Ancora su recruitment e social network

Dopo Se il lavoro cerca te segnalo altri due studi, pubblicati da Jobvite, relativi al rapporto tra social media e recruitment. Analizzano il mercato del lavoro americano, ma sono comunque indicativi dell’evoluzione di questa pratica.

Si tratta di 33 essential recruiting stats e Social Job Seeker Survey 2011. In breve:

  • il 55% delle aziende intervistate investirà più risorse nel prossimo anno per il recruiting con i social network
  • più dell’80% delle aziende utilizzano LinkedIn, ma poco più del 30% di chi cerca lavoro è in LinkedIn
  • l’89% delle aziende americane intervistate indica di voler utilizzare i social network come strumento per il recruiting
  • LinkedIn si conferma, con il 73%, il principale social network in termini di assunzioni, seguito da Facebook (20%) e Twitter (7%)
  • 2/3 delle aziende intervistate hanno assunto anche grazie ai social network

Sullo stesso tema anche due interessanti infografiche pubblicate da Mashable, la prima con qualche suggerimento su come proteggere e migliorare la presenza professionale online, la seconda riporta invece i risultati di un sondaggio rivolto ai selezionatori e al rapporto con i social network.

E parlando di statistiche e sondaggi, vi ricordo che anche quest’anno, come è ormai tradizione,  A List Apart ne prepara uno rivolto a chiunque lavori con il web. Partendo dai risultati del sondaggio, gli scorsi anni ho cercato di darne un’interpretazione per cercare di capire meglio la professione del web project management:

Quanto lavoriamo

Il Web Design Survey 2010 di A List Apart che ho analizzato qualche giorno fa contiene anche una sezione di statistiche dedicate alle ore lavorate in una settimana.

Tra i diversi grafici (suddivisi per età, sesso, tipo di organizzazione), ne manca però uno relativo alla distribuzione per titolo professionale. Partendo dai dati grezzi a disposizione, ho ricostruito questo grafico.

Si nota subito che la maggior parte dei lavoratori, indipendentemente dal titolo professionale, lavora tra le 40 e le 49 ore. In generale la distribuzione avviene quasi tutta in questo intervallo e in quelli immediatamente precedente e successivo, cioè nella fascia 30-59 ore, come era forse lecito aspettarsi.

Avrei forse preferito una suddivisione diversa nel questionario, per esempio 31-40 invece di 30-39: chi lavora le canoniche 40 ore settimanali avrà scelto l’intervallo 40-49, che avrei dedicato a chi fa qualche straordinario.

Tra le professioni che indicano di lavorare più ore (fascia 40+) troviamo il creative director, l’art director, il web director, l’usability expert e il project manager. Questo dato, se analizzato insieme alla distribuzione per luogo di lavoro, indica che chi lavora più ore è generalmente un dipendente piuttosto che un libero professionista.

E’ interessante paragonare questo dato con i risultati di un sondaggio condotto su un campione di freelance da Elance e pubblicato da Freshbooks e che sembra in qualche modo confermare quanto emerso.

 

Il censimento dei web project manager 2010

E’ ormai il quarto anno che A List Apart propone un sondaggio molto dettagliato rivolto ai professionisti del web e da qualche giorno sono disponibili i risultati dell’ultima edizione.

Nel 2007 e nel 2008 ho cercato di dare una lettura di questi dati in riferimento alla professione del web project management. Vediamo se in questi anni qualcosa è cambiato e se comunque possa emergere qualche informazione interessante che aiuti a spiegare la crescita di questa disciplina.

Percentuale di web project manager

Non ci sono sostanziali differenze rispetto agli anni scorsi: la percentuale di web project manager si attesta intorno al 4%.

Distribuzione per gruppo di età

Anche in questo caso il trend è confermato, con un lieve aumento degli over 65, rispetto alle altre professioni. Difficilmente si entra nel mondo del lavoro come web project manager, ma lo si diventa dopo altre esperienze lavorative.

Distribuzione per sesso

Il web project management si conferma una disciplina maschile, anche se la crescita delle donne è costante.

Distribuzione per tipo di organizzazione

Anche in questo caso le informazioni degli anni scorsi sono confermate. Rispetto alle altre professioni, è molto più probabile trovare un web project manager in una piccola organizzazione, indice che si tratta di una figura strategica in realtà in cui è fondamentale, per la sopravvivenza, il rispetto dei tempi e dei costi.

Salario

Lieve incremento per quanto riguarda i salati rispetto alle altre discipline, si passa dall’8.7% del 2008 all’11.6% del 2010. La maggior parte dei web project manager ha avuto un aumento di salario negli ultimi due anni.

Istruzione

Il web project management è tra le professioni in cui è più diffusa la laurea e il diploma universitario. Rispetto alla scorsa rilevazione, diminuisce sensibilmente l’importanza attribuita al titolo di studio in aiuto alla professione.

Soddisfazione per il proprio lavoro

Dopo la brusca caduta del 2008 rispetto al 2007, migliora la soddisfazione dei web project manager per il proprio lavoro.

Blogging

Non più fanalino di cosa, ma quasi. Il web project manager non ha tempo, o passione, di scrivere un blog.

Formazione

Il web project manager è tra i professionisti che più sono coinvolti in eventi formativi.

Lacune e competenze tecniche

Il web project manager sembra trovarsi più a suo agio con lo sviluppo backend, piuttosto che frontend o di interfaccia, segno forse che diversi web project manager provengono da questo campo.

Serenità per il futuro

Come gran parte delle altre professioni relative al web, il web project manager confida in opportunità di crescita nel prossimo futuro.

Libera professione

La maggior parte dei web project manager lavora in azienda, confermando come si tratti di una professione che richiede uno stretto contatto e conoscenza del team di lavoro.