispositivi mobili. Ma più che la tecnica, il linguaggio di programmazione, l’aspetto più complesso per chi proviene dal mondo “desktop” è sicuramente la definizione e progettazione dell’interfaccia grafica.

Nelle mie ricerche ho avuto la fortuna di imbattermi in alcuni risorse che mi sento senza dubbio di consigliare.

La prima è il manuale “Designing the Mobile User Experience“, pubblicato da Wiley, che è un’ottima introduzione a questi temi. Secondo l’autrice, Barbara Ballard, il termine “mobile” si riferisce, più che al dispositivo o al software, all’utente e alle situazioni in cui si trova a interagire con queste periferiche.

Questo testo contiene anche utili indicazioni delle differenze con cui i dispositivi mobili vengono usati in Europa, in America e in Asia. Non si tratta semplicemente di variazioni di standard o di protocollo, ma anche di impiego. In America, ad esempio, gli SMS hanno storicamente riscosso minore fortuna che in Europa, a causa di eccessivi prezzi fissati dagli operatori, ma anche per la capillare diffusione della posta elettronica.

La cosa bella di questo manuale è che il capitolo più interessante, il sesto, è in buona parte disponibile anche online sottoforma di wiki. Il capitolo prende in considerazione alcuni pattern di progettazione per i dispositivi mobile, suddivisi in macrocategorie:

  • progettazione dello schermo
  • navigazione all’interno delle applicazioni
  • gestione delle applicazioni
  • pubblicità

Avendo a che fare con dispositivi dalle funzionalità eterogenee, questi sono statti suddivisi in classi di appartenenza. Ciascun pattern fa quindi riferimento a una o più classi, così che sia immediato capire se un pattern è applicabile o meno a una determinata periferica.

Un’altra interessante risorsa, questa volta liberamente scaricabile in formato Pdf, è il documento “Mobile Web Developer’s Guide” scritto da Brian Fling, e si rivolge a chi si proccupi di realizzare siti web che siano accessibili anche ai telefoni cellulari, e in generale alle ultime generazione di dispositivi mobile. Questo testo integra in qualche modo quanto presentato dal manuale della Ballard, avvicinandosi più alle problematiche di sviluppo.